Tutti vogliono il detox ma pochi se lo possono permettere: un trattamento costa fino a 250 euro
- Eric Helms, pioniere del «clean juicing» spiega come i social network siano il motore dietro al successo di un mercato che oggi vale 5 miliardi di dollari.
- In inglese lo chiamano shot, ma in italiano è semplicemente un cicchetto. Tre mix da bere rigorosamente alla goccia.
- 24 ore e 6 succhi. La ricetta di Babasucco per una giornata depurativa.
- L'hotel Adria di Merano, offre il pacchetto «Cura dell'uva di Merano», che sfrutta le proprietà curative dell'uva per restituire energia al corpo e combattere disturbi come l'anemia e l'artrite.
- Stecchi a base di frutta e verdura, acque e tisane. Le ultime novità del mondo detox.
Lo speciale comprende cinque articoli.
«Il nostro obiettivo non è cambiare le vostre abitudini alimentari, ma cambiare le vostre vite». Non ci si aspetta che a pronunciare una frase del genere possa essere il fondatore di un juice bar, invece a fare questa dichiarazione è stato proprio Eric Helms di Juice Generator. È a lui e al suo piccolo locale che si deve l'avvio di quella che oggi è una vera e propria mania chiamata «detox».
Se nel 1999, anno di apertura del suo bar a New York, un'alimentazione sana ed equilibrata non era certo una priorità, oggi il «clean food movement» vale circa 5 miliardi di dollari a livello globale. Cifra che entro il 2024 dovrebbe addirittura duplicare.
Quello del detox è un trend che non sembra assolutamente arrestarsi. Secondo Helms, il motivo dietro questo continuo successo sono le persone, «orgogliose di fare qualcosa di buono per la loro salute», e di condividerlo con migliaia di followers. Sono proprio i social ad aver dato un «boost» al settore. Basta fare una piccola ricerca su Instagram per vedere che oltre 15.6 milioni di post utilizzano l'hashtag #detox, mentre #cleaneating arriva a 45.3 milioni. Un vero e proprio movimento.
Ma cosa si intende davvero con una dieta detox? Parliamo di un percorso di durata variabile - solitamente 3, 5 o 7 giorni - che mira alla depurazione e all'eliminazione delle tossine dall'organismo. Questa attività naturale del corpo viene per lo più svolta da fegato, capace di individuare tra le sostanze chimiche che ingeriamo quali sono pericolose per il nostro organismo per poi avviare una serie di operazioni volte a neutralizzarle ed eliminarle. Una dieta quindi che si pone come obiettivo di ripulire il nostro corpo, ridarci energia e vitalità, ma non solo. Il detox aiuta anche a dimagrire, migliora la digestione ed elimina mal di testa, ritenzione idrica e gonfiori vari. «I succhi a freddo permettono di assumere molti nutrienti in maniera concentrata» ha spiegato Helms alla rivista Forbes. «Il nostro stile di vita si abbina perfettamente a questo mercato. Le persone vogliono che tutto sia migliore, più veloce e più comodo».
Nonostante la sua popolarità, il mercato del detox resta però a stretto appannaggio di una determinata classe sociale. Chi desidera provare una dieta detox per tre giorni da Juice Generation si trova a sborsare 174 dollari. E anche le soluzioni made in Italy non sono certo più economiche. Il kit da tre giorni offerto da Dietox costa 130 euro, mentre il programma proposto da Vitaminchic va dai 60 ai 250 euro. E ancora, Depuravita costa 169 euro, mentre Babasucco offre un trattamento dimagrante di due giorni per 60 euro. Helms però difende il prezzo sostenendo che «le persone stanno iniziando a capire che è meglio spendere un po' di più e vivere una vita più sana. Ci sono così tante malattie che dipendono da infiammazioni del nostro organismo e questi succhi possono aiutarci a liberarcene». In un mondo che va sempre più veloce, siamo sempre più stressati, e ci troviamo ad assumere - involontariamente - sempre più tossine. Il segreto del successo del detox in fondo è tutto qui.
Tre shot per una vita più sana
In inglese lo chiamano shot, ma nella nostra lingua è meglio conosciuto come «cicchetto». Si tratta di un piccolo bicchiere utilizzato solitamente per bere alcolici alla goccia, ovvero tutto d'un sorso. Dimenticate però i distillati serviti alla fine di un pasto, ora lo shot si fa con i succhi detox. Ecco i tre mix da provare assolutamente una volta nella vita.
