2024-01-18
Sventato l’ultimo agguato del Pd: parte la commissione sul Covid
Dem e M5s tentano di invalidare la nomina del relatore della legge che istituisce l’inchiesta parlamentare sulla pandemia. Poi scappano e il centrodestra vota da solo. Il 29 si passa all’Aula, da lì possibile via ai lavori.Una tempesta per nulla. La Commissione sulla gestione della pandemia fa così paura alle opposizioni, che le provano tutte per boicottare i lavori. Ieri, in XII Commissione Affari sociali era all’ordine del giorno l’assegnazione del mandato al relatore che riferirà in Aula. Un passaggio formale importante, ma che nulla aggiunge o toglie alla discussione calendarizzata per il prossimo 29 gennaio, quando dopo le modifiche apportate dal Senato, alla Camera tornerà il testo unificato per l’istituzione della «Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica». Dopo la discussione, finalmente si voterà. Nella seduta di ieri, alla prima conta risultavano 11 voti a favore e 11 contrari e, dal momento che in caso di pareggio il regolamento prevede che prevalgano i voti contrari, la conferma di Alice Buonguerrieri come relatore sembrava saltata. «C’era confusione durante l’esame del provvedimento, ho avuto difficoltà a individuare il numero dei votanti per questo ho chiesto immediatamente di fare la controprova», ha poi spiegato in Aula Luciano Ciocchetti di Fdi, che presiedeva i lavori della Commissione Affari sociali, chiarendo che in altre circostanze «ben due volte le opposizioni avevano chiesto la controprova e che era stata loro accordata senza problemi». L’onorevole Imma Vietri riferisce di «tanta ressa e di richieste da parte dell’opposizione di intervenire contro la riconta, così si era perso tempo tra un voto e l’altro».Rifatta la votazione, il via libera alla Buonguerrieri è arrivato con i soli voti della maggioranza perché le opposizioni nel frattempo avevano abbandonato i lavori in segno di protesta. I deputati del Movimento 5 Stelle hanno parlato di «un colpo di mano gravissimo», di una modifica in corso d’opera «delle regole per ottenere il risultato voluto», ma a tormentarli è sempre il pensiero della Commissione. Infatti, nella nota diffusa hanno detto di avere tentato di dare «un duro colpo alle aspirazioni del centrodestra di mettere in piedi questa vergognosa caccia alle streghe nei confronti di chi ha condotto il Paese attraverso la pandemia». Il vice capogruppo del Pd, Paolo Ciani, si è rivolto al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, tuonando: «Che non sia stato registrato il voto espresso ci appare molto grave». Per Luana Zanella di Avs si è trattato di «una ferita alle istituzioni e anche alle relazioni tra noi». Il dem Federico Fornaro ha chiesto la parola per dire che il regolamento prevede che «la controprova vada fatta con appello nominale, in ordine alfabetico, non con alzata di mano», come avvenuto ieri. Stiamo parlando della nomina del relatore, certo una figura autorevole ma che non giustifica una simile gazzarra. Figuriamoci che cosa accadrà alla Camera a partire da fine mese, quando si tornerà a discutere della Commissione anche solo sulle parti modificate dal Senato.Guarda caso, tanto strepito si è alzato dal partito e dal movimento al quale appartengono l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, che sulla gestione della pandemia avrebbero molto da spiegare e non si sentono affatto tranquilli. Gli schiamazzi che si sono elevati ieri in XII Commissione sono l’ennesima conferma di quanta paura abbiano le opposizioni del lavoro che sarà chiamata a svolgere la Commissione. Lo scorso luglio, quando con 172 voti a favore la Camera diede il via libera alla Commissione d’inchiesta, Pd e M5s non parteciparono al voto: i primi rimasero in Aula ma si astennero, i secondi abbandonarono i loro posti e uscirono. E ricordiamo tutti l’abbraccio tra Conte e Speranza, subito dopo le votazioni, con accanto la segretaria del Pd, Elly Schlein, che aveva a lungo applaudito l’intervento dell’ex ministro della Salute.«Questa non è democrazia», protestava ieri Elena Bonetti di Azione. «Quanto accaduto oggi in Commissione Affari sociali sull’istituzione della commissione Covid è di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile». Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera ha gettato subito acqua su quel fuoco delle polemiche. «È previsto dal regolamento», ha detto, «l’abbiamo fatto anche 20 volte in aula, di poter rivotare. Quindi il fatto non sussiste». Per poi precisare che il testo sull’istituzione della Commissione d’inchiesta poteva arrivare in Aula anche senza relatore. «L’iter ormai è concluso», afferma, «il 29 gennaio inizierà la discussione».Tutti gli step, infatti, sono stati compiuti. Lo scorso novembre, il Senato aveva dato il via libera al Ddl di istituzione della Commissione dopo che erano state apportate alcune modifiche (non si potrà più indagare «eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza, della proporzionalità e dell’efficacia, contraddittori o contrastanti con i principi costituzionali» e nemmeno «valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonché dell’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza»), mentre gli emendamenti erano stati respinti. A fine gennaio, il testo torna a Montecitorio per la discussione finale, il voto e la successiva conversione in legge. Sarà uno scontro durissimo, perché l’opposizione ha troppa paura di far chiarezza e basta un nulla perché finisca travolta da una crisi di nervi.