Nei video musicali aveva usato un mitra vero. È finito ancora una volta nei guai il famoso trapper Baby Gang. Il cantante, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, 24 anni di origini marocchine, è stato nuovamente arrestato dopo il concerto di Emis Killa nell’hinterland milanese. I carabinieri di Lecco, in collaborazione con i colleghi di Milano, lo hanno fermato in flagranza di reato perché hanno trovato nella sua abitazione di Caloziocorte e in un albergo nel capoluogo lombardo tre armi detenute illegalmente. In particolare, il cantante è stato sottoposto a un decreto di perquisizione, emesso dalla Procura di Lecco, nell’ambito di un’indagine su un gruppo di macedoni attivo nel traffico di armi e di droga. Nel corso della perquisizione, avvenuta in un hotel milanese in via Vallazze, il trapper è stato trovato in possesso di una pistola calibro 9 illegalmente detenuta. Da qui è scattato l’arresto in flagranza. La Procura di Lecco, che indaga sul cantante, ha poi disposto la perquisizione nella sua abitazione dove sono state trovate altre due pistole non detenute legalmente, che erano nascoste nel doppio fondo di un mobile. L’inchiesta lecchese ha portato ad altri quattro arresti per concorso in detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, per un giro d’affari di circa dodicimila euro al mese. Era stato Baby Gang stesso, dopo la mezzanotte di mercoledì, a pubblicare una storia sui social in cui mostrava il suo volto. Il post era accompagnato da una colonna sonora esplicativa «Noooo la polizia...». Se l’arresto è avvenuto in zona Città Studi a Milano, la nuova inchiesta sul trapper è coordinata dalla Procura di Lecco e vede coinvolto anche l’altro trapper Simba La Rue (che adesso risulta indagato). Con Simba, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, Baby Gang avrebbe girato alcuni video musicali in cui si vede un fucile mitragliatore d’assalto di derivazione AK47 di fabbricazione sovietica perfettamente funzionante. Simba è attualmente detenuto. Questa inchiesta ha portato a quattro arresti per detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra e alla detenzione ai fini di spaccio di droga, in particolare cocaina. Baby Gang , che dopo l’arresto è stato portato nel carcere di San Vittore, è accusato di porto e detenzione illegali di armi comuni da sparo. L’inchiesta, condotta dalla Compagnia di Lecco a partire dal gennaio 2024, ha preso il via dall’arresto di uno degli attuali indagati, trovato in possesso, oltre che di sostanze stupefacenti, di un fucile mitragliatore d’assalto di derivazione Ak47, risultato di fabbricazione ex cecoslovacca, perfettamente funzionante, con il relativo munizionamento. E sono stati sempre i carabinieri ad accertare che quell’arma fosse proprio quella utilizzata durante le riprese di alcuni video musicali di Baby Gang e di Simba La Rue. Non è la prima volta che Baby Gang viene arrestato. Ma quello di mercoledì è un arresto che arriva dopo che il trapper, ai vertici delle classifiche di streaming con diversi brani come la nota «Kriminal», si era da poco esibito al concerto di Emis Killa. Il 24enne marocchino era libero in attesa di affidamento ai servizi sociali per la condanna definitiva. Era stato coinvolto in altre vicende giudiziarie nelle quali però è stato assolto in alcuni, mentre in altre ancora si attende la condanna definitiva. Il suo profilo Instagram ha quasi tre milioni di follower, mentre il suo singolo «Rapina» ha ottenuto oltre cinque milioni di ascolti.
Settantatré arresti, tra cui 60 maggiorenni e 13 minorenni, colti in flagranza di reato o sottoposti a fermo di indiziato di delitto per crimini contro la persona (compreso il tentato omicidio) e il patrimonio e in materia di stupefacenti. A questi si aggiungono 142 giovani (29 minori) denunciati per ricettazione, detenzione di droga ai fini di spaccio e possesso di armi o strumenti atti a offendere. Questo il bilancio della maxi operazione condotta ieri mattina in tutta Italia dalla polizia di Stato, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) con oltre 1.000 agenti coinvolti, per contrastare la criminalità giovanile.