Beauty shot di Vitaminchic
Il beauty shop ha come obiettivo quello di mantenere la pelle lucida e proteggerla contro l'invecchiamento. Ricco di vitamina C e pieno di collagene naturale, aiuta a fermare l'orologio biologico idratando e rinfrescando la vostra pelle. Gli antiossidanti contenuti nella bottiglietta da 100 ml colpiscono specificatamente i radicali liberi che producono le rughe mentre il beta carotene mantiene l'elasticità e la compattezza della pelle contribuendo a rafforzarne le membrane cellulari e mantenendo l'idratazione naturale. Questo elisir contiene mela verde, limone, zenzero, pilosella, ananas, finocchio, curcuma, bacche di goji, robiola rosea, maggiorana, ortosiphon, menta, semi di chia e anice.
Fresh curcuma shot di Dietox
Tradizionalmente utilizzata nella medicina ayurvedica per il trattamento di diverse malattie e per il miglioramento naturale delle condizioni di salute, la curcuma è una spezia originaria dell'India che possiede molteplici proprietà miracolose. Una dose al giorno protegge l'organismo dai batteri, aumenta la quantità di enzimi disintossicanti e riduce il colesterolo. Il fresh curcuma shot inoltre rigenera i tessuti per prevenire l'invecchiamento prematuro della pelle, previene malattie come il cancro o l'alzheimer, alleggerisce le digestioni pesanti e attenua la flatulenza. Questo elisir contiene succo di ananas, succo di curcuma, succo di limone e pepe nero.
Vitality energy shot di Depuravita
Definito come «una sferzata di energia da bere in un solo sorso», questo mix a base di tè matcha, arancia, zenzero e cannella ha un gusto vivace e speziato. Il vitality energy shot è tonificante e favorisce il naturale drenaggio dei liquidi. Un'alternativa sana al solito caffè.
Un giorno di detox con Babasucco
Una giornata detox con Babasucco in che cosa consiste? Sei bottiglie da 500 ml da distribuire nell'arco di 24 ore, senza dimenticare di bere tanta acqua (il pericolo di disidratazione quando si fa una dieta detox è sempre dietro l'angolo).
Iniziamo alle 8.00 in punto con il primo dei nostri succhi a base di finocchio, mela verde, sedano, lime, menta, spinaci e spirulina. Verdure e frutti verdi e un'aggiunta di alghe per una grande concentrazione di vitamine, antiossidanti, minerali e clorofilla. Inizia la giornata eliminando le tossine, purificando il corpo e la pelle e proteggendoti dai radicali liberi e dallo stress ossidativo.
Alle 10.30 passiamo poi a un mix di ananas (che contiene bromelina), papaya (che contiene la papaina), zenzero e carote. Una bevanda ricca di vitamine, enzimi e attossicanti che aiuta il processo di dissezione rinforza il sistema immunitario.
Alle 13.00 è l'ora del succo antiage, con una dolce carica di antiossidanti per maniere cellule e tessuti giovani e attivi. Mela, barbabietola, limone, cetriolo e acari danno vita a un mix dal colore intenso e dal sapore morbido e gentile, ricco di minerali dalle proprietà antinfiammatorie e drenanti.
Dopo pranzo, alle 15.30 è il momento di una sferzata di energia a base di acqua minerale alcalinizzata, limone, succo d'agave e pepe di cayenna. Dolcezza, freschezza e un tocco piccante, per un succo ricco di vitamina C, antiossidanti e minerali per il tuo metabolismo energetico.
Alle 18.00 è il momento di drenare con un succo che unisce frutta e verdure ricchi di acqua e sali minerali per un'azione diuretica, favorendo l'eliminazione per via renale dell'acque a dei composti di scarto del corpo. Melone, pera, kale, prezzemolo e semi di chia ti aiuteranno a liberarti da quel gonfiore fastidioso.
Infine, alle 20.30 è il momento di concludere la giornata con un succo nutriente e ricco di proteine vegetali. Acqua minerale alcalinizzata, mandorle, succo d'agave, sale dell'Himalaya e proteine della canapa offrono un supporto per la costruzione e il mantenimento di una massa muscolare forte e sana, fondamenta per un metabolismo veloce. L'altissimo contenuto di proteine e di omega 3 della canapa e delle mandorle, ricche di calcio, magnesio, rame e zinco, daranno una carica di benessere e vitalità a tutto il tuo corpo.
