2024-04-25
La stretta contro gli imballaggi ottiene l’ok dell’Europarlamento
Passano le norme che colpiscono soprattutto l’Italia. Unionplast: «A rischio un settore d’eccellenza che vale 1,5 miliardi». Azzurri e Fdi votano a favore, la Lega dice no. Matteo Salvini: «Più burocrazia e costi per le imprese».Ieri il Parlamento europeo ha dato il via libera al regolamento sugli imballaggi che ha come obiettivo quello di eliminare la plastica. Nonostante i vari miglioramenti che sono stati fatti rispetto al testo originale, le norme votate continuano a essere confusionarie, a imporre restrizioni al mercato interno e a penalizzare soprattutto le imprese italiane con nuovi costi e sempre maggiore burocratizzazione. Un regolamento che sottolinea, ancora una volta, la volontà di questa Commissione di portare avanti politiche green prettamente ideologiche e poco basate sulla realtà dei fatti. Il nuovo regolamento è stato approvato con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astenuti. A differenza del voto di martedì sul Patto di stabilità, dove tutto il centrodestra unito si è astenuto, ieri la maggioranza si è spaccata con Forza Italia e Fratelli d’Italia che hanno votato a favore del nuovo testo e la Lega, contraria fin dall’inizio, che invece ha mantenuto la sua posizione: «La Lega, dal primo momento fino al voto finale di oggi (ieri, ndr), si è sempre opposta con coerenza alle norme sugli imballaggi», spiega Silvia Sardone, eurodeputata del Carroccio e relatrice ombra del provvedimento sugli imballaggi. «Le nuove norme europee danneggiano le imprese italiane, aumentando burocrazia e costi», ha poi precisato in una nota il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, dopo il voto del Parlamento europeo. La delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles ha invece spiegato di aver votato a favore del nuovo regolamento visto che «il testo è stato ulteriormente migliorato». Le nuove norme escludono dall’applicazione del «riuso obbligatorio le nostre eccellenze come il vino; inoltre, sui divieti riguardanti determinati tipi di packaging ci sono stati grandi progressi, infatti, persistono solo divieti sulla plastica e non sugli imballaggi in plastica compostabile». La delegazione di Fratelli d’Italia non nega infine che il testo approvato non sia proprio il migliore a cui si poteva ambire visto che «non mancano di certo dei miglioramenti a cui tendere, come quelle nel settore dell’ortofrutta, per cui sarà importante monitorare le future linee guida della Commissione europea». Sulla stessa linea Forza Italia che per voce al capogruppo al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello, spiega il voto positivo dato che «il regolamento è fondamentale per la parte più rappresentativa del made in Italy e in particolare dell’industria agroalimentare oltre che per tutta la filiera delle materie prime, delle tecnologie dell’industria dei sistemi di imballaggio oltre che dell’industria dell’imballaggio stesso. Tutti settori nei quali l’Italia è ai primi posti nel mondo». Di parere diametralmente opposto è invece Marco Bergaglio, presidente di Unionplast-Federazione gomma plastica, secondo cui con le nuove norme sugli imballaggi «in pericolo c’è il 60-70% del fatturato del settore del packaging alimenti freschi italiano, che vale 1,5 miliardi di euro». «Decenni di investimenti e progressi per la creazione di un modello italiano di economia circolare assurto a leader a livello internazionale, certificato dal recente 72% dei rifiuti da imballaggio riciclati, non sono serviti a nulla contro un’impostazione iniqua, dai dubbi risultati ambientali e che incredibilmente non poggia su nessuna valutazione di impatto credibile», ha aggiunto Bergaglio. Le norme, frutto di un accordo provvisorio con il Consiglio, impongono l’obiettivo di riduzione degli imballaggi, «in particolare i rifiuti in plastica», del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040. Determinati tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030 e tra questi figurano quelli usati per la frutta e la verdura fresche non trasformate, per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (ad esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica in materiale ultraleggero al di sotto dei 15 micron. Per evitare effetti nocivi sulla salute, il testo vieta inoltre l’utilizzo dei cosiddetti «inquinanti esterni», ovvero le sostanze perfluoroalchiliche al di sopra di determinate soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari. Il regolamento stabilisce poi obiettivi di riutilizzo specifici da raggiungere entro il 2030 per gli imballaggi di bevande alcoliche e analcoliche (eccezione fatta per il latte, il vino e i superalcolici), quelli multipli e gli imballaggi destinati alla vendita e al trasporto. Altra novità riguarda il fatto che i distributori finali di bevande e alimenti da asporto dovranno dare ai consumatori la possibilità di utilizzare i loro contenitori e offrire il 10% dei prodotti in formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030. Infine, entro il 2029, il 90% dei contenitori in metallo e plastica monouso per bevande fino a tre litri dovranno essere raccolti separatamente con sistemi di deposito cauzionale e restituzione o altre soluzioni che consentano di raggiungere l’obiettivo di raccolta.
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