
Lettera al Mef («Meccanismo sproporzionato») che minimizza. Nuova ideona di Giuseppe Conte: smartphone gratis per i più poveri.«Il cashback sta andando fortissimo, è una riforma in cui credo dall'inizio», ha detto Giuseppe Conte nei giorni scorsi mentre il suo staff della comunicazione capitanato da Rocco Casalino faceva filtrare compulsivamente a giornali e agenzie di stampa gli aggiornamenti sugli iscritti al programma attraverso la app Io, sull'«enorme volume di traffico» e su come si stanno risolvendo i «disagi» e i disservizi. La festa di Conte, però, è stata rovinata dall'altolà della Bce, secondo cui lo strumento del cashback potrebbe avere effetti negativi sull'uso del contante compromettendo l'obbligo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili. Per questo, prima di far entrare in vigore il programma, Roma avrebbe dovuto consultare Francoforte. La strigliata è contenuta in una lettera scritta il 14 dicembre dal membro uscente del comitato esecutivo della Bce, Yves Mersch, e inviata al ministro dell'economia, Roberto Gualtieri. Nella missiva, pubblicata ieri dal sito di Milano Finanza, si invita il governo a non invadere il campo della tutela monetaria che per trattati è di unica competenza dell'Eurotower. «La Bce», si legge nel documento, «desidera ricordare che ai sensi del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il Sistema europeo di banche centrali (Sebc) è tenuto ad agire, tra l'altro, conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un'efficace allocazione delle risorse. Il Sebc ha il compito fondamentale di promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento e la Bce ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. Le banconote in euro emesse dalla Bce e dalle Banche centrali nazionali dell'area dell'euro sono le uniche ad avere corso legale nell'area dell'euro». La Bce ritiene inoltre «che l'introduzione di un programma di cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l'obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili». In conclusione, scrive Mersch, la Banca centrale «apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce, se del caso».Al Tesoro minimizzano. Fonti del Mef hanno riferito alle agenzie che la lettera «non desta né preoccupazione né ripensamenti» perché le argomentazioni «hanno infatti un carattere puramente formale e sono per loro natura non vincolanti». Le posizioni di Mersch sarebbero «note ed esprimono una corrente d'opinione tradizionale, sempre meno rilevante all'interno della Bce e nel contesto europeo, dove invece è molto forte e incisivo l'impegno per modernizzare il sistema finanziario e per una maggiore diffusione dei pagamenti digitali. I rilievi formali espressi da Mersh non appaiono peraltro fondati, in quanto come è noto il cashback italiano non limita minimamente l'utilizzo del contante».Non è però la prima volta che da Francoforte arriva una tirata di orecchie a Palazzo Chigi in materia di contante. A metà dicembre 2019, ricordiamolo, l'istituto guidato da Christine Lagarde aveva spedito una lettera a Gualtieri e ai presidenti delle Camere esprimendo perplessità sulla scelta del Conte bis di portare la soglia massima per i contanti da 3.000 a 2.000 euro a partire da luglio e ridurla a 1.000 euro dal 2022. L'Eurotower non solo criticava le norme, ma faceva presente che a Francoforte desiderano essere consultati. In sostanza veniva spiegato al Mef che i pagamenti elettronici non sono equiparabili al contante e che il ricorso alle transazioni virtuali finirà con il colpire le fasce deboli. O con lo sbilanciare l'attività di controllo valutario. Siamo quindi al secondo richiamo e i radar della Lagarde restano sempre bene accesi sulle mosse dei «pierini» italiani. Che una ne fanno e sempre cento ne pensano. Nel maxi pacchetto di modifiche alla manovra (frutto delle riformulazioni degli emendamenti concordati tra governo e maggioranza) che saranno messe al voto in commissione Bilancio alla Camera, è spuntata un'altra novità. Si tratta del «kit digitalizzazione»: chi vive in famiglie con un reddito Isee sotto i 20.000 euro potrà avere per un anno un cellulare «in comodato d'uso» connesso a Internet, con incluso l'abbonamento a due «organi di stampa» e l'app Io. Il beneficio è concesso a un solo soggetto per nucleo familiare e il finanziamento complessivo previsto è di 20 milioni di euro per il 2021. «Al fine di ridurre il fenomeno del divario digitale», si legge nell'emendamento, «per i nuclei familiari non titolari di un contratto di connessione Internet e di un contratto di telefonia mobile, che si dotino del sistema pubblico di identità digitale (Spid), per il tramite di Poste italiane o di altri identity provider abilitati, è concesso in comodato gratuito per un anno un telefono mobile dotato di connettività». Per poter ottenere il kit occorre comunque avere la Spid. Per poter ottenere il kit occorre comunque avere lo Spid.
L' Altro Picasso, allestimento della mostra, Aosta. Ph: S. Venturini
Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.