All'Adria di Merano, il soggiorno è detox
Anche andare in vacanza per non perdere i benefici del riposo accumulato dalle vacanze può essere una soluzione detossinante. Per prolungare gli effetti benefici dell'estate e prepararsi ad affrontare in piena forma l'inverno, non c'è nulla di meglio che sfruttare il periodo autunnale per caricare al massimo le pile con un detox di mente e corpo che mira ad eliminare tutte le tossine, ristabilire i giusti equilibri e rafforzare il sistema immunitario.
All'hotel Adria di Merano, 4 stelle dall'eleganza discreta, la mission principale è la cura della persona a 360 gradi. Non solo con un menù di trattamenti beauty che spazia dai massaggi (linfodrenaggio, hot stone, riflessologia plantare, shiatsu, ayurvedica), ai bagni di fieno tirolese, agli impacchi bioenergetici, ai soins visage di ultima generazione, ma anche e soprattutto con esclusivi programmi Medical&Health, veri assi nella manica della sua beauty farm: attraverso un approccio alla salute completo e scientifico che si avvale di una metodologia terapeutica incentrata su fisioterapia, alimentazione, terapie motorie e psicologia, un team di esperti composto da medici, terapeuti e dietologi propone trattamenti e programmi personalizzati volti a contrastare disturbi provocati da uno stile di vita errato, come cefalee, gastriti croniche, problemi alla schiena, sovrappeso, etc. Qualche esempio?
Il pacchetto «Digiuno terapeutico», per concedere una pausa all'organismo, disintossicarlo, purificarlo e riconquistare vitalità e forma fisica costa 790,00 euro, mentre il pacchetto «Perdita di peso», per imparare a conoscere il proprio corpo, scoprire cosa gli fa bene, perdere chili in maniera soft e preparare buoni piatti ipocalorici ne costa 930,00. «Terapia antidolore», un concentrato di trattamenti contro i dolori di ogni tipo si ferma ai 450,00. Infine, il pacchetto «Cura dell'uva di Merano», che sfrutta le proprietà curative dell'uva (antiossidanti, antivirali, disintossicanti, drenanti, etc) per restituire energia al corpo e combattere disturbi come l'anemia, l'artrite, alcune malattie della pelle, è il più economico a 335 euro.
Tisane, acque di bellezza e ghiaccioli. Le ultime novità nel «clean eating»
Un mercato che si trova ad affrontare una domanda sempre più ampia, deve per forza di cosa offrire qualcosa di sempre nuovo che lo differenzi dai suoi competitor. Il business del detox non è da meno e sono tante le novità sul mercato per attirare nuovi consumatori. Partiamo da Babasucco che per l'estate ha trasformato i soliti estratti in ghiaccioli. I «babastecco» sono quattro, dalle proprietà sempre diverse. Detox, a base di finocchio, mela verde, sedano e menta. Sun, a base di carota, arancia, zucca, mango e curcuma. Energy con banane, mandorle, datteri, cannella e sale dell'Himalaya. E infine, un omaggio al Bel Paese, con Sicily a base di limoni di sicilia, lime, menta e zenzero. Sempre da Babasucco arriva anche «After excess», un integratore 100% vegetale da utilizzare dopo una serata particolarmente intensa. Questa soluzione solubile riduce gli effetti dell'eccessivo consumo di alcolici, reintegra gli zuccheri, le vitamine e i sali minerali persi, riduce l'infiammazione e a sua volta i dolori e reidrata l'organismo.
Depuravita ha invece creato la linea «beauty chocolate» che unisce cioccolato, cosmetica e benessere. Un mix decisamente curioso che si declina in due formulazioni: Collagen Chocolate e Probiotic Chocolate. Il primo viene presentato come «un lifting in un cioccolatino». Unendo le qualità del cacao grezzo con la ceramosides, la pelle trattiene l'idratazione, ripristinando i lipidi vitali che la proteggono. Probiotic chocolate mira invece alla salute del nostro «secondo cervello», l'intestino. Con cacao puro, mandorla di Toritto, bacillus coagulano BC 30, questa miscela è efficace per riequilibrare e curare il microbioma. Depuravita ha anche messo in commercio quattro tisane dalle intense virtù terapeutiche, create secondo i principi del benessere olistico. «Morning sun» è il perfetto mix per iniziare la mattina con relax e rinnovata energia, grazie al tè verde, il rooibos verde, il limone e lo zenzero. «Ayurvedic detox» è un infuso a base di moringa, tulsi, zenzero, petali di rosa, verbena, camomilla, lavanda e cannella, perfetto per il mantenimento dopo una sessione di detox e potente antietà. «Star night» concilia il sonno grazie alle virtù della menta nanà, il finocchio, l'avena verde, la malva, il tarassaco e i petali di rosa. Infine, «Moon skin» illuminerà il vostro corpo e il vostro spirito attraverso il tè bianco del Guangxi (dalle proprietà antiossidanti), la citronella, le bacche di goji e l'arancia rossa.
