2025-05-07
Tempi dilatati e paracadute anti crisi. Il sistema teutonico vive sull’inciucio
Frank-Walter Steinmeier (Ansa)
Il flop non è stato letale perché la Costituzione concede addirittura 14 giorni di tentativi.Quello che è successo ieri mattina non ha alcun precedente nella storia della Germania postbellica: mai era accaduto che un candidato cancelliere non venisse eletto alla prima votazione. Se fossimo in Italia, l’aspirante presidente del Consiglio, oltre a ricevere una salva di pernacchie, se ne dovrebbe tornare a casa con le pive nel sacco, senza alcuna speranza di fare un secondo tentativo. Trovandoci in Germania, tuttavia, le cose funzionano in maniera diversa. Le pernacchie, ovviamente, il cancelliere in pectore se le becca lo stesso. Proprio come è avvenuto ieri a Friedrich Merz. Secondo la Costituzione teutonica, però, il candidato alla cancelleria ha la facoltà di sottoporre ai deputati il suo nome tutte le volte che vuole. L’importante è che il candidato sia sempre proposto dal presidente della Repubblica, in questo caso da Frank-Walter Steinmeier. Naturalmente, il capo dello Stato propone solo i nomi che hanno una reale possibilità di ricevere la fiducia del Parlamento. E quindi si tratta generalmente del leader del partito (o della coalizione) che ha vinto le elezioni federali. In questo caso, appunto, Merz. La procedura parlamentare che porta alla nomina ufficiale del cancelliere è normata dall’articolo 63 della Costituzione tedesca. La legge fondamentale (Grundgesetz) prevede tre fasi, anche se dal 1949 a ieri non si era mai andati oltre la prima. Nella fase iniziale, che corrisponde di fatto alla prima votazione, il candidato alla cancelleria ha bisogno della maggioranza assoluta, che in Germania viene definita, non a caso, «maggioranza del cancelliere». Essendo il Parlamento composto da 630 deputati, per l’elezione sono quindi necessari 316 voti favorevoli. Ieri invece, al primo turno di votazioni, Merz ha sì ricevuto più voti a favore che contro (310 a 307), ma non ha comunque ottenuto la maggioranza assoluta. Lo scrutinio dei deputati, peraltro, è segreto.Qualora il candidato non ottenga la maggioranza assoluta alla prima votazione, la Costituzione prevede una seconda fase, che dura 14 giorni. In questo lasso di tempo, l’aspirante cancelliere può sottoporsi al voto tutte le volte che lo ritenga opportuno. Anche se, ovviamente, farsi bocciare una dozzina di volte non mette certo il candidato in buona luce. Durante questo periodo, inoltre, per l’elezione alla cancelleria è sempre richiesta la maggioranza assoluta del Bundestag e lo scrutinio rimane segreto.Al termine di questi 14 giorni, si entra poi nella terza e ultima fase, in cui al candidato sarà sufficiente ottenere una maggioranza relativa. Se anche in questo caso non fosse possibile eleggere un cancelliere, entrerebbe in gioco direttamente il presidente della Repubblica. Il quale ha due possibilità: nominare il candidato che ha ottenuto più voti, oppure sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, che dovranno svolgersi entro 60 giorni. Per fortuna di Merz, eletto al secondo tentativo, tutto questo iter non è stato necessario.Insomma, il tanto elogiato sistema tedesco, pur di garantire la stabilità dei governi, permette e, anzi, promuove ogni sorta di inciucio, trasformando per ben due settimane il Bundestag in un mercato delle vacche. Come se non bastasse, poi, espone il cancelliere «trombato» al pubblico ludibrio, indebolendo sensibilmente la Germania sulla scena internazionale. Se così stanno le cose, il tanto vituperato sistema italiano - tutt’altro che perfetto - non è poi così male.
Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli