2021-12-28
Su test e tracciamento regna il caos
L’ondata di contagi della Omicron manda al collasso il sistema: tamponi introvabili e circa 2 milioni di persone (tra i positivi e i loro contatti) isolate e abbandonate a sé.I tamponi non bastano più, il tracciamento è fallito e le persone sono letteralmente sequestrate in casa in attesa di poter effettuare il test che metta fine al loro isolamento. Il sistema di tracing, già in forte crisi prima di dicembre, con Omicron è definitivamente saltato: i dipartimenti sanitari regionali non chiamano più i pazienti Covid per metterli in isolamento, tantomeno riescono a stare dietro ai contatti dei positivi. Ci si affida di fatto al buon senso delle persone, ma ne consegue che molti non sanno come comportarsi. Alcuni fanno finta di nulla, altri, nonostante la bulimia di informazioni, ignorano le regole. Il sospetto poi di non riuscire a prenotare un tampone di controllo finale, rende tutto ancora più complicato. Intanto, nei giorni in cui si ribadiva che nel nostro Paese c’erano pochissimi casi di Omicron, l’epidemia della nuova variante stava già esplodendo. «La media mobile a sette giorni è passata da 15.521 casi dell’8 dicembre ai 25.322 del 21 dicembre (+63,2%)». È lo stesso Gimbe a riportarlo aggiungendo che «l’impennata è stata favorita dalla rapida e progressiva diffusione della variante Omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente».Dati alla mano, la situazione in queste ore è decisamente deflagrata. Con quasi 540.000 casi accertati e ipotizzando almeno quattro contatti stretti per positivo, si arriva a un facile calcolo di circa due milioni di persone in quarantena e in attesa quindi di poter effettuare un test per tornare a lavorare, uscire e svolgere le proprie attività. Cosa succede però se risulta impossibile prenotate un tampone?Farmacie, centri privati e drive in, tutto pieno. Prenotare un test antigenico o molecolare è diventato impossibile e per poterlo effettuare si rischia di dover aspettare più giorni rispetto a quelli previsti dall’isolamento. L’alternativa è quella di dover percorrere diversi chilometri per trovare un posto libero all’interno della propria Regione, con annesse ore di fila. Non solo, anche i tamponi fai da te sono finiti nei giorni a cavallo di Natale e risultano introvabili anche online. Molte farmacie hanno chiuso le liste delle prenotazioni perché non ce la fanno più a effettuare i test e vogliono evitare gli assembramenti. I più grandi centri privati non hanno appuntamenti disponibili fino a gennaio e gli operatori che vanno a fare i tamponi a domicilio non riescono a star dietro a tutte le richieste. Prima nelle grandi città come Roma e Milano, adesso è così ovunque, in tutta Italia.Eppure tutto questo era stato ampiamente previsto dopo che le istituzioni hanno invitato a fare il tampone prima di partecipare a qualsiasi incontro, fosse questo privato o pubblico. Persone sane e vaccinate si sono precipitate a effettuare tamponi per andare a mangiare la pizza o il panettone con i parenti e per questo migliaia di persone in isolamento fiduciario o contagiate non possono controllarsi perché le prenotazioni sono finite. È il caso di Giulia, vaccinazioni in regola e positiva dal 6 dicembre: «In queste settimane prenotare i tamponi per me e la mia famiglia è stato letteralmente impossibile. Dal 23 cerco di prenotare quello che spero possa essere il mio quarto e ultimo tampone, ma non ci sono posti liberi. Lo faremo il 30, ma solo perché ho scritto alla Asl, che mi ha risposto con calma il 27, dopo le feste». Non ha avuto la stessa fortuna la signora Maria che, bloccata in casa con il figlio positivo, non riesce a fare un tampone per sapere se è positiva anche lei. A Malpensa, nell’unico centro tamponi di zona, le persone si infilano fingendo di avere una prenotazione, tanto nessuno controlla. «Risultati gridati al vento, un signore davanti a me dichiarato positivo davanti a una platea di centinaia in attesa», denuncia un cittadino. Le responsabilità di questa situazione ricadono sul governo che non è stato capace di prendere provvedimenti urgenti, amplificando paure e burocrazia. Già a metà dicembre Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, apriva all’ipotesi di chiedere un tampone anche ai vaccinati, mostrando l’evidenza della fallibilità dei vaccini nel trattenere la diffusione del virus. Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa di fine anno, ha invitato le persone in attesa di ricevere il booster a effettuare dei tamponi di controllo. Questo ha causato grande ansia nella popolazione che si è sentita in pericolo e per scrollarsi di dosso la paura di contagiare o di venire contagiati, è ricorsa al tampone. La variante Omicron, di cui si negava l’esistenza in Italia, ha fatto il resto. I giornalisti in conferenza stampa applaudivano invece di chiedere che si allargasse la platea di chi poteva offrire il test. Per esempio alle parafarmacie, che da tempo chiedono di poter effettuare i tamponi. Nei giorni di Natale, stante il caos, i drive in sono stati chiusi il 25 mentre il 24 e il 26 hanno lavorato solo mezza giornata. Stessa cosa faranno il 31 e il primo gennaio 2022. D’altronde chi è isolato non può guarire nei giorni di festa, la burocrazia non lo permette.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.