Infine Vitaminchic e Dietox propongono una nuova versione di acqua. La detox water di Vitaminchic, ad esempio, è un'acqua alcalina purificata con al suo interno ingredienti naturali non lavorati - a pezzi - dai quale assorbe le proprietà. Alcune della soluzione presenti sul loro shop online sono: fragola, lavanda, basilico, ribes, pompelmo. Se la soluzione di Vitaminchic è «facile come bere un bicchier d'acqua», la proposta di Dietox è un vero e proprio nutricosmetico. Ne esistono di tre tipi - Vital, Beauty, Fit - e vengono venduti in comode «pipette» da aggiungere alla vostra bottiglia d'acqua. Una fiala al giorno per 20 giorni garantisce un effetto immediato e prolungato sul vostro organismo. La vital water è perfetta in questo periodo di cambio stagione. La dose di guaranà che contiene agisce in modo immediato sull'organismo. Inoltre, lo zenzero, la L-tirosina, l'açai e le vitamine che contiene eliminano la stanchezza, favoriscono la concentrazione e migliorano l'attenzione e il rendimento. Fit water trasforma la tua acqua in un potente trattamento drenante, purificante e tonificante per il tuo corpo, grazie al tè verde e altre piante depurative. Questo trattamento contribuisce alla perdita di peso ed è consigliato portarlo avanti ogni due mesi come routine per mantenere sotto controllo la ritenzione idrica. Per ultima, la beauty water offre un trattamento anti-age grazie a principi attivi quali l'Acido ialuronico, il Resveratrolo o il Coenzima Q10.
È giunto, per tutti, il tempo delle vacanze estive (evviva). E, insieme con esso, quello di utilizzare lo smartphone non più per lavorare, ma al massimo per socializzare, intendendo, con questo verbo, dal fare uno squillo a parenti e amici al condividere le foto delle ferie in corso sui social network. La qual cosa, però, come vedremo, può comportare problemi al pari dello stressante uso professionale dello smartphone.
Perciò dovremmo riflettere su un'altra associazione possibile tra vacanza e telefono cellulare: la vacanza «dal» cellulare. La vacanza dal cellulare durante la vacanza estiva e sempre. La vacanza dal cellulare si chiama, per essere precisi, digital detox. Disintossicazione digitale: con tutto quello che ci intossica, dall'inquinamento urbano alle nanoplastiche alimentari, il concetto di intossicazione digitale potrebbe parere questione da principesse sul pisello. Un vezzoso e falso problema. Invece, è un allarme più che sensato, che risponde all'inevitabile conseguenza di una digitalizzazione dell'esistenza che da una non preoccupante iniziale occasionalità è via via diventata estremamente invasiva. L'indubbia comodità - che ci compare davanti a metà degli anni Novanta - di telefonare fuori casa si è evoluta in una proiezione futuristica di uno smartphone tanto «intelligente» quanto invadente che ci ruba tempo, privacy, autonomia e serenità.
Lo smartphone, oggettino alto come un libro piccolo, largo poco più di un biglietto da visita e con la metà dello spessore di un ripiano di libreria, ha sostituito tutto ciò che segue: telefono, macchina fotografica, computer, cinema (con i film a pagamento), televisione, radio, giornali, libri (con il lettore digitale), riproduttore musicale, bloc notes, calcolatrice, bancomat e carta di credito (non solo tramite l'acquisto effettuato navigando in Internet e riportando il numero di carta di credito, ma anche pagando con sistema contactless nei negozi fisici attraverso app dedicate, trasferendo denaro da uno smartphone all'altro e pagando tramite credito telefonico).
Possono sembrare acquisite comodità e in parte lo sono. Certo che è meglio e più facile portarsi dietro la propria musica in formato mp3 su smartphone anziché tonnellate di compact disc con lettore o la discoteca in vinile con il giradischi… Ma se passiamo giorno e notte ad ascoltare musica dallo smartphone a causa di quella miglioria o facilità, abbiamo un problema. Ogni uso dello smartphone al posto di tutti gli strumenti succitati ci disabitua alla relazione con quegli strumenti, rendendoci interattivi con il solo smartphone e determinando, a ben guardare, un impoverimento delle nostre esperienze, in molti campi, e non, come potrebbe sembrare, un vantaggio. Oltreché un'invasione nel nostro spazio esistenziale e relazionale in senso stretto ed estensivo (la relazione con gli oggetti e con le persone) sempre maggiore.
i conti a mente
Vent'anni fa non andavamo a dormire con accanto pc, macchina fotografica, telefono, lettore di compact disc eccetera: oggi sì. Delle conseguenze che possono occorrere alla salute utilizzando lo smartphone per lavoro parliamo in un box. Occupiamoci, qui, delle altre.
