Marella Agnelli (Getty images)
L’inchiesta sull’eredità Agnelli all’ennesimo punto di svolta. Gli atti di Marella possono aprire nuove contestazioni fiscali.
Dopo il caloroso e imprevisto avvio della «chat di famiglia», lo scambio si interrompe. Infatti, si avvicina la data del 23 marzo, a Torino è in programma la Messa di trigesima per la Nonna. Si rivedranno tutti di persona, a parte Maria che non ha i soldi per affrontare il lungo viaggio, così com’era accaduto per i funerali di Marella e non vuole chiedere «la carità» a nessuno.
A Torino viene sancito l’accordo per vedersi ad Allaman, in Svizzera, per la riunione plenaria, che in realtà farà solo da contorno al momento-clou della giornata: lo «storico» faccia-a-faccia tra madre e figlio dopo quasi sedici anni.
Nel momento in cui le due parti in causa finalmente hanno un instaurato un dialogo, i componenti delle due fazioni si allineano tutti accettano con entusiasmo il meeting di famiglia, un avvenimento del tutto straordinaria. Pietro, nella sua adesione, esprime anche accenti poetici: «Gli uccelli di primavera sono pronti a cantare. È il momento più adatto per una passeggiata nella foresta».
Viene proposta una data che possa consentire a tutti di rinviare eventuali altri impegni: lunedì 17 giugno 2019 ad Allaman. Il gruppo, come si è visto, aveva scambiato decine di email e l’intensità della corrispondenza aveva finito per far emergere anche ferite ancora aperte, contrasti mai sanati, incomprensioni mai sopite, recriminazioni e accuse che covavano da tempo e che finalmente quella condivisione collettiva consentiva di portare alla luce. Margherita dirama le convocazioni: «Caro Jaki, anche da parte nostra posso confermare a te e ai tuoi fratelli e sorelle la data del 17 giugno. Vi abbraccio tutti e vi ringrazio per questa opportunità di incontrarci tutti. Vostra mamma». Seguono tre cuoricini.
«Cara Mamma», risponde subito John, «sono felice di potervi vedere il 17 e se ci fai sapere se preferisci che veniamo la mattina più lunch o pomeriggio sarebbe fantastico per potersi organizzare di conseguenza. Auguro a tutti una bella giornata e settimana» Un cuoricino suggella questa email.
Tutto sembra andare, finalmente, per il meglio. Margherita, in preda a citazioni letterarie, offriva alla meditazione di tutti, un pensiero attribuito a Dante: «Quel che resta del Paradiso, sono le stelle i fiori e i bambini». John finalmente spendeva perfino una parola a favore della «reietta» sorellastra «confinata» in Georgia: «Sarebbe bello e importante che Maria possa essere con noi e cercare di capire come aiutarla, in mezzo alle difficoltà logistiche e di vita che lei ha».
Ma John qualche tempo dopo cambiava idea. A Maria, che gli chiedeva ragione del voltafaccia, faceva sapere in modo pontificale ma severo e ultimativo: «Vivo la mia vita in maniera chiara e trasparente. Proprio perché non voglio conflitti e rispetto le tue scelte credo sia tutto chiaro. Vai in pace e lasciami in pace».
In ogni caso veniva deciso il programma per l’incontro di metà giugno: passeggiata la mattina e, a seguire, una colazione. Sembrava tutto a posto. Ma John, sempre guardingo e fortemente condizionato da sua moglie che vuole «guerra a tutti i costi» contro la suocera, aveva avuto il sospetto che una frase di sua madre rivolta a tutti potesse nascondere una «trappola» a suo danno, ma soprattutto potesse servire per «smascherarlo» di fronte agli altri: «Vorrei un momento di chiarezza con me», aveva scritto Margherita, «avendo la possibilità di farlo tutti insieme».
John ingranava allora la retromarcia e, come si trattasse di una trattativa d’affari come quella che, poi non andata a buon fine, aveva in corso in quel periodo con la Renault, chiedeva di «definire l’agenda in modo chiaro e preciso». Usava un linguaggio molto aziendale, per nulla confidenziale con tutta la sua famiglia. La mamma allora usciva allo scoperto rivelando le sue vere intenzioni e facendo intendere che l’occasione, ovviamente, sarebbe potuta servire per discutere anche di questioni legali ancora aperte.
John aveva visto giusto. Ma non aveva abboccato e aveva delimitato il campo rispondendole immediatamente: «Le vicende più pratiche oggi demandate ai tecnici» e che «riguardano la successione del nonno, della nonna e la tua, potranno essere serenamente affrontate in futuro da chi lo volesse».
