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Sull’oro italiano Giorgetti sblocca lo stallo
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
L’incontro tra il ministro e la Lagarde chiude il caso delle riserve auree, nonostante la nuova polemica di Dombrovskis sul debito. Mentre Fdi ricorda le vecchie idee di Prodi in materia. Raddoppiata dallo 0,2% allo 0,4% la Tobin tax sulle transazioni finanziarie.

Il caso delle riserve auree della Banca d’Italia è stato risolto. Ieri, a margine dei lavori dell’Eurogruppo, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha avuto un incontro chiarificatore con la presidente della Bce, Christine Lagarde. Inoltre dal Mef è trapelato che la lettera inviata da Giorgetti mette fine alla vicenda, anche se non è stato specificato in che cosa consiste tale chiarimento. Non è mancata una coda polemica all’Eurogruppo con il Commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, che ha voluto puntualizzare: «La proprietà delle riserve auree non porta alla riduzione del debito».

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La Lagarde insiste per tenersi il nostro oro
Christine Lagarde (Ansa)
Altro attacco di Francoforte a Roma per l’emendamento alla legge di bilancio sull’appartenenza delle riserve auree al popolo italiano: «Non ci è ancora chiara la finalità, ripensateci». Il governo vuole alzare il tetto del contante a 10.000 euro. Il Pd sbraita.

Continua il braccio di ferro tra il governo e la Bce sulle riserve auree della Banca d’Italia. Le «modifiche apportate» in una nuova formulazione non bastano: «Non è ancora chiaro quale sia la concreta finalità della proposta di disposizione rivista», torna a ribadire l’Eurotower. Che manda un messaggio al governo di Giorgia Meloni: «riconsideri» la proposta. L’ultima riformulazione dell’emendamento è arrivata il 4 dicembre a Francoforte. Peraltro «non è accompagnata da alcuna relazione illustrativa che ne illustri la ratio». E la Bce, che già il 3 dicembre si era già espressa su una precedente versione lanciando il primo altolà, continua a non gradire.

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L’Europa vuole l’oro degli italiani
La sede della Banca d'Italia a Roma (Imagoeconomica)

Le 2.452 tonnellate sono detenute dalla Banca d’Italia, che però ovviamente non le possiede: le gestisce per conto del popolo. La Bce ora si oppone al fatto che ciò venga specificato nel testo della manovra. Che attende l’ultima formulazione del Mef.

La Bce entra a gamba tesa sul tema delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia. Non bastava la fredda nota a ridosso della presentazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia alla manovra. Nonostante la riformulazione del testo in una chiave più «diplomatica», che avrebbe dovuto soddisfare le perplessità di Francoforte, ecco che martedì sera la Banca centrale europea ha inviato un parere al ministero dell’Economia in cui chiede in modo esplicito di chiarire la finalità dell’emendamento. Come dire: non ci fidiamo, che state tramando? Fateci sapere.

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Nel 2025 la Bce ha tagliato di 1 punto gli interessi, ma i prestiti casa sono diventati più cari. Su un fisso (9 su 10 lo preferiscono al variabile) da 150.000 euro a 25 anni il salasso è di 600 euro all’anno. Motivo? I mercati non credono possano esserci altre sforbiciate.

La Bce taglia i tassi o comunque non li aumenta e i mutui per comprare casa sono sempre più cari. È questo il paradossale fenomeno con il quale devono fare i conti le famiglie italiane che hanno deciso di indebitarsi pur di coronare il sogno di una vita: l’abitazione di proprietà. Tanto per intenderci: nel 2025, la Banca Centrale Europea ha limato per quattro volte il costo del denaro portandolo dal 3 al 2%. Si poteva sperare in qualcosa in più soprattutto con un Europa che cresce a ritmi lentissimi e con un’inflazione tutto sommato stabile, ma tant’è.

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Più l’Europa si avvia al fallimento, più la vogliono rendere divertente
Christine Lagarde (Ansa)
L’euro digitale? «Resiliente e inclusivo». Intanto rilanciano l’Erasmus a tinte sociali e resuscitano l’Interrail con tanto di lotteria per i biglietti. Ma è solo propaganda per far attecchire i valori dell’Ue.
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