2022-03-27
Testa reclinata ma molto vanitosi. La primavera è una sfilata di narcisi
La bella stagione fa spuntare ovunque primule, bucaneve e tanti altri fiori. La scena però se la prendono i simboli dell’egoismo. I «daffodils» sono rustici, hanno i colori tipici dei pagliacci e un profumo intenso.Quanti fiori hanno iniziato a sbucare fuori dalla terra! Primule, fiordalisi, fresie, crochi, ciclamini, bucaneve, tarassachi, ranuncoli e tanti altri. A Giulio piace dire che sono rutti della terra: «Guarda mamma, la terra rutta quei fiori gialli...».«Ma no Giulio, non si dice così!».Giulio lo sa che non si dice così ma a lui diverte dirlo, e lo diverte ancor di più quando un adulto lo riprende per come dice strane le cose. Se la ride sotto i baffi, che ovviamente non ha. Tra i fiori che gli piacciono di più ci sono i giallissimi e vanitosissimi narcisi, o come li chiamano in altre parte del mondo, i daffodils. A sua madre ogni tanto scappano delle parole o delle espressioni in inglese, lei è figlia di madre inglese, gallese per la precisione, dalla città di Cardiff, con due effe. Giulio però non ci è mai stato, ma forse la prossima estate, quando lui sarà abbastanza grande per prendere un volo aereo ci andranno. Pensare che una macchina così grande e pesante, con le sue ali d’acciaio, possa alzarsi nel cielo e viaggiare sopra le nuvole ecco, soltanto a pensarci si sente poco bene. E se poi cade? Come fa a star su? Non ci sono le buche nel cielo? Suo padre ride sempre quando Giulio ha certe trovate.I narcisi sono fiori burberi, rustici. Nonostante il colore da pagliacci hanno sempre la testa reclinata, appesa quasi per caso. Ogni tanto Giulio e il suo migliore amico, Mattia, si mettono in giardino, durante la ricreazione, e si bloccano in piedi, lì, in mezzo, tenendosi per mano, con il mento spinto sul petto, o magari di lato, sul collo, gli zucconi in avanti.«Cosa fate voi due?», chiede una compagna saltellando nelle sue nuove scarpette laccate di rosso fiammante.I due bambini non rispondono, anzi, si girano dalla parte opposta e restano di nuovo fermi, nella stessa posizione. Sopraggiunge una seconda compagna.«Cosa c’è, cosa c’è, cosa c’è?!».«Quei due fanno gli strani!».«Come gli strani?».Allora la nuova venuta gli gira intorno e li guarda da vicino. Anche quando le sue manine sfiorano i visi dei due bambini, a Giulio e a Mattia, i loro occhi restano immobili, fissi nel vuoto.«Quindi?».«Quindi niente, fanno solo gli scemi!».«Ah beh, quello è normale...».Le due bambine iniziano a saltellare insieme e se ne vanno verso il centro del giardino dove c’è la maestra circondata da altri bambini. Qualcuno ha portato una corda lunga e si preparano a fare una gara di salto. I due bambini restano immobili. Fissano i narcisi che sono spuntati in una aiuola vicino al muro di cinta, alto più di loro due messi uno sopra l’altro, in cemento. Oltre c’è la strada che porta in paese. Se ne stanno con le teste reclinate da una parte. Non dicono niente perché i fiori non dicono niente. Sono silenziosi e immobili. Come loro due.Le rondini non sono ancora tornate ma è questione di giorni. L’aria però è già più calda e l’inverno che soltanto due settimane addietro insisteva a ritornare e a farti provare freddo ora ha lasciato il posto alla nuova stagione. Per fortuna.La maestra nota i due bambini in fondo al cortile, da soli. Mentre le bambine si danno il cambio a girare con forza la corda e a saltarla, finché riescono, la maestra si avvicina. «Che state facendo?».Silenzio.«Giulioooo, Mattiiiiaaaa, si può sapere che cosa avete visto?». Altro silenzio.«Vi metto una nota se non rispondete, chiaro?».A questo punto Giulio alza le spalle e sempre con la testa di sbieco bofonchia qualcosa che la maestra riesce a captare.«Signora maestra, scusi, ma i narcisi non parlano».«E da quando vuoi due siete dei narcisi? Io sapevo che eravate dei bambini!».«E ora siamo dei narcisi», la rimbrotta seriosamente Mattia.«Quindi state qui fermi e impalati con la testa storta perché siete diventati dei bambini-narciso?».«No maestra, non dei bambini-narciso, solo narcisi».«Ahhhh, ho capito. Va bene, allora quando finisce l’intervallo vi lasciamo qui». «Esatto», dice Giulio.«Ok, va bene».A questo punto la maestra si mette una mano davanti alla fronte e sembra scrutare in lontananza. E poi aggiunge, andandosene: «Se inizia a piovere restate qui, intanto i narcisi non se ne accorgono neanche, anzi a loro piace abbeverarsi nella pioggia!».Al che, una volta rimasti nuovamente da soli, i due si guardano, cercando di muoversi il meno possibile.«Ma piove?», chiede Mattia.«No», risponde Giulio.«Pioverà?». «E chi lo sa».«Io non voglio prendere la pioggia».«Nemmeno io».«Restiamo qua?».«Dovremmo, no?».«Boh».«Stanno rientrando tutti, noi no?».«Se siamo dei veri narcisi non possiamo rientrare».«Giusto. Però io ho fame, e poi devo andare a fare la pipì».«Possiamo farla qui?».«Qui, qui?».«I narcisi mica vanno in bagno».Davanti a questa ineluttabile constatazione i due bambini restano soli nel cortile. Tutti gli altri sono saliti e siedono ora ai rispettivi banchi. Le maestre delle diverse classi ricominciano a parlare, le punte delle matite e delle penne premono sui fogli dei quaderni. La preside apre e chiude i suoi registri. Il bidello scarabocchia qualcosa su un calendario. Le mosche gironzolano indisturbate lungo i corridoi sfiorando i soffitti e le giacche e i cappotti appesi, le sciarpe, i guanti che pendono, i cappelli di lana raggrumati. Echi di voci. E poi c’è Tommaso, il grosso gatto centenario che abita qui praticamente da sempre, il cortile di questo ex convento ora scuola elementare è la sua casa. Tutte le bambine e tutti i bambini adorano e accarezzano Tommaso che però è proprio vecchio e stufo di tante attenzioni. Ci sono gatti che stanno bene in compagnia, lui no. Ama farsi «mangiare» dal sole, soprattutto in estate. Oppure stare dentro al chiuso, magari sdraiato sopra un termosifone. Il bidello lo sa e gli ha preparato una copertina sopra il più grande termosifone al primo piano, in ghisa, quelli di una volta, vicino all’aula degli insegnanti. «Sei contento? Qui Tommaso qui…».Quello è il suo posto invernale. «Ma non cuoce? È vivo?». Ogni tanto chiede e si chiede la preside che invece i gatti proprio non li sopporta, è addirittura allergica al loro pelo. Ama i cani, se dovesse scegliere tra i due sarebbe per i cani. Ma a casa non avrebbe tempo e spazio.Tommaso viene a sdraiarsi sui piedi dei due bambini. «Ciao Tommaso, non possiamo chinarci però… siamo narcisi».Tommaso se ne frega, nemmeno li ascolta. Anzi, alza la gambetta e spruzza sulle caviglie di Mattia.«Nooooo!!! Brutta bestiaccia pelosa…».Giulio resta immobile: lui, quando decide di fare una cosa, la fa sempre come va fatta.