In sostanza sua madre non nascondeva che, dopo l’incontro coi figli, era opportuno un confronto con John. Ma a lui questo non piaceva. Ed era contrario all’incontro chiesto da sua madre a tu per tu, guardandosi negli occhi e dicendosi finalmente tutto. Margherita avanzava una condizione: voleva confrontarsi con John «alla presenza del mio avvocato». Il figlio rilanciava, stando attento a non passare per colui che boicottava l’incontro: «Perché no? Ma se è così, allora anch’io vengo coi miei avvocati…». In sostanza faceva capire: «Sei stata tu a voler percorrere sempre le vie legali e lo dimostri anche questa volta. Dunque, che vuoi da me? Lascia che siano ancora una volta gli avvocati a discutere di questi problemi. Dunque non c’è bisogno di incontrarci…».
Il tono iniziale e l’impostazione di una riunione (finalmente) plenaria e pacifica sembra volgere al peggio. Tuttavia, nonostante queste velenose scaramucce, nel giro di pochi giorni tutto sembra ritornare in perfetta armonia. Ma soltanto tra i fratelli. Margherita legge le loro comunicazioni e tace. Fino a che, pochi giorni prima, decide di intervenire. Rispondendo solo a John e alla sua ultima email, con l’annuncio che anche lui porterà il suo avvocato, annulla improvvisamente l’incontro: «Prendo atto che non ci sono le condizioni perché avvenga la riunione del 17 giugno, quindi questa è annullata. Tua madre».
John replica molto deluso ma forse anche sollevato dal fatto che nessuno, a questo punto, possa attribuire a lui la colpa di aver mandato tutto all’aria: «Cara mamma, sono dispiaciuto e ancora di più rattristato che nostra madre non voglia vedere i propri figli in un clima che sarebbe solo stato armonico e pacifico. Non ti capisco, ma sappi che ti voglio bene. Tuo figlio». E infine un’ultima stoccata nel post scriptum: «Vuoi che incontriamo il 17 i tuoi legali per capire quali sono i temi pratici che non ci permettono di avere rapporti armonici e civili con te?».
La risposta di John è sopraffina. Punta il dito contro Margherita come responsabile del mancato incontro non con lui ma con tutti loro: è lei che non vuole incontrare i propri figli in un clima di armonia e di pace. E, per mettere ancor più in rilievo qual era il vero scopo della madre, Jaki si dichiara disponibile per un incontro con i legali di lei. Questo per insinuare nella mente di tutti che Margherita aveva voluto l’incontro non per cercare pace e armonia ma per «capire i temi pratici che non ci permettono di avere rapporti armonici e civili con te». In tal modo la isolava e la distaccava dal resto del gruppo. John, molto abilmente, aggiungeva di non capire tutto ciò, di esserne dispiaciuto e rattristato. E, comunque, chiudeva: «Sappi che ti voglio bene».
A questo punto la guerra era ufficialmente ricominciata, insieme all’impossibilità di comunicare. Che cosa era accaduto, in realtà, fino a quel momento? Perché da una parte e dall’altra si usava con tale intensità il termine «avvocati»? Semplice: i legali di Margherita avevano chiesto all’avvocato Carlo Lombardini di Ginevra, che rappresentava donna Marella e poi John dopo la morte della nonna, notizie sul testamento della defunta. La figlia aveva informato ufficialmente John, tramite avvocati, non solo di voler proseguire la causa in corso a Ginevra per chiedere l’annullamento degli accordi del 2004, ma anche di non voler assolutamente rinunciare alla quota di eredità legittima prevista dal diritto successorio italiano.
Lombardini aveva ascoltato il suo collega di Milano e poi risposto con un po’ di incredulità e una certa dose di sarcasmo: «Di quale testamento sta parlando? Di quali rivendicazioni? L’erede pressoché universale indicato da Donna Marella Agnelli è il nipote John Elkann, insieme a suo fratello Lapo e a sua sorella Ginevra. Non sono stati indicati altri nomi. Caro collega, riferisca alla Contessa de Pahlen, ma credo sia superfluo rammentarlo, che nei primi due mesi del 2004, dopo lunghe trattative e meditazioni, ha firmato un accordo “tombale” con sua madre, mai impugnato nei termini di legge e quindi tuttora valido, in cui ha accettato di rinunciare a ogni pretesa futura sul patrimonio di Donna Marella al momento della sua morte. La informo, ma credo non ce ne sia bisogno, che ho partecipato anch’io alle lunghe trattative per arrivare alla stesura di quell’accordo e l’ho scritto personalmente, insieme ai vostri legali, nella versione finale accettata dalla Contessa. Ricordo che lei ne vide una bozza, ci pensò qualche giorno, ebbe tutto il tempo per parlare coi suoi consulenti e poi lo firmò. Detto questo, le auguro una buona giornata».