2021-09-30
Si sono accorti che la terapia esiste. Fare i giornalisti è servito a qualcosa
Dopo le campagne della «Verità» e di «Fuori dal coro», l'Aifa ha sbloccato anakinra e altri due farmaci. Finora la stampa è stata impegnata nella propaganda per i vaccini. Ma quante vite è costato questo ritardo?Ma pensa un po': le cure per il Covid esistono. Di più: funzionano. Ancora di più: sono state approvate dagli enti regolatori sia europei sia italiani. Stupefacente vero? La scienza - anzi, «Lascienza», come si usa dire - ora certifica l'efficacia delle terapie. La notizia, ovviamente, è bellissima, ma lascia un leggero retrogusto di fiele. Il problema è che, fino all'altro giorno, chiunque osasse anche solo pronunciare la parola «cura» veniva trattato da demente. Anzi, a dirla tutta accade ancora: nei talk show e sui giornali fioccano insulti non appena si suggerisce che, oltre a celebrare le virtù quasi magiche del vaccino, si potrebbe pensare anche a come affrontare (e sconfiggere) il virus tramite farmaci. Noi della Verità ne sappiamo qualcosa. Nelle ultime settimane siamo stati accusati di essere pericolosi no vax, di essere cattivi maestri, di ispirare i terroristi, di danneggiare la campagna vaccinale. Tutto perché abbiamo raccontato che alcune terapie esistono, sono efficaci e sarebbe bene che il loro utilizzo fosse esteso il più possibile.La stessa cosa è capitata a Mario Giordano. A Fuori dal coro, su Rete 4, un paio di settimane fa si è occupato di un farmaco chiamato anakinra. A dispetto del nome anche un po' inquietante, non si tratta di una pozione magica o di un rimedio sciamanico a base di zenzero e code di serpente. No, anakinra è un medicinale che ha permesso di salvare un sacco di gente durante i test effettuati allo Spallanzani di Roma e al San Raffaele di Milano, riducendo la mortalità dei malati di Covid di circa il 55%. La richiesta di approvazione del medicinale è stata presentata all'Aifa nel maggio scorso, e Giordano si è chiesto in diretta come mai non fosse ancora arrivata una risposta dopo circa sei mesi. Domanda legittima, no? Beh, a quanto pare no, visto che Mario ha subito assalti all'arma bianca. Ebbene, sapete che cosa è accaduto? Che martedì sera l'Aifa ha diffuso un comunicato stampa in cui spiega che anakinra può essere effettivamente utilizzato per curare il Covid, e che sarà addirittura coperto dal Servizio sanitario nazionale. Per altro, anakinra non è il solo farmaco approvato. Ci sono pure baricitinib e sarilumab, due immunomodulanti. Anche al più ingenuo degli osservatori non può sfuggire la curiosa coincidenza: dopo una quindicina di giorni di campagna stampa, l'Agenzia del farmaco si dà una mossa e dà il via libera a un prodotto che è rimasto sospeso nel limbo per mesi. Significa forse che esiste un complotto o che la Spectre è al lavoro? No, significa semplicemente che il giornalismo serve ancora a qualcosa. Il compito della stampa consiste nel segnalare le storture affinché siano corrette. Ed è esattamente ciò che abbiamo fatto riguardo alle cure: abbiamo sollecitato la politica e le istituzioni a occuparsi anche di quelle, poiché il vaccino, benché utile, non è risolutivo. Per settimane, però, ci hanno ripetuto che non si poteva: il compito dei cronisti - ripetevano i talebani del vaccino - è quello di far propaganda alla puntura (come se in giro non ve ne fosse già a sufficienza). Tale ossessione conduce talvolta a esiti grotteschi. Un caso emblematico è quello di Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania. Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, è apparso un articolo dal titolo curioso: «Catania, l'arcivescovo Gristina guarito dal Covid: “Salvo grazie a vaccino e monoclonali"». Leggendo il testo, si scopriva come stessero realmente le cose: nonostante fosse stato vaccinato con due dosi, durante una sessione di esercizi spirituali il monsignore si è nuovamente contagiato. A quel punto, per uscirne, ha dovuto correre all'ospedale Cannizzaro e sottoporsi «alla terapia degli anticorpi monoclonali effettuata dal dottor Carmelo Iacobello (primario Unità operativa complessa Malattie infettive dell'ospedale Cannizzaro di Catania)». Capito? Il vescovo si è salvato grazie alle cure. Ma la linea dominante imponeva che non si dovesse scrivere: raccontando la storia del prelato era obbligatorio ribadire i meriti del vaccino, e non puntare i riflettori sulle cure. Se permettete, questa non è scienza: è psicosi. Per quale motivo - diteci - non si dovrebbe, ogni tanto, concentrare l'attenzione anche sulle terapie? Sappiamo che i monoclonali funzionano. L'Oms, pochi giorni fa, ha dato il via libera a un trattamento a base dei due anticorpi monoclonali casirivimab e imdevimab (trattasi del cosiddetto Regeneron utilizzato anche da Donald Trump ormai parecchio tempo fa). Non sono gli unici a essere regolarmente utilizzati. Si usano anche bamlanivimab e etesevimab della multinazionale Eli Lilly, il sotrovimab di GlaxoSmithKline. Eppure, pensate, non più tardi di un anno fa il governo rifiutò una fornitura gratuita di flaconi proprio da Eli Lilly. Come mai? Forse perché ogni energia, ogni pensiero, ogni singolo respiro doveva essere concentrato sul vaccino, tanto da far passare le cure in secondo piano? Ovviamente sì. Eppure, fare pressione, mostrare che le cure esistono sarebbe utile a tutti. Giova ripeterlo: non parliamo di macumbe o di strani composti druidici. Stiamo parlando di frutti della ricerca scientifica che risultano efficaci e vengono utilizzati. Ce ne sono vari, ormai, approvati dalle autorità internazionali e testati da signori esperti. Per mesi, però, sono stati demonizzati, oscurati e ignorati. Chiaro: medici e ricercatori hanno continuato a lavorare nell'ombra. Ma il caso di anakinra dimostra quanto possa essere importante la visibilità mediatica: può velocizzare i processi, aiuta a togliere di mezzo gli intoppi. Sì, ora sappiamo che di terapie ne esistono eccome, ci viene detto che funzionano dagli organismi deputati al controllo. È una splendida notizia. Ma quanto tempo abbiamo perso, e quante persone sono morte, perché alle cure, in tutti questi mesi, non è stata dedicata abbastanza attenzione?