2023-11-25
Parigi censura i nomi dei macellai di Crépol
La chiesa di Saint-Donat-Sur-l’Herbasse. Nel riquadro, le esequie di Thomas Perotto
Un ministro confessa nell’anonimato: «Non ce n’è uno che sembri francese». Ieri i funerali di Thomas.I funerali di Thomas Perotto, il sedicenne accoltellato nella notte di sabato scorso da un commando venuto da una banlieue vicina, si sono svolti ieri a pochi chilometri da Crépol, il paesino di 500 anime teatro del dramma. Nel frattempo, il quotidiano Le Parisien ha rivelato il nome del presunto assassino del giovane: Chaïd A. Su X alcuni utenti hanno scritto che il nome completo del sospetto sarebbe Chaïd Akabli, ma non ci sono conferme.Le esequie di Perotto sono state celebrate in mattinata nella collegiata di Saint-Donat-Sur-l’Herbasse. Alla funzione ha partecipato una folla immensa nella quale serpeggiavano sentimenti di compassione, per la vittima e la sua famiglia, ma anche di collera per l’ingiustizia subita. Dei sentimenti che si sono acuiti particolarmente quando, durante la cerimonia, il nonno di Thomas ha preso la parola. Dopo aver ringraziato la polizia per l’intervento compiuto sabato alla festa di paese, l’uomo ha detto di attendere «con impazienza il verdetto della giustizia». Poi le parole del nonno del giovane ucciso si sono fatte più dure. «Questi selvaggi devono essere esclusi dalla nostra società rapidamente», ha detto l’anziano parente della vittima. Anche il sacerdote che celebrava il rito funebre, padre Dominique Fornerod, ha usato parole pesanti durante l’omelia. Parlando delle lacrime versate dalla gente della vallata in cui si trova il Comune di Crépol, il sacerdote ha detto che queste sono un «l’espressione del nostro dolore ma anche della nostra resistenza» perché «piangere significa anche resistere perché non accettiamo il male» un male «che non è arrivato per una fatalità». Poi il prete ha invitato a «pregare in silenzio perché questo male non si manifesti più, perché sia combattuto giustamente e perché si aprano a Thomas le porte del Cielo». Tra i numerosissimi partecipanti alla cerimonia funebre (tanti da obbligare la parrocchia a installare degli altoparlanti all’esterno della chiesa) come detto, era diffusa la collera. Una donna, intervistata dal sito di destra Boulevard Voltaire ha detto: «Si parla del razzismo antimusulmano. Io vedo soprattutto dei delinquenti, in maggioranza discendenti dall’immigrazione magrebina, che prendono di mira una popolazione francese, cristiana».Stando agli articoli letti nel corso della settimana successiva alla morte di Thomas Perotto, un numero sempre più importante di francesi sembra condividere parole come quelle della donna intervistata da Boulevard Voltaire. Questo anche perché sono rimaste impresse nella memoria di molte persone le testimonianze di vari presenti durante l’attacco che hanno riferito che alcuni degli aggressori dicevano di essere venuti a Crépol «per accoltellare dei bianchi». Eppure i responsabili politici francesi continuano ad ignorare questa collera e, anzi, tentano di nascondere delle informazioni sul raid di sabato scorso.Le Figaro ha scritto che, a margine del Consiglio dei Ministri di questa settimana, il ministro dell’interno Gérald Darmanin avrebbe mostrato ad un membro dell’esecutivo la lista degli individui sospettati di aver partecipato all’attacco alla festa di paese. Questo ministro, citato anonimamente, ha detto al quotidiano che i sospetti «sono francesi ma non ce n’è uno che abbia un nome a consonanza francese», per concludere con una constatazione che suona come un sinistro presagio: «Bisogna rimettere ordine e delle regole altrimenti il Paese andrà in malora». Il settimanale di destra Valeurs Actuelles ha invece citato una fonte anonima della gendarmeria, secondo la quale i vertici del corpo hanno imposto un silenzio totale sui nomi degli aggressori di Crépol. «Presto o tardi dovranno fornire le informazioni», ha dichiarato la fonte aggiungendo che «vuol dire che sono dei magrebini» perché «se si chiamassero Patrick, Roger o David, lo avremmo già saputo».La volontà delle autorità francesi di censurare ogni potenziale scintilla sociale ieri è stata in un certo senso confermata ieri anche da Laurent de Caigny, il procuratore della Repubblica di Valence che, rispondendo al quotidiano locale Dauphiné Libéré, ha detto di non intendere esprimersi sulle dichiarazioni rese dagli arrestati dopo l’aggressione di Crépol «per ragioni legate al segreto istruttorio». Ma per Bfm Tv, durante gli interrogatori, il presunto autore della coltellata fatale per Thomas Perotto avrebbe negato la propria responsabilità. Nonostante la situazione sia potenzialmente esplosiva, varie anime della sinistra continuano a gettare benzina sul fuoco. Il sindacato studentesco di destra Uni ha denunciato su X che dei militanti di estrema sinistra hanno strappato i manifesti con la foto di Perotto, affissi dai giovani del sindacato a Science Po di Parigi, poco più di un’ora prima. Thomas Perotto, era un giocatore di rugby, per questo la Federazione Francese di Rugby ha chiesto a tutte le squadre transalpine di osservare un minuto di silenzio, in memoria del giovane, prima delle partite di questo weekend.
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