2025-03-06
Bce all’ultimo taglio. La ripresa è sparita, l’inflazione resta e i salari arrancano
Tassi al 2,5% aspettando la Fed: crescita rivista al ribasso. Fabi: «Sui mutui previsti risparmi fino a 2.400 euro l’anno».La Bce come previsto ha ridotto i tassi di un altro 0,25% , portandoli al 2,5%. Questo è il sesto taglio consecutivo da giugno dello scorso anno. Un passo che segna una chiara svolta nella politica monetaria dell’Eurozona. La decisione era attesa, ma ha suscitato comunque molte riflessioni sui suoi effetti, considerando le difficoltà economiche e le incertezze geopolitiche che pesano sull’Europa. La Bce non è nuova errori di valutazione: post Covid ha tenuto i tassi bassi ritenendo l’impennata dell’inflazione transitoria. Tranne poi prendere atto del principio di realtà imponendo una stretta mortale che ha fatto scendere la febbre ai prezzi ma contemporaneamente ha messo in ginocchio l’economia europea. Christine Lagarde, nel corso della consueta conferenza stampa, ha spiegato che il taglio è frutto di un dibattito approfondito. Non ci sono state opposizioni formali da parte dei membri del consiglio, sebbene il governatore della Banca d’Austria abbia scelto di astenersi. La novità, tuttavia, non è tanto nel taglio quanto nel cambiamento di linguaggio. Nelle comunicazioni precedenti, Lagarde aveva definito la politica della Bce come «restrittiva». Da ieri il tono è più cauto, ritenendo ormai raggiunta la soglia di neutralità finanziaria.Lagarde ha sottolineato che la politica monetaria dell’Eurozona sta diventando «significativamente meno restrittiva», ma ha anche avvertito che qualsiasi ulteriore azione dipenderà strettamente dalle condizioni economiche future. «Se i dati ci indicano che per raggiungere la nostra destinazione dovremo ancora tagliare i tassi, lo faremo», ha dichiarato il presidente, evidenziando però che, in caso contrario, la Bce non procederà con altre riduzioni, ma piuttosto «farà una pausa». L’approccio «data dependent» indica che la Bce sta cercando di essere più flessibile, dato il contesto incerto che sta attraversando l’Europa. Senza contare, ovviamente, che bisogna tenere conto di quello che farà la Fed.Anche per questo gli esperti sono divisi sulle prospettive. Alcuni analisti, come quelli di Morgan Stanley, ipotizzano che la Banca centrale europea possa fermarsi nel prossimo incontro, previsto per il 17 aprile, per valutare gli effetti delle sue politiche sulla ripresa della zona euro. Altri, come gli economisti della banca olandese Ing, credono che l’incertezza economica e l’aumento della spesa pubblica, soprattutto in Germania, potrebbero indurre la Bce a rallentare la discesa dei tassi.Un aspetto che sta pesando sul dibattito economico europeo è il maxi fondo da 500 miliardi di euro creato dalla Germania per finanziare la Difesa e le infrastrutture. Un’iniziativa che, pur necessaria per la sicurezza europea, contribuirà a creare nuovo debito. Questo, a sua volta, potrebbe aumentare i costi di finanziamento per i governi e le imprese, rallentando gli investimenti privati e limitando la crescita economica. L’inflazione rimane uno degli altri grandi temi per la Bce. Sebbene nella zona euro sia scesa sotto il 3%, il percorso per il ritorno all’obiettivo del 2% resta incerto. I salari, in particolare, aumentano ma quasi solo nel settore dei servizi alimentando pressioni sui prezzi. Ma nel complesso il potere d’acquisto resta molto basso.Le aziende stanno provando a contenere gli aumenti assorbendo i maggiori costi nei loro bilanci. Ma rimane difficile prevedere quando l’area euro raggiungerà finalmente una stabilità duratura.Inoltre, la Bce deve affrontare anche le sfide geopolitiche globali. La guerra in Ucraina, le crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti e l’esigenza di aumentare le spese per la Difesa in Europa stanno creando un clima di incertezza che complica ulteriormente le decisioni. Lagarde ha messo in guardia sul fatto che un’escalation delle tensioni commerciali potrebbe ridurre la crescita dell’Eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l’economia globale.Le stime per l’Eurozona sono state riviste al ribasso. La Bce prevede una crescita dello 0,9% per il 2025, rispetto alla previsione precedente dell’1,1%. Questo rallentamento è attribuito a una serie di fattori, tra cui le difficoltà nelle esportazioni e degli investimenti e le incertezze politiche e commerciali.La situazione resta quindi complessa. Sebbene la Lagarde stia cercando di stimolare l’economia attraverso il taglio dei tassi, le sfide rimangono molteplici.A essere contenti saranno gli italiani che hanno acquistato la casa con il mutuo. Da uno studio della Fabi emerrgono i benefici: su un finanziamento da 100.000 euro a 20 anni, la rata si ridurrà di 76 euro al mese, mentre per lo stesso importo a 30 anni il risparmio sarà di 81 euro. Per un finanziamento di 250.000 euro a 30 anni, la riduzione mensile arriva a 203 euro, pari a oltre 2.400 euro annui
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)