2023-05-12
Gli studenti tacevano sul green pass e adesso si lamentano per mezz’ora di treno
L’ipocrisia dell’università: nessuno ha difeso il diritto allo studio dei non vaccinati. E il Pd applaude quelli che considerava untori.La sinistra riparta dalle tendine. Ma mentre s’accampa, provi a ricordare. I giovani? Oggi eroi, ieri untori. Myrta Merlino campeggia nello studio di La7: «I nostri ragazzi lottano per un principio fondamentale. È inaccettabile», proclama dalla canadese la conduttrice, «che a Roma o a Milano si spendano oltre 600 euro più spese per una stanza topaia». Eh sì. Inaccettabile. I nostri ragazzi in lotta per i principi, però, quando provavano a sfuggire agli stupidi diktat anti Covid, erano degli «incoscienti»: così twittò la signora, ad aprile 2021, commentando il video di una folla che ballava all’aperto, a Roma, senza mascherina. Era accettabile tenerli rinchiusi per una malattia da cui non rischiavano nulla? Era accettabile multarli se limonavano su una panchina? Era accettabile privarli di sport, lezioni, movida, se non stavano al passo con tutte le dosi di vaccino, quando i loro nonni s’erano già sottoposti ad adeguata profilassi? Il sindaco meneghino, Beppe Sala, reduce dalla polemica con il ministro Giuseppe Valditara, sponsorizza il suo vertice «con una rappresentanza di studenti», un’assemblea «all’università Statale con il rettore». Spiega che è al lavoro «per portare alla nascita di nuovi studentati». Si batte «contro il fenomeno Airbnb, perché se hai dieci o venti case e le togli dal mercato immobiliare per noi non va bene». E la sua giunta intende «favorire il social housing. Si tratta di residenze miste di cui una parte è edilizia convenzionata, il cui prezzo è fissato con un accordo con il Comune». Per accorgersi che a Milano gli affitti costano un occhio, gli sono serviti due mandati a Palazzo Marino. Ma il Sala che si fa in quattro per i giovani è lo stesso Sala che, osservando, a febbraio 2021, gli aperitivi sui Navigli, sbottava: «Pagheremo pegno»? Non resta che interpellare Vincenzo De Luca, l’uomo del lanciafiamme. Lo preoccupano o no, le tasche degli studenti?Contrordine, compagni: la realtà si è di nuovo ribaltata. Di simili amnesie è capace solo l’era dei social, che tutto ingurgitano e smaltiscono; l’era delle dichiarazioni a valanga, talmente copiose da scivolare nell’oblio, alla faccia dell’archivio Google. I ragazzi erano scansafatiche, sconsiderati, irresponsabili, financo «assassini», come li definì un ex primario torinese, perché osavano mettere il naso fuori di casa quando i pasticcioni del Covid li volevano ai domiciliari. Oggi invece fanno comodo: sono armocromisticamente corretti per la segreteria Schlein. E perciò sono diventati crociati della giustizia, martiri della speculazione. Vittime dei ricchi proprietari - Quando gliele togliamo, le case, agli italiani? Quando li colpiamo con una bella patrimoniale? - e dell’insensibilità di Giorgia Meloni. Da quando c’è lei a Palazzo Chigi, a Roma e Milano i prezzi degli affitti si sono proprio impennati…Una tirata d’orecchi, comunque, la meritano in primo luogo i ragazzi. Gli attendati, forse, hanno incrociato il naturale percorso evolutivo delle sardine. E, come quelli prima di loro, si svegliano solamente quando sentono il pericolo delle «destre». Lo spettro fascista li desta dal torpore, dà a essi la grinta per organizzare una protesta spontanea, li conduce fino alle paginate dei quotidiani, da dove si lamentano: vivo a Seregno (circa 30 minuti da Milano, con i mezzi) e non trovo una stanza a un prezzo umano in città. Vivo a Santa Marinella (40 minuti da Roma) e non trovo un alloggio adatto al mio budget.La sinistra potrebbe ripartire da lì: dal dramma della ventenne che ha piantato la prima canadese davanti al Politecnico. E soffre troppo al pensiero della tratta Seregno-Milano. Trenta minuti. Chissà dov’era Alice, quando ai giovani come lei chiedevano il certificato vaccinale per entrare in aula. Magari andava ancora al liceo, dove, se non avevi tre dosi, finivi in Dad in caso di focolaio Covid. Dove dormivate, tendine, quando ai vostri compagni che non porgevano il braccio, che non avevano il green pass e men che meno il green pass super, vietavano di presentarsi agli esami? Quando il loro «diritto allo studio» era subordinato a un trattamento sanitario?Sembra un’epoca fa, ma parliamo del 2021-2022. Allora, si vedevano giusto drappelli di «studenti contro il green pass», pochi professori al loro fianco, nessuna istituzione. La sinistra amica degli ultimi, naturalmente, stava dalla parte di Mario Draghi, del tesserino di (finta) immunità, dell’apartheid. Ai giovani civilmente coscienti, politicamente impegnati, non interessava la sorte dei compagni esclusi per una scelta che, peraltro, perfino la legge reputava lecita, al netto dell’odioso meccanismo premiale messo in piedi con i codici a barre. Non si videro accampamenti davanti la statua della Minerva alla Sapienza, non si levarono voci di sdegno per i diritti di chi l’affitto e le tasse universitarie le pagava, però restava fuori dalle aule. Le tendine stavano ancora tutte sugli scaffali di Decathlon.
Roberto Cingolani, ad e direttore generale di Leonardo (Imagoeconomica)
Ecco #DimmiLaVerità del 20 novembre 2025. Con la nostra Flaminia Camilletti riflettiamo sul fatto che Francesco Saverio Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale.
Il caso Garofani non si sgonfia, anzi esplode. Belpietro ricostruisce come la notizia sia stata verificata e confermata dallo stesso consigliere del Quirinale, mentre parte della stampa tenta di minimizzare e attaccare chi l’ha pubblicata. Padellaro, da sinistra, lo riconosce: è una notizia vera e grave. E allora la domanda resta una: com’è possibile che un uomo così vicino al Colle parli apertamente di scossoni politici e listoni anti-Meloni?
La sede olandese di Nexperia (Getty Images)