Televisione

MasterChef, un rito televisivo che non invecchia
Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri al photocall di MasterChef (Ansa)

La quindicesima stagione di MasterChef Italia, al via ieri su Sky, conferma la forza di un format immutabile: giudici rodati, prove iconiche e una scrittura autoriale che bilancia tradizione, ritmo e personaggi, rendendo il talent un appuntamento ormai rituale.

Come il Natale, parte di un rituale che, di anno in anno, si ripete identico a se stesso. MasterChef Italia, la cui quindicesima stagione è partita ieri su Sky nella prima serata di giovedì 11 dicembre, è l'usato sicuro, quello che vince. Di più, convince. Senza, per giunta, avere bisogno di colpi di scena. Il talent show, alla cui giuria siederanno, ancora una volta, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, è riuscito nella mirabile impresa di bastare a se stesso, elevando quel che avrebbe potuto essere un triste effetto già-visto a chiave del proprio successo.

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«Little Disasters»: tra maternità e dilemmi familiari la nuova serie di Sarah Vaughan
«Little Disasters: L'errore di una madre» (Paramount+)

La serie Little Disasters: L'errore di una madre, tratta dal romanzo di Sarah Vaughan, esplora con delicatezza le complessità della maternità, tra dubbi, solitudine e relazioni fragili, senza retorica né colpi di scena eccessivi.

Little Disasters, cui la traduzione italiana ha apposto un sottotitolo, L'errore di una madre, è nato come romanzo. Uno di quelli scritti da Sarah Vaughan, celebrata all'estero come nuovo genio della letteratura dimenticabile: quella, per intendersi, che non cementifichi in pietra miliare, ma consenta a chi ne fruisca di vivere fra le pagine di un libro, dimentico del mondo circostante.

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«The Rainmaker» torna in tv: il legal drama di Grisham cambia città e prospettiva
«The Rainmaker» (Sky)

La nuova serie di The Rainmaker, prodotta anche da John Grisham, approda su Sky rinnovata per una seconda stagione. Dieci episodi tra Charleston e le zone d’ombra della legalità, seguendo il percorso di un Rudy Baylor più ingenuo e disincantato.

The Rainmaker ha già avuto i suoi passaggi fortunati, prima bestseller, poi pellicola a firma di Francis Ford Coppola. Ma la storia di John Grisham, parabola perfetta per descrivere la mutevolezza delle idee, specie di quelle che l'ambizione, il potere e il denaro possono plasmare a proprio piacimento, non ha finito di chiedere adattamenti. L'ultimo, voluto tra gli altri dallo stesso Grisham, annoverato tra i produttori esecutivi, ha la forma di un racconto seriale, declinato in dieci episodi e rinnovato anzitempo per una seconda stagione.

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Fiorella Pierobon: «Non sono morta, faccio l’artista in Francia»
L'atelier di Fiorella Pierobon (Fabrizio Carnelutti)
L’ex annunciatrice di Canale 5 ha reciso il legame con la tv per dedicarsi, in anonimato, al suo atelier di tele e sculture a Nizza. «Se la gente entra, ora lo fa perché davvero interessata al mio lavoro. Ma tanti siti Web speculano su di me: “Ci ha lasciato...”».

Nelle sue 40.000 apparizioni televisive, Fiorella Pierobon, per molti anni popolare volto di Canale 5, non ha mai dimenticato una vocazione che fin da bambina portava nell’anima, quella per l’arte. Annunciatrice e conduttrice tv, dopo aver lasciato, nel 2003, il piccolo schermo, si è trasferita a Nizza, in Francia. Qui, a casa e nel suo atelier al 31 di rue Droite, la via degli artisti, realizza dipinti e sculture.

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Su Netflix arriva «L’amore è cieco», il reality che mette alla prova i sentimenti al buio
«L’amore è cieco» (Netflix)
Il nuovo reality di Netflix riunisce single che si conoscono senza vedersi, parlando attraverso cabine separate. Solo dopo dieci giorni al buio possono incontrarsi e capire se la sintonia nata dalle parole regge alla realtà.

L'amore è cieco, sulla cui locandina campeggiano sorridenti Fabio Caressa e Benedetta Parodi, dovrebbe portare con sé un punto di domanda: qualcosa che lasci aperto agli interrogativi, al dubbio, all'idea che no, l'amore possa avere bisogno di vederci benissimo. Lo show, il cui titolo rievoca la saggezza (presunta) popolare, cerca di provare empiricamente la veridicità del detto. Non è, dunque, un dating show canonico, in cui single stanchi della propria solitudine si mettano a disposizione di chi, come loro, voglia trovare una controparte per la vita.

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