2021-08-21
Metalli preziosi, droga e cemento. Il bilancio segreto dei miliziani
Il gruppo estremista «fattura» 1,6 miliardi di dollari all'anno. Soldi anche dal prelievo fiscale ai cittadini Il tesoro della banca centrale resta tra Londra e New York. Così il report sbugiarda l'Alleanza atlantica.I talebani ora che sono al potere dovranno affrontare molte partite e una delle più importanti è quella finanziaria. Chi gestirà i soldi del gruppo e chi dovrà far funzionare la macchina amministrativa? Il mullah Mohammad Yaqoob, il nuovo e ambizioso capo militare, figlio del defunto leader spirituale talebano Mullah Mohammad Omar. Toccherà a lui gestire la complessa macchina finanziaria che oggi funziona molto bene. Il gruppo ha incassato solo nel 2020 circa 464 milioni di dollari dall'estrazione mineraria, 416 milioni dalla droga (oppio e eroina) e 240 milioni da «Paesi stranieri e individui»; altri 240 milioni di dollari dalle esportazioni, 160 milioni dalle tasse e 80 milioni dal settore immobiliare.Chi sono questi «Paesi stranieri e individui» che donano ai Talebani? È tutto scritto nei report che da mesi circolano nelle scrivanie di coloro che contano: Pakistan, Iran, alcuni Paesi del Golfo Persico, tra cui l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti (entrambi alleati degli Usa) e il Qatar, il protettore di Hamas e della Fratellanza musulmana.Da quando il mullah Yaqoob detiene i cordoni della borsa dei Talebani il gruppo ha ampliato le entrate da meno di 1 miliardo di dollari a 1,6 miliardi di dollari e questa cifra è destinata a salire. I guadagni dall'estrazione mineraria sono passati da 35 milioni di dollari nel 2016 a 464 milioni di dollari nel 2020. Chi sono stati i maggiori clienti? La Cina e gli Emirati Arabi Uniti.Altre cifre sono raccolte in un report che sarebbe dovuto restare segreto all'interno della Nato del quale però nel settembre 2020 parlò Radio Free Europe citando alcuni passi a dir poco premonitori: «A meno che non venga intrapresa un'azione globale, i Talebani rimarranno un'organizzazione estremamente ricca, con un flusso di finanziamenti autosufficiente e supporto esterno dai Paesi della Regione». E ancora: «Il ruolo di forza destabilizzante, non solo nell'Asia meridionale ma a livello globale, sarà rafforzato solo dal ritiro degli Stati Uniti dal teatro afghano e dal previsto ritorno all'equazione del potere a Kabul».Quindi si sapeva cosa sarebbe successo a breve in Afghanistan, chi erano e quanti erano i talebani e persino quanti soldi avevano, eppure, le cose sono andate come sappiamo. Che i Talebani fossero molto forti anche a livello finanziario era fatto noto sia agli americani che ai loro partner della Nato almeno dal 27 maggio 2020, quando venne presentata L'undicesima Relazione del gruppo di supporto analitico e di controllo delle sanzioni proposta ai sensi della Risoluzione 2501(2019) relativa ai talebani e ad altri individui ed entità associate che costituiscono una minaccia per la pace, la stabilità e la sicurezza dell'Afghanistan.Nel documento c'è tutto: il numero di coloro che si sarebbero poi impadroniti dell'Afghanistan già allora stimati tra gli 85.000 e i 100.000, i rapporti organici con Al Qaeda e le altre fazioni terroriste (vedi la rete Haqqani) e persino la capacità finanziaria del gruppo. Nel documento, infatti, leggiamo che «i talebani hanno raggiunto, o sono vicini al raggiungimento, dell'indipendenza finanziaria e militare: uno scenario che potrebbe consentire al gruppo estremista sunnita di rinnegare gli impegni chiave che ha assunto nell'ambito di un Piano di pace mediato dagli Stati Uniti volto a porre fine alla guerra di 19 anni».Ma la vera partita che i talebani devono giocare è quella relativa ai 10 miliardi di dollari della Da Afghanistan Bank (Dab) la Banca centrale afghana. Il più recente rendiconto finanziario mostra che Dab detiene un patrimonio totale di circa 10 miliardi di dollari, inclusi 1,3 miliardi di dollari di riserve auree e 362 milioni di dollari di riserve di liquidità in valuta estera, sulla base dei tassi di conversione valutaria dello scorso 21 giugno, data del Rapporto. Dove sono questi soldi? Sorpresa ma non troppo, in Inghilterra presso la Bank of England e nei caveau della Federal Reserve Bank di New York che detiene, sempre secondo il report, lingotti d'oro per un valore di 101.770.256.000 moneta locale (all'epoca 1,32 miliardi di dollari) per conto della Banca centrale. Difficilmente i talebani potranno disporne anche perché un funzionario dell'Amministrazione americana ha dichiarato alla Reuters: «Qualsiasi attività della Banca centrale che il Governo afgano ha negli Stati Uniti non sarà messa a disposizione dei talebani».I talebani per il momento dovranno accontentarsi dei 362 milioni di dollari in contanti e dei 160 milioni di dollari in lingotti d'oro e monete d'argento custoditi nel caveau della Banca centrale presso il Palazzo presidenziale di Kabul dove oggi siedono i barbuti islamisti. Intanto il Fondo monetario internazionale ha sospeso l'accesso dell'Afghanistan alle risorse del Fmi, inclusi circa 440 milioni di dollari in nuove riserve monetarie, a causa «della mancanza di chiarezza sul governo del paese» dopo che i talebani hanno preso il controllo di Kabul.