Ricorrendo al telefono per effettuare una moltiplicazione, man mano dimentichiamo cosa vuol dire farla con altri due strumenti: il nostro cervello e la nostra mano che scrive la moltiplicazione su un foglio di carta invece di ticchettare sulla app calcolatrice dello smartphone. Se già con la macchina fotografica digitale al posto di quella meccanica con i rullini abbiamo dimenticato l'emozione e l'attesa di vedere le fotografie soltanto dopo lo sviluppo e non prima dello scatto, ora che abbiamo la fotocamera dello smartphone sempre in tasca, tutti sono diventati «fotografi» e scattare è diventata una compulsione. Prima era passione, arte e sapienza tecnica.
pioggia di notizie
Informandoci sullo smartphone, tramite siti Internet di testate giornalistiche vere che forniscono contenuti gratuiti (diversi da quelli a disposizione acquistando la copia cartacea oppure la copia digitale a pagamento) o, peggio, la pagina Facebook o Twitter della testata in questione, perdiamo il rapporto con l'informazione come è sempre stato per decenni, se non secoli (alzanre i tacchi e andare a comperare un giornale). Perdiamo la linearità e la decisionalità sulla stessa (sfogliando un giornale cartaceo mi trovo di fronte a un'oggettiva categorizzazione degli argomenti in ordine di importanza, dalla politica a finire con lo sport, scorrendo i social e leggendo le notizie che l'algoritmo mi presenta secondo criteri che conosce solo lui, ho una visione assai parziale di quanto è successo nel mondo e, soprattutto, decisa da altri e non da me). E perdiamo, anche, il tempo del «riposo» dall'informazione. Se in passato la cadenza informativa era mattina, pranzo e sera con i telegiornali e, soprattutto, la mattina con i giornali acquistati ogni 24 ore, adesso le notizie vengono pubblicate online 24 ore su 24. E noi le leggiamo 24 ore su 24. Non abbiamo più tempo di meditare sui fatti, siamo continuamente sottoposti a un news bombing sovente superficiale e ancora più spesso vergognosamente fazioso, che ci chiede, oltretutto, di commentare e commentare (non perché interessi la nostra opinione, ma perché ogni commento è un feedback di successo e il feedback di una pagina stabilisce le tariffe pubblicitarie su quella pagina).
Ma c'è qualcosa di ancora più preoccupante: la socializzazione tramite smartphone. I social network e la messaggistica istantanea come Whatsapp hanno profondamente modificato il modo in cui ci relazioniamo con gli altri. I social network non sono pericolosi di per sé, ma in virtù dell'uso che ne facciamo. E mantenere il controllo sul loro uso è molto difficile, anche perché siamo solitamente inconsapevoli di come il loro uso possa modificarci. Secondo alcuni studi, fatti salvi coloro che li utilizzano per lavoro, l'uso «ricreativo» dei social network può condurre innanzitutto a una dipendenza. Ci si connette sempre più spesso, è la prima cosa che si fa al mattino e l'ultima che si fa alla sera, per osservare gli altri e per manifestare sé stessi. Entrambe sono modalità relazionali ed espressive che non utilizziamo nella vita reale: non andiamo a spiare chicchessia nella sua vita e non ci mostriamo in maniera indiretta e spesso artefatta come facciamo sui social network (la vanità è sempre stata considerata una prerogativa femminile, ma molti uomini pubblicano foto filtrate con miglioramenti estetici sui social network). Nella realtà, semplicemente «siamo».
