Le due compagnie telefoniche condividono tutte le 22.000 torri che confluiranno nella controllata Inwit. Mentre la gestione dei servizi avrà criterio regionale. I risparmi da 1,6 miliardi e le sinergie serviranno per lanciare lo sviluppo delle rete ultra veloce.
Le due compagnie telefoniche condividono tutte le 22.000 torri che confluiranno nella controllata Inwit. Mentre la gestione dei servizi avrà criterio regionale. I risparmi da 1,6 miliardi e le sinergie serviranno per lanciare lo sviluppo delle rete ultra veloce.Condivisione, risparmio e sviluppo. Sono le caratteristiche dell'accordo firmato ieri da Telecom Italia e Vodafone per condividere la loro rete mobile, integrando le rispettive infrastrutture passive, attraverso il conferimento delle torri del gigante britannico nella società quotata e controllata di Tim (al 60%) Inwit (Infrastrutture wireless italiane), condividere gli apparati attivi della rete 4G e sviluppare quindi la tecnologia 5G. Nasce così la più grande Towerco in Italia, la seconda in Europa, con 22.000 torri, come hanno annunciato nel corso di una conferenza stampa presso l'Accademia dei Lincei, l'ad di Tim, Luigi Gubitosi, il numero uno di Vodafone Italia, Aldo Bisio e l'ad di Inwit Giovanni Ferigo. L'intesa prevede che le due società controllino «congiuntamente la nuova Inwit con una partecipazione paritetica nel suo capitale pari al 37,5% ciascuna» e «con la possibilità di ridurla nel tempo fino al 25%». Il debito di Tim si dovrebbe ridurre «nel tempo di oltre 1,4 miliardi di euro» con l'operazione di condivisione di torri e infrastrutture per il 5G, ma anche Vodafone «utilizzerà i proventi generati dalla transazione per ridurre il debito». Inoltre per l'accordo sulle torri, Vodafone «riceverà un corrispettivo di 2.140 milioni di euro e si aspetta di ricevere proventi incrementali nel tempo pari a oltre 1 miliardo di euro che intenderà utilizzare per ridurre il debito». A questo si deve aggiungere «un beneficio atteso in termini di ebitda per la nuova Inwit di oltre 200 milioni di euro al 2026, grazie a sinergie, attività contrattualizzate e nuove opportunità». Oltre alla rete 5G, Tim e Vodafone condivideranno anche gli apparati attivi delle rispettive reti 4G esistenti, e «per supportare la condivisione attiva della rete 5G, adegueranno le rispettive reti di trasmissione mobile, attraverso l'utilizzo di cavi in fibra ottica a più alta capacità («Fiber-to-the-Site» o «backhauling»), per trarre pieno vantaggio dalle caratteristiche del 5G, come la maggiore velocità e la bassa latenza, consentendo maggiori economie di scala». In parallelo le due società estenderanno l'attuale accordo di condivisione delle infrastrutture passive di rete, dagli attuali 10.000 siti a una copertura su base nazionale, per rendere più efficiente l'infrastruttura di rete, sia in zone urbane sia in aree rurali.«Quella di oggi è un'operazione importante» ha detto l'ad di Tim Gubitosi, «Nasce una società che varrà molti miliardi. Le banche hanno dato una linea di credito di 2,5 miliardi, il finanziamento è quindi quasi totalmente committed. Questa operazione è fondamentale per lo sviluppo infrastrutturale e tecnologico del Paese e permetterà di accelerare ulteriormente l'introduzione del 5G, che già vede l'Italia tra gli Stati più avanzati nella sperimentazione di questa nuova tecnologia. Grazie a questa che da oggi diventa la prima Tower company italiana, saremo in grado di offrire alle famiglie e alle imprese un accesso privilegiato alla rivoluzione tecnologica appena iniziata. Inwit, che non cambierà il nome, supporterà così lo sviluppo economico e industriale del Paese che sarà in grado di sfruttare al meglio le opportunità della nuova economia digitale».Le due società, che avranno competenza su 10 regioni ciascuna, individueranno le migliori modalità tecniche e commerciali per l'installazione congiunta dei propri apparati attivi 5G con esclusione delle grandi città, assicurando una più ampia e capillare diffusione della nuova tecnologia sul territorio nazionale. Entrambe le società manterranno una gestione separata della propria dotazione di frequenze e il controllo della qualità e funzionalità della propria rete, garantendo la flessibilità necessaria per innovare e competere sul mercato per soddisfare i bisogni dei rispettivi clienti.Secondo Bisio «Questo accordo consente di accelerare la strategia di sviluppo del 5G a beneficio dei nostri clienti e dell'intera comunità. Il 5G rappresenta una infrastruttura chiave per la modernizzazione del Paese. Una piattaforma tecnologica che apre la strada a una nuova èra di servizi che renderanno più efficienti i modelli di business e miglioreranno la produttività di tutte le filiere, creando presupposti per un'economia digitale più competitiva. Il modello di condivisione valorizza i vantaggi del 5G e allo stesso tempo riduce l'impatto sull'ambiente e i costi di implementazione, consentendo maggiori investimenti in servizi per i nostri clienti». Intanto Vodafone ha annunciato la creazione di una nuova società, in cui confluiranno le sue 61.700 torri europee, società che sarà un vero gigante Tlc in Borsa.
