2022-08-22
Tiktok. Chi mette le mani sulla nostra salute
Il «social» dei giovani che pubblica video di sculettamenti ha comprato una catena ospedaliera cinese da 1,5 miliardi di dollari. È l’ultima Big tech a investire in sanità. Lo fanno per il business, ma soprattutto per impadronirsi di un mare di dati sensibili.Tra i colossi del Web è caccia ai nostri dati personali, soprattutto sanitari. Dietro acquisizioni da miliardi di dollari si cela il nuovo business dei Big tech: l’accesso alle vite dei propri utenti per riuscire a soddisfare le loro esigenze con la vendita dei propri prodotti. La nuova miniera d’oro, oggi, sono i dati sensibili e il rischio è quello di cancellare il concetto di privacy. «I dati sono il bene più prezioso sulla Terra», sosteneva Brittany Kaiser, ex direttore dello sviluppo del business di Facebook. E come darle torto. I nostri dati, che ogni giorno - volontariamente o no - immettiamo nel mondo di Internet sono il vero oro del nostro secolo. Facebook, Instagram, Tiktok, Amazon, Microsoft, Google. Che siano social network, portali per acquisti online o semplici motori di ricerca, questi mostri del Web mirano sempre più a entrare nella sfera più intima di ogni persona. E lo fanno attraverso la salute di tutti noi. Bytedance, il gruppo cinese fondato da Zhang Yiming nel 2012 che controlla Tiktok, la più popolare piattaforma sociale in voga oggi fra i giovanissimi, pochi giorni fa ha rilevato una delle maggiori catene private di ospedali pediatrici cinesi per circa 1,5 miliardi di dollari. Per quale motivo una società che vive e guadagna sui video di inutili balletti fatti davanti alla telecamera di un telefonino dovrebbe mai comprarsi una catena di ospedali? Business? Sicuramente. Ma c’è dell’altro. La volontà di mappare le nostre vite, entrare dentro ogni sfera della nostra esistenza e scannerizzare tutto. Lì, negli ospedali, si accatastano ogni giorno miliardi di dati sensibili in una biblioteca di profili privati che racconta la società più di qualsiasi altra cosa.Questa di Tiktok è una delle maggiori operazioni di un gruppo tech da quando nel 2020 il regime del presidente Xi Jinping ha avviato la stretta normativa che ha colpito, oltre all’ambito immobiliare, anche quello tecnologico. Il social network ha pagato 10 miliardi di yuan per acquisire Amcare Healthcare, società che gestisce decine e decine di ospedali pediatrici e per donne in gravidanza nelle principali città della Cina, come Pechino e Shenzhen. Questo settore nel Paese asiatico vale 89 miliardi di dollari secondo Bloomberg ed è stato potenziato da misure a livello nazionale per arginare la pandemia da Covid. E dove ci sono soldi c’è il guadagno, e le grandi società mondiali questo lo sanno bene. Così, con l’avvento della pandemia, gli investimenti nella sfera sanitaria sono diventati il nuovo tavolo di gioco. Investire in cure ospedaliere e medicinali aiuta le persone che di queste cure hanno bisogno e garantisce guadagni leciti per gli investitori. Ma se tutti i dati della sfera sanitaria di questi pazienti finisce nelle mani di grandi società che li utilizzano per creare ulteriori guadagni, allora siamo di fronte un’arma a doppio taglio. Incassare investendo sì, ma creare profitto ficcando il naso nella sfera più intima delle persone? Forse no. ByteDance, spesso criticato per la sua app Tiktok che può creare dipendenza nei minori, si è inserito perfettamente nel filone che unisce altri giganti della tecnologia. Come Apple o Amazon, che stanno esplorando diverse strade per digitalizzare, e quindi controllare, il settore sanitario. Jeff Bezos, patron di Amazon, pochi mesi fa ha chiuso un importante accordo di fusione tra la sua multinazionale e One Medical, società statunitense di cure primarie basata sulla tecnologia che gestisce servizi di assistenza digitale. Un’operazione