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La seconda vita in tv dei nonni di Hollywood
Robert De Niro, Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger e Harrison Ford (Ansa)
Sylvester Stallone con «Tulsa King», Harrison Ford con «1923», Arnold Schwarzenegger con «Fubar» e Robert De Niro con «Zero Day». Il poker di pesi massimi over 70 per la prima volta recita in una serie in streaming. Un modo per allungarsi la carriera, certo, ma i risultati sono pregevoli.
La febbre del gioco nasce nei casinò ma contagia il cinema
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Innumerevoli i film di culto dedicati a poker, biliardo e cavalli. I maestri sono americani, noi italiani preferiamo le commedie.
Orson Welles rifiutò Marlon Brando e Liz Taylor perché li considerava inguardabili
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Era un genio, ma pazzo, maldicente e privo di buone maniere. Detestava le persone brutte. Per lui Robert De Niro, Dustin Hoffman e Al Pacino erano «nani etnici, con la faccia strana». Di Hollywood disse: «È una fossa di serpenti».
«Sono nobile e discendo da tre Papi ma per i Vip sono il principe dei vini»
La sua casata è decaduta. Gelasio Filippo Gaetani dell'Aquila d'Aragona Lovatelli fa l'enologo e crea cantine personalizzate: «Una banca si prese il palazzo di famiglia a Roma, così finii in Toscana tra le vigne. Ora decido cosa far bere a De Niro, Clooney e Al Pacino».
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