2021-09-04
Il governo talebano è in dirittura. Le casse sono vuote e l’Isis affila le armi
Talebani all'aeroporto di Kabul (Getty Images)
La resistenza si organizza, si combatte nella valle del Panjshir. Senza aiuti internazionali, il Paese è sull'orlo della bancarotta.Sarà il cofondatore talebano mullah Baradar a guidare il nuovo governo afgano che sarà annunciato a breve (forse già nelle prossime ore) mentre nella valle del Panjshir si combatte furiosamente e su questi scontri si consuma anche la guerra di propaganda con i talebani che mostrano i corpi dei ribelli uccisi e lo stesso fanno gli uomini che rispondono ad Ahmad Massoud, figlio di Ahmad Shah Massoud, il leone del Panjshir, leggendario combattente durante la lotta contro l'esercito invasore sovietico ed in seguito contro i talebani e Al Qaeda che lo farà uccidere il 9 settembre del 2001. A proposito di Ahmad Massoud va registrata la presenza degli uomini dell'autoproclamato Fronte nazionale della resistenza, eterogeneo sul piano etnico e politico, ma unito dalla necessità di serrare le fila per non arrendersi al nemico.Quanti sono? C'è chi parla di diverse migliaia di ribelli tagiki e combattenti di clan locali, milizie regionali, militari dell'Esercito nazionale afgano che non sono passati armi e bagagli con i talebani ma i numeri sarebbero inferiori alle attese così come nessuno a livello internazionale si sta muovendo (anche informalmente…) per sostenere lo sforzo bellico.Per tornare alla compagine governativa che si sta formando tra furibonde liti, veti e contro veti tra i i vari leader, molti dei quali rispondono a signori della guerra, è certo che sarà un governo di soli uomini con buona pace delle belle parole e delle richieste di un gruppo di donne afgane attiviste della società civile che ha organizzato ieri pomeriggio una manifestazione a Kabul per chiedere la loro inclusione nel futuro governo, nei processi decisionali e un ruolo nella politica del futuro Afghanistan. Al momento i talebani hanno affermato che le donne possono lavorare nelle Istituzioni governative ma non in posizioni di alto rango.Come sarà composto il governo? Il mullah Baradar sicuramente sarà a capo dell'Ufficio politico dei talebani e sarà affiancato dal mullah Mohammad Yaqoob, figlio del defunto cofondatore dei talebani, il mullah Omar, e da Sher Mohammad Abbas Stanekzai. Mentre il capo religioso supremo dei talebani, Haibatullah Akhunzada «si concentrerà sulle questioni religiose e sul governo nel quadro dell'Islam», hanno affermato alcune fonti locali.Nel frattempo che a Kabul si discute di posizioni di potere e quindi di chi gestirà immense partite quali lo sfruttamento delle risorse naturali che fanno gola a Cina, Russia, Turchia e degli inconfessabili traffici quali quello dell'oppio (anche se i talebani affermano che questo sarà vietato), le casse dello Stato sono vuote o quasi e secondo alcuni osservatori internazionali per l'economia afghana la catastrofe è imminente visto che da decenni dipende dalle centinaia di milioni di dollari di aiuti esteri, specie quelli americani che ora non ci saranno (forse) più. A proposito di soldi, l'Amministrazione americana non ha alcuna intenzione di far affluire in Afghanistan i circa dieci miliardi di dollari, l'oro afghano, alcuni investimenti e le riserve di valuta estera parcheggiate negli Stati Uniti (Bank of New York); tutti beni che l'Amministrazione Biden ha congelato dopo la vittoria dei talebani.Si avvicina anche lo spettro di una crisi umanitaria per l'Afghanistan alle prese con la siccità e le devastazioni di un conflitto che ha ucciso circa 240.000 cittadini. A tal proposito non va dimenticato che la popolazione stava già lottando per sfamare le loro famiglie ben prima che i talebani prendessero il potere e milioni di persone potrebbero ora affrontare la fame. «Dal 15 agosto abbiamo visto la crisi accelerare e amplificarsi con l'imminente collasso economico che sta arrivando in questo Paese», ha detto alla Reuters Mary-Ellen McGroarty, direttrice del Programma alimentare mondiale in Afghanistan.Sul fronte della sicurezza interna la tensione è altissima perché si teme che l'Isis-Khorasan stia organizzando un grosso attentato proprio il giorno dell'annuncio del nuovo governo e nemmeno i talebani sono in grado di impedire che questo accada perché il nemico giurato benché esiguo nei numeri ha grande capacità di movimento: armi e solidi contatti tra la popolazione.A proposito del gruppo locale legato all'Isis, giovedì notte è stato pubblicata la rivista Al Naba il settimanale dello Stato islamico che ha dedicato ben cinque pagine alla strage di Kabul facendosi beffe degli Stati Uniti e promettendo che quanto accaduto è solo l'inizio della loro lotta. Propaganda quella dello Stato islamico e di Al Qaeda che si sono fatte incessanti da diverso tempo anche se i media talvolta sembra se ne dimentichino. Secondo l'analista strategico Franco Iacch: «Per molto tempo ritenuti insulsi dall'Occidente, i testi strategici dello Stato islamico e di Al Qaeda hanno avuto l'obiettivo di creare attori con obiettivi assolutisti o non negoziabili, per quella profonda dicotomia tra bene e male». Quali sono le caratteristiche di un testo jihadista? «Di certo il ricorso alla narrativa apocalittica. Tali riferimenti sono concepiti per creare una maggiore predisposizione nell'attaccare i bersagli con un'elevata concentrazione di civili».