da 18 dollari per azione in una transazione interamente in contanti del valore di circa 3,9 miliardi di dollari. Soldi che possono tradursi anche in informazioni. Se Amazon, infatti, acquisisse il sistema di registrazione interno di One Medical, potrebbe attingere a dati che consentiranno di prevedere i costi sanitari, indirizzare gli interventi e guidare lo sviluppo del trattamento per gli anni a venire.Del resto, l’interesse del colosso del commercio elettronico nel settore sanitario è noto da tempo. Nel 2017 era già attivo nella vendita di farmaci online e si stava preparando a entrare sul mercato americano del commercio online di medicinali etici, ossia soggetti a prescrizione medica. L’anno dopo invece aveva puntato gli occhi direttamente sulle farmacie online, acquisendo Pillpack, una farmacia online che offre medicinali con consegne a domicilio. Fino ad arrivare al novembre 2020, quando il colosso di Bezos ha lanciato Amazon Pharmacy, la propria farmacia online per l’acquisto di farmaci dietro prescrizione medica. Nel 2021, l’idea di aprire una catena di farmacie fisiche negli Stati Uniti. Senza dimenticare che già dal 2018 si parlava di Grand challenge, un laboratorio segreto che Amazon avrebbe aperto per fare ricerca sul cancro. Altro giro, altra corsa. Bill Gates ha messo le mani, e tanti soldi, direttamente sui vaccini Covid. La Fondazione Bill & Melinda Gates ha stanziato 250 milioni di dollari per sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’equa distribuzione di tutti gli strumenti salvavita contro il coronavirus. Una cifra che ha rappresentato il più grande contributo singolo effettuato dalla fondazione del magnate americano che fino a oggi ha sborsato circa 1,7 miliardi di dollari per contrastare la pandemia. Queste operazioni si traducono nella perfetta sintonia bulimica di questi tempi, dove la ricchezza non si produce più solo con l’investimento, bensì con speculazioni che non guardano in faccia nessuno. Questo periodo, dove tutto è social, è governato dalle campagne mediatiche volte a convincere più persone possibili che diffondere i propri dati serva allo sviluppo del mondo.Ma sarà davvero così? Davvero i «signori del silicio» come Bill Gates e Jeff Bezos stanno pensando solo al bene dell’umanità? Proprio loro, gli uomini che sono riusciti a trarre faraonici vantaggi anche da una pandemia? Il più sagace della combriccola è risultato proprio il boss di Amazon. Nata nel 1994 come libreria digitale, la società di Jeff Bezos è venuta trasformandosi nella più grande Internet company che vende di tutto e utilizza la sua posizione dominante per speculare su tutto. Le operazioni sopra elencate ne sono la dimostrazione. Nell’ultimo trimestre 2020, nel bel mezzo della stagione Covid, Amazon ha registrato ricavi per 125,6 miliardi di dollari, record storico pari a un aumento di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente (pre Covid). Prima della pandemia, Amazon valeva 916,2 miliardi di dollari; oggi la bellezza di 1,6 trilioni.Bytedance, la società di Tiktok, sembra seguire la scia in maniera impeccabile. Negli anni è cresciuta in modo vertiginoso non solo grazie al suo core business dell’intrattenimento online. Grazie alle recenti acquisizioni nel campo della sanità, i titoli della società cinese sono stati scambiati nelle ultime settimane a valutazioni che porterebbero il capitale a 300 miliardi di dollari. È inevitabile che dietro a tutti questi soldi ci sia il nuovo paradigma tecno-economico informazionale. Questi onnipotenti padroni del Web tramite le loro operazioni non solo arricchiscono i loro patrimoni, ma hanno la possibilità di mungere dati personali e privati. Un esempio: Amazon con l’acquisizione di Medicare potrà accedere ai dati sanitari di oltre 700.000 persone.
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