2022-05-19
Svezia e Finlandia bussano alla Nato però Erdogan rimane di traverso
Sanna Marin e Mario Draghi (Ansa)
La leader finnica, Sanna Marin, in visita a Roma: «La nostra partecipazione rafforzerebbe l’alleanza». Ma la Turchia, come annunciato, si oppone: «Helsinki e Stoccolma devono ancora estradare 30 terroristi».L’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato finisce subito su un binario morto: la giornata di ieri è in chiaroscuro per l’Alleanza atlantica, dove il chiaro è rappresentato dalla deliziosa premier finlandese Sanna Marin, a Roma per festeggiare l’appena presentata richiesta di adesione del suo Ppaese e di Stoccolma all’Alleanza atlantica, e lo scuro è il premier turco Recep Tayyip Erdogan, che alle parole, lui sì, fa seguire i fatti, e blocca immediatamente l’iter, come ampiamente annunciato. La cruda realtà da una parte, la narrazione dall’altra: la giornata di ieri si sdoppia così, con la Turchia che alla prima riunione della Nato blocca immediatamente l’iter di ingresso iniziato poche ore prima, con la presentazione della richiesta di adesione consegnata dagli ambasciatori di Finlandia e Svezia presso l’Alleanza, Klaus Korhonen e Axel Wernhoff, nelle mani del segretario generale Jens Stoltenberg. Tra le 8 del mattino, quando viene presentata la richiesta, e le 5 del pomeriggio, quando la Turchia blocca l’iter, c’è il tempo per apprezzare le qualità politiche e comunicative di Sanna Marin, leggiadra trentaseienne, che sceglie naturalmente Roma per annunciare urbi et orbi la storica decisione della Finlandia: «La nostra partecipazione alla Nato», spiega la Marin, «rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia ma anche l’alleanza nel suo insieme, ed è importante che anche il nostro vicino, la Svezia, abbia deciso di fare richiesta. La Finlandia e la Svezia apporteranno insieme un gran contributo alla stabilità e alla sicurezza nella regione del Mar Baltico e dell’Europa del Nord ma anche in Europa in generale». A chi le chiede se la Finlandia abbia intenzione di schierare truppe ai confini con la Russia, la Marin risponde in maniera sibillina: «In futuro potremo cercare delle possibili soluzioni a questi problemi», dice la premier finlandese, «ma per ora non è di questo che ci stiamo occupando». Mario Draghi, al fianco di Sanna in conferenza stampa, spende parole di giubilo per la richiesta di adesione di Finlandia e Svezia alla Nato e conferma che l’Italia continuerà a mandare armi all’Ucraina: «Vogliamo aiutare l’Ucraina a difendersi», sottolinea Draghi, «lo abbiamo fatto e lo faremo. È una decisione dell’Ue e noi siamo membri leali dell’Ue». La Marin trova pure il tempo e la pazienza di pranzare, all’ambasciata finlandese, con Giuseppe Conte e Enrico Letta. Volata via Sanna, iniziano i problemi: la richiesta di adesione alla Nato di Finlandia e Svezia passa al primo vaglio del Consiglio dell’alleanza atlantica, e la Turchia blocca subito tutto. «Abbiamo chiesto loro», dice Erdogan, «di estradare 30 terroristi, ma si sono rifiutati di farlo. Non ci rimandate i terroristi e poi ci chiedete il nostro sostegno per la vostra adesione alla Nato. Non possiamo dire sì per far sì che questa organizzazione di sicurezza sia priva di sicurezza. Se siamo alleati», aggiunge Erdogan, «allora le nostre preoccupazioni sulla nostra sicurezza e sui nostri confini dovrebbero essere rispettate e sostenute. Vediamo però che non esiste un simile atteggiamento nei nostri confronti. La Turchia non può accettare una proposta di allargamento che comprometterebbe la stessa sicurezza della Nato». Il riferimento di Erdogan - che chiede anche di ritirare l’embargo sulle vendite di armamenti - è all’ospitalità offerta da Finlandia e Svezia a una trentina di militanti del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, fondato nel 1978 da Abdullah Öcalan, e della organizzazione di Fethullah Gülen, nemico numero uno di Erdogan, residente negli Usa. Erdogan le considera entrambe organizzazioni terroristiche. Una nota della presidenza turca ha poi precisato che ci saranno progressi se i due Paesi nordici «assumeranno passi concreti per venire incontro alle preoccupazioni della Turchia sulla sicurezza nazionale». E la Russia? La reazione di Mosca alla adesione della Finlandia alla Nato «sarà una sorpresa», risponde la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, alla domanda di un giornalista: «Questa domanda», aggiunge la Zakharova, «è per il nostro ministero della Difesa. La decisione sarà presa dopo aver preso in considerazione molti fattori e dettagli su come procederà l’entrata della Finlandia nella Nato. Basandoci su questi parametri, verrà presa una decisione, ma, prima e soprattutto, a farlo saranno i militari». Mostra subito i muscoli il presidente americano Joe Biden: «Mentre le loro domande di adesione alla Nato vengono prese in considerazione», annuncia Biden, «gli Stati Uniti lavoreranno con Finlandia e Svezia per rimanere vigili contro qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza condivisa e per scoraggiare e affrontare l’aggressione o la minaccia di aggressione». Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, inoltre, ha parlato ieri al telefono di Ucraina con Yang Jiechi, membro del Politburo del Partito comunista cinese e direttore dell’ufficio della commissione per gli Affari esteri che aveva incontrato a Roma il 14 marzo scorso.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.