Eppure dobbiamo sperare che il taglio dei vitalizi regga. Lo so che i portavoce dei vampiri in queste ore stanno festeggiando: l'accoglimento di quattro ricorsi, da parte del collegio di giurisdizione della Camera, è un primo duro colpo per la riforma varata dalla maggioranza gialloblù. E i difensori del privilegio antico già pregustano la vittoria finale, con sentenze in grado di abbattere, colpo dopo colpo, tutti i tagli e di ripristinare lo status quo del vitalizio intoccabile assoluto. Il rischio c'è, è chiaro. Ma sarebbe un guaio se diventasse realtà.
Intanto cerchiamo di capire quello che è successo. I ricorsi di cui stiamo parlando non sono quelli presentati (in massa) ai tribunali di tutta Italia, ma quelli presentati allo stesso Parlamento. L'ufficio di presidenza della Camera, infatti, nell'approvare la norma si era detto disponibile a rivederla e aggiustarla nel caso si fosse dimostrata troppo penalizzate per qualcuno. Così è stato. Duecento persone hanno presentato ricorso a Montecitorio per ottenere una sospensiva. E in quattro casi questa richiesta è stata ritenuta legittima. Quindi, per questi casi, il taglio dei vitalizi, che dovrebbe essere operativo dal 1° gennaio, verrà rimandato. O, in alcuni casi, direttamente cancellato.
A prendere questa decisione (lo ripetiamo) non sono stati i giudici, ma la stessa Camera dei deputati. Fra l'altro il collegio di giurisdizione è formato da tre parlamentari, uno del Pd, uno della Lega e uno dei 5 stelle: quindi si può dire che non si tratta di una «bocciatura» che viene dall'esterno, ma di una «correzione» della norma da parte della stessa maggioranza che l'ha varata, relativamente ad alcuni casi specifici. Di che casi si tratta? Una è una vedova di 97 anni che non avrebbe più i soldi per pagare l'ospizio che la ospita. Poi c'è un'altra vedova, anziana e malata, assistita da una badante 24 ore su 24, che vive con la reversibilità del marito di 1.970 euro netti al mese. Poi c'è un'ex onorevole comasco, 93 anni, ex deputato socialista e poi del Psiup, anch'egli in difficoltà economiche.
Certo: qualcuno potrebbe chiedersi se dalle istituzioni viene riservata tanta attenzione anche agli italiani che non sono stati parlamentari e che pure si trovano nelle stesse condizioni (e non sono pochi). Così come ci si potrebbe chiedere chi paga la badante a chi ha lavorato per 40 anni in fabbrica, senza nemmeno avere la fortuna di un vitalizio in tenera età o di un maxi stipendio da parlamentare per una parte rilevante della propria vita. Domande legittime, sia chiaro. Eppure penso che la sospensione per quei casi sia stata giusta: nessuno può festeggiare se una vedova di 97 anni viene sbattuta fuori dall'ospizio o se un novantatreenne che è stato parlamentare della Repubblica negli anni orgogliosi del dopoguerra finisce in mezzo a una strada.
Per cui bene hanno fatto, io penso, i parlamentari della Lega e dei 5 stelle ad «aggiustare» la norma. Ancora una volta, infatti, nonostante i suoi numerosi errori, questa maggioranza dimostra di avere più buon senso di coloro che la attaccano a testa bassa. E nel caso specifico si dimostra che il taglio dei vitalizi non ha, in sé, nulla di punitivo o di vendicativo, non si basa sulla voglia di rivalsa sociale o sul desiderio di vedere qualche ex parlamentare ridotto a mendicante. Al contrario è un modo di abolire un privilegio insensato, che non è tollerato dagli italiani e che contribuisce in modo evidente a creare quel distacco dalla politica e dalle istituzioni che mina la nostra Repubblica.
Per questo tagliare i vitalizi insensati, e accettare questo taglio, è il modo migliore per aiutare la democrazia nel nostro Paese. E per questo è ancora più indisponente e irritante l'esultanza dei Maurizio Paniz di turno e di tutti gli altri difensori d'ufficio dei vampiri. Perché un conto è evitare che una novantasettenne vedova di un parlamentare venga sbattuta fuori dall'ospizio. Un altro conto è difendere il privilegio dei vari Sergio D'Antoni, Luciano Violante, Paolo Cirino Pomicino, Lamberto Dini, Angelo Pezzana, Piero Craveri, eccetera, quelli che pretendono doppia o tripla pensione, che incassano il vitalizio oltre a un assegno Inps che gli abbiamo regalato con i contributi figurativi, quelli che si mettono in tasca 2.000 euro netti ogni mese pur avendo «lavorato» (si fa per dire) una settimana in Parlamento, eccetera eccetera. E usare la vedova novantasettenne, salvata da un intervento di buon senso, per cercare di salvare l'ingordigia dei vecchi notabili è una strada di certo percorribile, perché tutto può succedere in questo Paese. Ma è una strada ricoperta di vergogna. E anche di pericoli. Perché il buon senso non è detto che duri per sempre…
- Guarda qui il video editoriale di Mario Giordano
- All'interno la terza parte della lista degli oltre 1.000 privilegiati a cui sarà decurtata la pensione.
