2023-09-24
«Sulla sicurezza europea del cloud nessun appiattimento su Parigi»
Alessio Butti: «Stiamo studiando lo schema europeo. In Lombardia il polo del supercalcolo».Nell’ambito della due giorni «L’Italia Vincente», organizzata dal partito di governo, Fratelli d’Italia, in occasione del primo anno a Palazzo Chigi, l’auditorium della Regione Lombardia ha ospitato una serie di tavole rotonde sui temi della sicurezza, della riforma della giustizia, del fisco amico e dell’innovazione digitale. Saltato l’incontro con Ignazio La Russa (moderatore Luciano Fontana) per motivi istituzionali legati alla morte di Giorgio Napolitano, l’evento è stato l’occasione per fare il punto sulla riforma del fisco e la flat tax. A moderare il panel il vicedirettore di Mf, Fabrizio Massaro. Marco Osnato, presidente della commissione Finanze, è intervenuto per dare un aggiornamento sull’iter dei decreti attuativi. Almeno uno dei quali potrà essere incardinato entro la fine dell’anno. Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione, intervistato da Claudio Antonelli, vicedirettore della Verità, ha confermato la creazione in Lombardia di un polo del supercalcolo. Sarà un centro di ricerca in high performance computing e in strumenti quantistici. «Unendo le forze del Pnrr e dei fondi per l’innovazione alla partnership con una importante multinazionale, sarà possibile permettere alla Lombardia, per fare un esempio, il salto dall’aeronautica all’aerospazio», ha detto Butti. Il riferimento è al distretto di Varese, celebre in tutto il mondo per la tradizione dell’industria aeronautica. Aggiungere la quantistica permetterebbe eccellenze nel comparto dei satelliti e dello Spazio in genere. Ma nella sessione di dibattito, cui hanno partecipato anche gli onorevoli Fabio Raimondi, Cristina Almici e il senatore Paola Mancini, si è discusso di temi a matrice europea. Uno di questi è strettamente legato alla messa a terra del cloud nazionale. La migrazione della Pubblica amministrazione verso la nuvola di Stato è a buon punto. Un pezzo di strategia passa dal Polo strategico nazionale (Psn), frutto di operazione congiunta con Tim. Il Consiglio Telco dello scorso 4 giugno ha però aperto la questione del «Cloud certification scheme», detto anche Eucs. Si tratta del primo schema di sicurezza informatica progettato dall’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza (Enisa). La norma mira a spingere i fornitori di cloud a rafforzare le loro politiche di cybersecurity per ottenere un timbro ufficiale di approvazione da parte delle autorità europee e a cascata dei singoli governi. In pratica, i prodotti e i servizi Ict dovranno essere certificati in base a un insieme di regole, requisiti tecnici, standard e procedure. Idea corretta e attesa da tempo. Solo che l’Europa è divisa in due. Da un lato i francesi e dall’altro la cosiddetta Dutch coalition, composta da un pugno di Paesi nordici. Inutile dire che il modello francese prevederebbe una serie di requisiti che al momento in Europa avrebbe solo le big di Parigi. Un conflitto palese. L’Italia fino a quella data era rimasta nel mezzo. Il vice rappresentante a Bruxelles in quell’occasione ha parlato allineandosi verso Parigi. Una scelta che se fosse adottata imporrebbe anche una revisione tecnologica dello stesso Psn. «Su questo possiamo garantire che le trattative sono in corso», ha detto Butti esplicitando la strategia del governo, «e che l’esecutivo non intende appiattirsi su posizione di altri Paesi. Prima valutiamo e entriamo nel merito seguendo la traiettoria di una sovranità digitale».
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