Luca Palamara (Ansa)
Luca Palamara e Stefano Pizza, secondo la Cassazione, cercarono di passare il materiale sulla collega di simpatie azzurre prima al «Corriere fiorentino» e poi a «Repubblica». L'idea di inviare anche un esposto anonimo.
Ecco le chat tra Luca Palamara e il pm di Roma, Stefano Pizza. Chat che sono state acquisite agli atti del procedimento di Perugia in cui l'ex boss di Unicost è indagato per una presunta corruzione in relazione ai suoi disinvolti rapporti con l'imprenditore lobbista Fabrizio Centofanti. Le chiacchierate via Whatsapp con Pizza (non indagato) sono finite anche all'attenzione della procura generale della Corte di cassazione che infatti, come anticipato ieri dal nostro giornale, ha notificato quattro nuovi capi di incolpazione a carico di Palamara e di altri magistrati. Pizza, oggi in servizio nella Capitale, è stato anche pm a Grosseto all'epoca del processo sul disastro della Concordia.
Sono della giudice Luciana Sangiovanni, presidente della prima sezione civile del tribunale di Roma, le chat liberamente consultabili, da questa mattina, sul nostro sito. Si tratta dei messaggi Whatsapp scambiati tra il magistrato capitolino e Luca Palamara, l'ex uomo forte della corrente Unicost, indagato in Umbria per corruzione.
Ecco le chat tra Luca Palamara e i due deputati spuntati nelle intercettazioni dell'ormai famigerata riunione dell'hotel Champagne, a Roma, del maggio 2019: si tratta di Cosimo Ferri e Luca Lotti. Entrambi non indagati (a differenza di Palamara che deve rispondere di una presunta corruzione) ma entrambi additati come i registi occulti, insieme al boss Unicost, del mercato delle nomine per i posti più importanti nelle procure d'Italia.
Ecco le chat scambiate tra Luca Palamara ed Erminio Amelio (pm di Roma in lizza per la nomina a procuratore a Rieti); Vincenzo Iacovitti (funzionario dirigente della segreteria della Quinta commissione del Csm); e Bruno Fasciana (presidente della IV sezione del tribunale Palermo). I messaggi sono stati acquisiti agli atti del procedimento di Perugia in cui l'ex boss di Unicost è indagato per una presunta corruzione in relazione ai suoi rapporti con il discusso imprenditore lobbista Fabrizio Centofanti. Nessuno dei suoi interlocutori è comunque indagato.