Oggi, invece, all'essere si è sostituito l'apparire e peggio ancora l'apparire di essere. Con pessimi risultati sull'autostima. Spesso, alla dipendenza dai social sono collegati sintomi depressivi e diminuzione delle abilità sociali. Passare il tempo a guardare post di vite altrui può condurre a confronti che a loro volta portano a sentirsi inferiori, e per di più tutto il tempo che si trascorre a osservare e confrontare è tempo sottratto alla possibilità concreta di migliorare la propria esistenza, a prescindere dal confronto con quella altrui (e, specularmente, non esiste miglior piattaforma per il rispecchiamento narcisistico di quella internettiana). A forza di avere a che fare con un surrogato della realtà, si perde, poi, il senso del limite nella relazione con l'altro nella concretezza della realtà. Un tipico esempio sono le - chiamiamole così, mettendoci noi l'eleganza che purtroppo non hanno - baruffe da social network.
urlatori social
Se un personaggio come chef Rubio si mettesse in mezzo alla strada a gridare le sue parolacce contro Matteo Salvini ci sembrerebbe «slatentizzata» un'aggressività pericolosa e, come minimo, gli consiglieremmo un calmante e una visita specialistica. Ma sui social, la normalità della dialettica con chi la pensa diversamente da sé, per molti progressisti, è quella. È anche questo il motivo della dipendenza che si sviluppa da Internet: poter vivere in una realtà parallela dove tanto di quanto non è permesso nella vita reale (dal vomitare parolacce contro un ministro al ringiovanirsi nelle fotografie) è invece possibile. Il virtuale è - e questo è drammatico - il nuovo reale, perché ci «asseconda» - con conseguenze patologiche - di più, perché possiamo modellarlo come ci pare. E per questo motivo può diventare una droga a tutti gli effetti.
Uno studio dell'Università di Vienna ha osservato cosa accadeva a 152 persone tra 18 e 80 anni private per 7 giorni di Facebook, Whatsapp e altri social media. Ci sono stati risultati indicativi perfino prima dello studio: pensate, delle 1.000 persone contattate, soltanto il 15% ha confermato la partecipazione quando ha saputo che l'astensione doveva durare una settimana. I sintomi registrati nei 152 partecipanti sono stati gli stessi dell'astinenza da droga: aumento del desiderio di utilizzare i social, noia, sensazione di vuoto, cattivo umore, e poi questa specifica reazione all'astinenza da Internet, cioè la paura di perdersi qualcosa o di essere esclusi, anche detta, con acronimo, Fomo. La Fear of missing out è la paura di essere tenuti fuori dai flussi di comunicazione generati dai social network, provoca depressione e soprattutto stress e ansia, in particolar modo nei giovani, nativi digitali che non hanno nemmeno conosciuto il mondo senza social network, figuriamoci senza smartphone e cellulare.
Allo stesso tempo, diversamente che nelle altre paure eccessive, evitare la disconnessione, cioè essere presenti, non dà alcun sollievo, perché, confrontandosi con i coetanei amici, gli adolescenti sviluppano il complesso di inferiorità di non divertirsi e di non essere abbastanza belli, magri, alla moda, ricchi, felici e così via. Lo studio, condotto dall'Australian psychology society, indica anche che il 60% degli adolescenti ha difficoltà a rilassarsi (addirittura a dormire) dopo aver passato molto tempo sui social media: sono esausti per la costante connettività. Si tratta di un dato che fa il paio con un altro dello studio precedente: in alcuni casi, dei 152, l'astensione dalla connessione ha migliorato l'umore. Si chiama in tanti modi: social obsession, Internet addiction, Internet pathological use. È subdola, non ci si accorge di averla perché si pensa che tutta questa connettività 24 ore su 24 sia normale. Si pensa che chiacchierare con Siri, l'assistente personale dello smartphone Apple o chiamare Ok Google sul sistema Android come se fossero persone a noi vicine sia normale. Non pensiamo che, ogni volta che chiediamo a Siri o a Google assistant di metterci la sveglia sul cellulare stiamo evitando di compiere un'azione che potremmo benissimo compiere.
Osservatevi, osservate i vostri comportamenti e, soprattutto se notate una ricorrenza troppo frequente nel controllo del cellulare e dei social network, praticate il digital detox. Potete farlo in tanti modi. Soprattutto se siete in vacanza. Evitate di connettervi per più ore, provate a raggiungere le 24 ore consecutive. Per informarvi, comprate i giornali. Per leggere qualcosa, leggete libri. Giochi su Internet? No, fate le parole crociate con la penna.
Provate a ricordare com'era la vita quando lo smartphone non c'era e a viverla, almeno per parte della giornata, come allora. Non avete per forza bisogno di trovarvi dove lo smartphone non prende, per concedervi una sacrosanta vacanza dal cellulare. Voi potete decidere di disattivare Wifi e traffico dati e alimentare, piuttosto, la vostra libertà dalla connessione: la disconnessione.


