Si parla di 13.000 giovani controllati, di cui 3.000 minorenni, e 150 immobili perquisiti, di cui due istituti scolastici e ben 23 strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. I veicoli fermati ammontano a 2.700, con più di 90 sanzioni comminate per violazione del codice della strada, cui si sommano altre 198 sanzioni amministrative di vario. Non da meno il bottino recuperato dalle forze dell’ordine tra il materiale rubato o illegalmente detenuto: collane d’oro, cellulari, 50.000 euro i contanti, otto pistole (due a salve e una da soft-air modificata), un fucile a canne mozze, un silenziatore, munizioni, 15 coltelli e diversi altri oggetti contundenti, 2 kg di cocaina, 10 chili di cannabinoidi e sostanze idonee a produrre circa 250 dosi di eroina, shaboo, ecstasy e anfetamine.
Soltanto a Milano e provincia, sono 27 le persone arrestate e altre 25 quelle indagate (tutti maggiorenni), per un totale di 1.889 individui e 190 veicoli controllati. I reati contestati vanno dalla detenzione di armi da taglio e da fuoco al possesso di stupefacenti, da rapine e furti all’utilizzo abusivo di carte di credito, da resistenza a pubblico ufficiale a violazioni in materia di immigrazione. Sono stati verificati anche 88 minori italiani e 137 stranieri, ma nessuno di loro è incorso in arresti o denunce. I luoghi interessati dall’operazione comprendono tanto aree centrali - come Porta Garibaldi, Gae Aulenti, Duomo, Navigli, Buenos Aires, Porta Venezia, City Life, Stazione Centrale - quanto zone più periferiche - Greco Turro, Niguarda, San Siro, Bonola, Porta Romana, Ticinese, Porta Genova, Lambrate -, con alcuni affondi anche in provincia, come a Cinisello Balsamo, Rho, Legnano, Rozzano e Novate Milanese. A Quarto Oggiaro è stato scoperto un centro di spaccio gestito da un giovane italiano. Durante le perquisizioni, gli investigatori meneghini hanno sequestrato un fucile a canne mozze modificato, due pistole funzionanti, una pistola scacciacani, diversi tipi di munizioni, armi da taglio, quasi un chilo di cocaina, 7,3 chili di cannabinoidi, diversi altri tipi di droghe pesanti e 50.765 euro.
Alfonso Iadevaia, dirigente della Squadra mobile milanese che ha condotto le operazioni, ha spiegato il legame tra questa situazione e l’immigrazione: «Cerchiamo di contrastarlo giornalmente», ha detto riferendosi al crescente problema della criminalità giovanile. «Non è un fenomeno che riguarda solo la città di Milano, perché evidentemente c’è un problema legato a una fascia di età soprattutto di ragazzi stranieri che vivono sul nostro territorio senza riferimenti familiari».
A Roma, invece, sono stati identificati 300 giovani: 77 minorenni (di cui sei stranieri) e 192 maggiorenni (di cui tre stranieri). A partire dalla zona di piazza Testaccio, dove a inizio mese uno studente è stato accoltellato alla gola da un diciassettenne italo-egiziano dopo una lite scolastica. Ma gli agenti hanno svolto controlli anche a piazza di Santa Maria Liberatrice, piazza dell’Immacolata, largo degli Osci e via degli Aurunci (San Lorenzo), la zona del centro commerciale di «Porta di Roma», le stazioni di Ostiense e Piramide, piazzale Partigiani, piazzale Ostiense e via del Campo Boario.
Tre minorenni sono stati arrestati a Bologna in una comunità per minori stranieri non accompagnati, dopo un’aggressione violenta verso gli operatori. Il Gip, per loro, ha disposto la misura cautelare in carcere. Sempre nel capoluogo emiliano, quattro giovani stranieri sono arrestati con l’accusa di aver svolto rapine violente in città, mentre un altro minore, questa volta italiano, è stato colto in flagranza di reato per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. A Piacenza, per tre soggetti di nazionalità egiziana e tunisina, considerati responsabili degli accoltellamenti avvenuti per il controllo delle piazze di spaccio cittadine, sono state disposte ordinanze di custodia in carcere per tentato omicidio.
Oltre a Milano, Roma, Bologna e Piacenza, di seguito la lista delle province (oltre 40 in tutto) coinvolte nel blitz, segno che il fenomeno delle baby gang interessa l’intera penisola: Alessandria, Ancona, Arezzo, Bari, Bergamo, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Chieti, Cremona, Fermo, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Imperia, L’Aquila, Latina, Lecco, Lucca, Messina, Napoli, Novara, Oristano, Palermo, Perugia, Pesaro-Urbino, Pisa, Prato, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rovigo, Teramo, Torino, Treviso, Verbania e Verona.



