2022-09-08
Sui fondi contro la crisi siamo i più spilorci
Germania, Austria e Svizzera salvano le utility per impedire i blackout in inverno. La Spagna ha calmierato i costi delle forniture alle aziende, l’Ungheria chiede più oro azzurro al Cremlino. Solo noi siamo appesi a Bruxelles e riteniamo un tabù l’extra deficit.Lo scostamento di bilancio in Italia è diventato il tema più divisivo della campagna elettorale. Per molti un tabù, soprattutto a causa del grande debito che l’Italia ha accumulato. Eppure, nel resto d’Europa, già molti Paesi, per fronteggiare la crisi, hanno varato misure di sostegno alle imprese e alle famiglie con interventi che prevedono l’emissione di nuovo debito. Nell’analisi costi-benefici, infatti, molti governi hanno ritenuto di intervenire subito per evitare di dover spendere di più più avanti, nel timore che possa verificarsi presto una tempesta finanziaria. Si stanno moltiplicando gli interventi pubblici per evitare il default di aziende costrette ad acquistare gas a prezzi folli.L’ultimo intervento arriva dalla Svizzera. Axpo, gruppo elettrico di proprietà di alcuni Cantoni nordoccidentali del Paese, ha chiesto un sostegno al governo per la crisi di liquidità a cui è andata incontro. La Svizzera ha dunque garantito l’accesso a una linea di credito di quattro miliardi di franchi svizzeri, pari a 4,1 miliardi di dollari. Già la Germania di recente aveva dato il via libera a un terzo pacchetto di aiuti da oltre 65 miliardi di euro. L’intenzione è quella di salvare adesso utilities e aziende, prima che diventi troppo tardi e inizi un’ondata di Npl. Berlino, per altro, aveva già messo 9 miliardi su Uniper, azienda del settore energetico con sede a Dusseldorf, che a metà agosto è crollata alla Borsa di Francoforte dopo avere annunciato i conti semestrali. Il piano deciso da Berlino per salvare dal fallimento il principale importatore di gas in Germania prevede che lo Stato tedesco salga al 30% del capitale di Uniper. Intervento simile anche per l’Austria, che ha salvato con 2 miliardi di euro la principale utility energetica del Paese, Wien Energie. Una misura di salvataggio straordinaria che durerà fino alla fine della primavera, per assicurare che gli utenti possano continuare a ricevere l’elettricità nelle case e nelle attività.Per le aziende francesi, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha affermato di voler semplificare l’accesso a un fondo di 3 miliardi di euro per chi ha difficoltà a pagare la bolletta della luce. Ricorda inoltre che 1,5 milioni di Pmi hanno beneficiato della tariffa elettrica regolamentata e che altre hanno beneficiato di tariffe preferenziali. Infine ha aggiunto: «Il tetto del 4% (della tariffa elettrica regolata, ndr) sarà mantenuto fino alla fine del 2022, non ci sarà alcun recupero su questo cap nel 2023». Interrogato sul costo per lo Stato di questi aiuti e sul tetto massimo dei prezzi dell’energia, Le Maire ha assicurato che «tutte le previsioni di bilancio sono state fatte integrando il fortissimo aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas. Non siamo stati presi alla sprovvista». Inoltre già a luglio la Francia aveva ripreso il controllo di Edf, Electricite de France, nazionalizzando con un’offerta pubblica da 9,7 miliardi di euro il gruppo più importante del sistema energetico francese che era già controllato dallo Stato per l’84%,Il modello spagnolo poi, è il più efficace e il più originale. Lo Stato continua a pagare il gas al prezzo di mercato, ma internamente ha calmierato le bollette fissando un tetto al prezzo interno. Insomma la differenza di costo invece di cadere sul consumatore ricade sulle casse pubbliche e per la Spagna non si può certo parlare di uno degli Stati membri europei più virtuosi. La Grecia, appena uscita da 12 anni di stretta vigilanza da parte della «troika» (Fmi, Banca centrale europea, Commissione europea) ha dedicato finora ben il 3% del Pil ad aiuti. La Danimarca ha messo mezzo miliardo contro il caro bollette. L’Ungheria, infine, va contro tutte le regole dettate da Bruxelles e tratta direttamente con Vladimir Putin per l’approvvigionamento di nuovo gas per il Paese, mettendo quindi al primo posto le necessità dei cittadini, alla faccia di tutti gli altri europei, che invece devono attendere quello che si decide tra Washington e Unione europea. Il Fondo monetario internazionale intanto si è espresso sull’ipotesi dello scostamento di bilancio: «Misure temporanee che fermano l’aumento dei prezzi o ne limitano gli impatti sono una risposta accettabile a choc di breve periodo in Paesi che hanno un’ampia capacità di bilancio». Bisogna capire quindi a chi si riferisce il Fmi, che stila una lista non esplicita di chi può permettersi di salvarsi e chi no. La Repubblica Ceca, intanto, che ha la presidenza di turno nella Ue, ha proposto il «supporto immediato della linea di credito per i partecipanti al mercato che sperimentano richieste di margini molto elevate, inclusa la possibilità di una soluzione specifica a livello europeo, ad esempio attraverso il ruolo della Bce e la modifica delle regole di negoziazione sulle borse di energia».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)