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Ritorno allo stadio del boomer tra magliette che stratificano le ere calcistiche
(Getty Images)

Erano anni che non andavo allo stadio e tornarci mi ha regalato una nuova ulteriore consapevolezza del mio inguaribile boomerismo. Del mio essere uomo di un altro tempo. Lo stadio, la partita di calcio, anche vissuta da tifoso, è un’esperienza coinvolgente, in un certo senso totalizzante. Ancora più ricca se interpretata con gli occhi aperti e un minimo spirito critico. Ero in compagnia di mio figlio millennial, più tifoso di me. Poco alla volta, la diversità delle sue reazioni è risaltata come un evidenziatore sul mio straniamento. Com’è noto, allo stadio non c’è solo il fatto agonistico. C’è tutto il contorno, l’arrivo all’impianto sportivo, che per me era quello di San Siro per la partita fra Milan e Lazio. Ci sono il popolo dei tifosi, i colori delle tribune, gli striscioni, i cori.

Nespola, che pazienza l’attesa sotto la paglia
(IStock)
Presente in Italia da almeno 2.000 anni, rimpiazzata dalla giapponese arrivata in Europa nel primo Ottocento, rischia di fare la fine di una delle 6.000 piante da frutto scomparse nel secolo scorso. Raccolta in ottobre, veniva messa a maturare per l’inverno.
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