Eugenia Roccella (Ansa)
Il ministro delle Pari opportunità: «Siamo perplessi di fronte alla decisione di spostare quei bambini fuori dal loro nucleo. La mancanza di socialità fa danni? Certo, ma anche l’essere strappati via da casa».
Le carte del Tribunale dell’Aquila sono attualmente al vaglio del ministero della Giustizia, che ne valuterà il contenuto e deciderà se prendere provvedimenti. Ma anche al ministero delle Pari opportunità e della famiglia (di fronte al quale, il 6 dicembre, si dovrebbe tenere una manifestazione di solidarietà a Nathan Trevallion e ai suoi cari) si guarda con attenzione al caso dei cosiddetti bambini del bosco. Eugenia Roccella, parlando con La Verità, si esprime con la dovuta prudenza, ma le sue parole sono piuttosto chiare.
Ministro, che idea si è fatta di questa vicenda che indubbiamente ha suscitato un notevole coinvolgimento emotivo di molti italiani?
Donald Trump e Volodymyr Zelensky (Ansa)
- Colloqui separati dei funzionari americani ad Abu Dhabi con delegati di Mosca e Kiev. Volodymyr Zelensky: «Pronti ad andare avanti». Gelo del Cremlino sul piano modificato. Intanto Bruxelles prende un altro schiaffo: Marco Rubio nega il bilaterale chiesto da Kaja Kallas.
- Keir Starmer ed Emmanuel Macron come dischi rotti: «Serve una forza multinazionale sul campo».
Lo speciale contiene due articoli
Ansa
Si usa il caso polacco per stabilire che pure lo Stato che esclude le unioni arcobaleno deve accettare le trascrizioni dall’estero.
I signori Kuprik Trojan, due uomini polacchi che si erano sposati in Germania e si erano visti respingere la trascrizione del loro matrimonio in Polonia, hanno ottenuto dalla Corte di Giustizia europea una sentenza che può segnare un punto fondamentale a favore del matrimonio gay in tutta Europa. Per i giudici di Strasburgo, anche se le norme di un Paese non prevedono l’unione tra persone dello stesso sesso, questo stesso Paese non può opporsi alla trascrizione dell’atto estero perché questo andrebbe contro la libera circolazione delle persone nell’Ue, il loro pieno diritto di stabilirsi e vivere dove vogliono, e di mantenere «una vita familiare consolidata».
2025-11-26
Riccardo Szumski: «Chiesi a Schillaci di aprire ambulatori per i danneggiati. Non ha mai risposto»
Riccardo Szumski (Ansa)
Il neoeletto consigliere: «Penso in dialetto poi traduco in italiano. Senza di noi l’astensionismo sarebbe stato ancora più ampio».
Ha ottenuto due seggi in Regione Veneto presentandosi come leader di un «movimento per cittadini liberi». I suoi, più che slogan, sono stati appelli a ritrovare l’orgoglio perduto: «Non cerchiamo voti: cerchiamo coscienze sveglie». Però di voti Riccardo Szumski ne ha ottenuti davvero tanti, 96.474. Oltre il 5,13% delle preferenze.
Classe 1952, nato in Argentina da genitori emigrati (papà ufficiale polacco e mamma insegnante trevigiana), medico di base e per anni sindaco del Comune di Santa Lucia di Piave, dove ha sempre vissuto dal 1955, Szumski è riuscito a spezzare a suo favore un astensionismo pesante pure in Veneto, dove solo il 44,65% degli aventi diritto si è recato alle urne.
«Resistere Veneto nasce da una ferita, ma anche da un’urgenza: dire basta», ha chiarito. Quali sono state le parole chiave per farsi eleggere?