Il fuoco incrociato sulla sforbiciata ai vitalizi degli ex parlamentari si sta rapidamente trasformando in un incendio, che divampa fin dentro l'Assemblea regionale siciliana. Sono di ieri le dichiarazioni al vetriolo del presidente Gianfranco Miccichè dopo che ha saputo dell'intenzione del suo vice, Giancarlo Cancelleri dei 5 stelle, di portare il taglio «Fico» anche dentro Palazzo dei Normanni. «Questa non è una proposta, è una vendetta contro chi ha fatto politica - riporta Repubblica - e io non accetto vendette e demagogia dentro l'Assemblea», ha tuonato il presidente del parlamento regionale.
La reazione di Cancelleri non si è fatta attendere ed è arrivata tramite un video direttamente dalla sua pagina Facebook: «Io ed Elena (la sua compagna ndr) ne abbiamo parlato. Dove si mangia in due si mangia anche in tre, Gianfranco, ti aspettiamo», ha detto invitandolo ironicamente a pranzo e salutandolo così: «Basta che mi aiuti a tagliare i vitalizi». E mentre ieri il ministro Luigi Di Maio dal Festival del lavoro di Milano proclamava: «Tagli la prossima settimana, poi passerò alle pensioni d'oro», frase che si aggiunge a quella del giorno prima: «Noi i vitalizi ve li togliamo, mettetevi l'anima in pace», qualcuno da Montecitorio punta il dito e parla di «cattiveria e accanimento dei 5 stelle verso gli ex parlamentari, che in alcuni casi hanno 95 anni e prendono solo 2.000 euro al mese dovendoci pagare la badante o la casa di riposo». Dalla Lega prosegue il levarsi di qualche perplessità: «Non ci può essere alcun provvedimento finché non verremo messi nelle condizioni di capire dettagliatamente la portata della delibera», ha spiegato alla Verità il deputato leghista Marzio Liuni, alla segreteria dell'ufficio di presidenza della Camera.
«Fin dal principio noi della Lega abbiamo chiesto a Di Maio, al ministro Riccardo Fraccaro e a Mirella Liuzzi, che è anche lei in ufficio di presidenza, di fornirci documenti aggiornati perché le tabelle che ci sono state sottoposte sono vecchie, inadatte e non permettono di procedere alla delibera», ha aggiunto manifestando preoccupazione. «L'onorevole Liuzzi ci ha fatto sapere che il parere legale che abbiamo chiesto d'urgenza sul provvedimento, è arrivato, ma è stato poi inviato all'avvocatura di Stato per un controllo ulteriore. Dice che sarà pronto martedì». Nel frattempo non c'è che da sperare, e sulle liste di nomi con vitalizi ricalcolati che sono trapelate: «In ufficio di presidenza non ne abbiamo visto neppure l'ombra, lì sono arrivate, come ho detto, solo le tabelle con i coefficienti».
A questo punto si deve attendere la convocazione del presidente Roberto Fico che «in teoria dovrebbe essere per il 5 luglio, ma nel frattempo domani (2 luglio ndr) manderò un'altra lettera al Presidente per avere a stretto giro di posta tutti i documenti necessari per studiare un provvedimento serio». In queste ore del taglio ai vitalizi si sta occupando anche la collega di Liuni, Anna Rita Tateo, sempre facente parte della segreteria dell'ufficio del presidente Fico, che da avvocato civilista si sta interessando degli aspetti più strettamente legali del provvedimento.
L'abbiamo raggiunta al telefono mentre era in viaggio verso Pontida con i suoi colleghi di partito: «Sto studiando giorno e notte perché è una fattispecie del tutto nuova e nonostante io sia favorevolissima alla delibera, so che può essere realizzata solo con una scrupolosa valutazione di tutti gli aspetti legali e costituzionali». Silvana Comaroli, la terza componente della segreteria dell'Ufficio di presidenza in quota Lega, si è detta favorevole alla delibera: «Voterò sì per una proposta di buon senso, anche perché gli ex parlamentari coinvolti avranno pur sempre la loro pensione, quindi il vitalizio è qualcosa in più che può essere tranquillamente ridimensionato». E sul rischio di una class action dei vecchi inquilini di Montecitorio: «Il rischio c'è, ho ricevuto minacce via mail». Per fare il punto sulla situazione, infine, abbiamo raccolto anche il pensiero di Ettore Rosato (Pd), vicepresidente dell'ufficio di presidenza della Camera: «Noi siamo favorevoli al ricalcolo dei vitalizi, ma siamo anche concordi nel farlo attraverso una legge».
Sottolineando che «i 5 stelle sembrano voler porre in essere una delibera fragile per poi farsela bocciare in qualche altra sede e gridare allo scandalo». Il Partito democratico, dunque voterà a favore, «ma faremo di sicuro degli emendamenti per modificare la delibera in vari punti».





