Il pool internazionale subentra alle inchieste belghe sull’incredibile scambio di messaggi tra Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato del colosso farmaceutico nel pieno delle trattative per l’acquisto dei vaccini Covid.
Le trattative private con l’ad di Pfizer stanno creando seri problemi a Ursula von der Leyen. Il presidente della Commissione europea che punta a essere riconfermata è ora nel mirino della Procura europea (Eppo), che ha preso il posto della magistratura belga nelle indagini sui negoziati super segreti della Von der Leyen con Albert Bourla.
È la prima volta che la Procura dell’Ue avvia un’indagine che coinvolge direttamente l’inquilino del piano più alto di Palazzo Berlaymont a Bruxelles, sebbene non sia stata ancora formulata alcuna accusa ufficiale.
Il presunto coinvolgimento, con «interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi» secondo i documenti legali visionati dall’edizione europea di Politico e da un portavoce della Procura di Liegi, sono accuse molto pesanti, soprattutto con le elezioni europee tra un paio di mesi.
A capo di Eppo, istituzione indipendente dell’Ue, operativa da giugno 2021 e con sede in Lussemburgo, c’è l’ex procuratore capo della direzione nazionale anticorruzione della Romania, Laura Kövesis, supportata da 22 procuratori europei di Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Per l’Italia, il primo a essere stato nominato era stato Danilo Ceccarelli, già sostituto procuratore di Milano, con un’esperienza pluriennale in Kosovo in qualità di procuratore internazionale nella missione europea Eulex di supporto a istituzioni, autorità giudiziarie e polizia. Nel giugno scorso, procuratore europeo per il nostro Paese era diventato Andrea Venegoni, già in servizio presso la Corte suprema di cassazione.
Compito dell’Eppo è «indagare, perseguire e portare in giudizio reati quali frodi, corruzione e riciclaggio che ledono gli interessi finanziari dell’Ue». L’ultima relazione annuale della Procura europea mostra che alla fine del 2023 contava un totale di 1.927 indagini attive, con un danno complessivo stimato per il bilancio Ue di 19,2 miliardi di euro. Rischia di aggiungersi anche il danno provocato dalla Von der Leyen.
Lo scorso ottobre, Eppo confermò di avere un’indagine in corso sull’acquisizione di vaccini Covid-19 nell’Unione europea, precisando che «nessun ulteriore dettaglio sarà reso pubblico in questa fase». Adesso sappiamo che si è presa carico dell’importante caso legale, che rischia di essere dinamite pronta a esplodere per la tedesca al vertice Ue.
Nell’aprile del 2023, il lobbista belga Frédéric Baldan accreditato presso le istituzioni europee, aveva presentato a un giudice istruttore di Liegi una denuncia contro Ursula, accusandola di «usurpazione di funzioni e titoli», «distruzione di documenti pubblici», nonché di «appropriazione illecita di interessi e corruzione».
La negoziazione tramite sms del contratto per 1,8 miliardi di dosi di vaccino Covid-19 del valore di 35 miliardi di euro minerebbe «la moralità pubblica, la legittima fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee e la trasparenza», dichiarò il lobbista a giugno 2023 quando presentò una seconda denuncia presso la Corte Ue di Lussemburgo.
Il Pfizergate in realtà venne sollevato dal New York Times, al quale la Von der Leyen confidò nell’aprile 2021 di aver parlato direttamente con Bourla, capo del colosso americano Pfizer. Obiettivo delle trattative: l’acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccini. Questi si riveleranno più costosi del previsto, con un prezzo unitario fissato a 19,50 euro anziché 15,50 euro come concordato.
Indagando sul contratto, Alexander Fanta, giornalista tedesco di Netzpolitik, chiese l’accesso ai negoziati senza ricevere gli sms scambiati. La Commissione sostenne che erano scomparsi e che la loro ricerca non aveva prodotto «nessun risultato» e si è sempre rifiutata di rivelare il contenuto degli sms e nemmeno ne ha confermato l’esistenza. Nel gennaio 2023, il quotidiano statunitense fece causa alla Commissione europea davanti a Curia, la Corte di giustizia Ue, per non aver reso pubblico i messaggi tra il presidente Von der Leyen e il numero uno di Pfizer.
Di fatto, non sono ancora stati resi pubblici i documenti dell’accordo privato tra Ursula e Bourla. Alla denuncia di Baldan si erano aggiunte quella del governo ungherese e del governo polacco, anche se quest’ultimo starebbe ritirando l’atto in seguito all’elezione del premier europeista Donald Tusk.
Ungheria e Polonia sono state citate in giudizio da Pfizer per mancati pagamenti di dosi di vaccino, dopo aver interrotto le consegne. La Polonia si era rifiutata di versare l’equivalente di 1,37 miliardi di euro per 60 milioni di dosi in più pattuite a livello Ue e dopo le elezioni dello scorso ottobre Pfizer aveva battuto cassa, chiedendo il pagamento di una penale equivalente al 50% del prezzo di ogni dose, non ancora prodotta.
A giugno del 2022, Budapest aveva ricevuto da Pfizer una fattura di quasi 22 miliardi di fiorini ungheresi, l’equivalente di 60 milioni di euro. Chiese di poter ridurre il numero di nuove dosi «da 3 milioni a 150.000» o di «annullare completamente l’ordine» perché doveva fronteggiare i costi legati all’accoglienza dei profughi ucraini, ma l’azienda farmaceutica non ha voluto sentire ragioni.



