pusher

Agenti aggrediti  nel regno dei pusher africani
(IStock)
Dopo il fattaccio di gennaio, a Roma nuovo agguato dei nordafricani alla polizia per impedire un arresto. Ma gli attivisti rifiutano il modello Caivano. E gli irregolari violenti godono della pietà dei giudici pro migranti.
«Un terzo dei pusher è libero di spacciare»
Il senatore leghista Andrea Ostellari: «Ho avviato un'indagine conoscitiva sui reati legati agli stupefacenti: indaghiamo per cambiare le leggi e punire più severamente gli spacciatori. Che oggi, una volta presi, patteggiano e ricominciano. I colpevoli? Stranieri quasi al 40%».
Peggio morti che bendati

«Un morto, troppe ombre». Così titolava ieri in prima pagina La Repubblica. Occhiello: il giallo del carabiniere ucciso. Più sotto venivano spiegati i «dubbi sulla dinamica dei fatti», quasi che i militari dell'Arma, il cui collega l'altra sera a Roma è rimasto vittima di un brutale assassinio, avessero qualche cosa da nascondere. Più esplicita però era la riga nera conclusiva del titolo: «Foto shock dell'interrogatorio in caserma», con relativo giudizio del portavoce del comando generale: «Metodi inaccettabili». (...)

La difesa dei cocainomani americani: «Pensavamo fosse uno spacciatore»
Ansa
  • I due turisti sostengono di aver attaccato il carabiniere in borghese per sbaglio: «Non capiamo l'italiano». La telefonata al 112 dell'uomo che indicò loro il pusher: «Venite, vogliono soldi per ridarmi la mia borsa».
  • Sospesa la prof che esultava: «Uno in meno». Eliana Frontini ora rischia il licenziamento. È anche giornalista, l'ordine promette: «Ne dovrà rispondere».
  • Una foto scatena la sindrome di Guantanamo. In caserma i militari hanno fasciato gli occhi a uno dei fermati, e qualcuno ha scattato un'immagine che è stata divulgata. I vertici dell'Arma rimuovono il responsabile e sarà avviata un'inchiesta. La sinistra parla di brutalità e incolpa Matteo Savini.

Lo speciale comprende tre articoli.

Dietro la baraccopoli teatro della barbarie un affare dei Veltroni
ANSA
Valerio, fratello di Walter Veltroni, nel gruppo che fallì la riqualificazione dello stabile. E San Lorenzo resta preda di clandestini e pusher.
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