
L’uomo, colpito da un decreto di espulsione, ha appiccato il fuoco dopo aver aggredito un controllore di volo. Decolli e arrivi sono stati bloccati. Matteo Salvini: «Ennesimo atto criminale contro i trasporti».Un incendio doloso, appiccato in un locale tecnico alla base della torre di controllo, ha bloccato ieri mattina l’aeroporto di Ciampino. Il presunto responsabile è un cittadino georgiano di 36 anni, arrivato in Italia da pochi giorni, il quale è stato arrestato per attentato alla sicurezza dei trasporti, danneggiamento aggravato, incendio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo avrebbe seguito un controllore di volo che si stava recando presso la torre, poco prima delle 8, per poi aggredirlo nel momento in cui questi ha aperto la porta d’accesso e così penetrare all’interno dei locali. Successive versioni riferiscono invece che la colluttazione avrebbe coinvolto non uno, bensì due addetti Enav (Ente nazionale di assistenza al volo). Si tratta di un’area che, per ovvie ragioni di sicurezza, non dovrebbe essere accessibile a esterni. Il controllore di volo è subito corso a dare l’allarme, ma nel frattempo, prima che arrivassero gli agenti della Polaria (la polizia di frontiera aerea), il georgiano è riuscito a dare fuoco ad alcuni mobili e apparecchi informatici. Il personale della torre è stato subito evacuato per questioni di sicurezza, mentre le squadre dei Vigili del Fuoco, intervenute a supporto di quelle aeroportuali già presenti sul posto, sono riuscite a estinguere le fiamme in breve tempo. Nonostante si sia trattato di un incendio limitato, però, sono comunque scattate le misure di sicurezza dell’aeroporto, comprese quelle antiterrorismo. Atterraggi e decolli sono stati interrotti per alcune ore in attesa che il fumo si disperdesse, anche all’interno della torre di controllo. Intorno all’ora di pranzo, poi, l’Enav ha annunciato il ritorno alla regolarità del traffico e delle attività dei controllori di volo. Secondo l’ente, non risultano «danni alle apparecchiature e ai sistemi necessari alla gestione del traffico aereo».Nel corso della mattinata, dunque, alcuni voli previsti su Ciampino (dieci in arrivo e sette in partenza) sono stati deviati sull’altro aeroporto di Roma, Fiumicino. Mentre il traffico era sospeso, centinaia di persone si sono affollate all’interno del terminal, in attesa di capire il loro destino e quello dei voli interrotti. Il blocco dello scalo è arrivato in una giornata già di per sé complicata per il settore a causa dello sciopero nazionale del personale di alcune aziende di handling, responsabili della gestione dei bagagli e dei servizi a terra. Al di là dei disagi, però, naturalmente resta da capire come sia possibile che un uomo raggiunga con tanta facilità un’area critica per la sicurezza del traffico aereo. Secondo alcune testate, tra cui il Corriere, il georgiano si è presentato in aeroporto con un decreto di espulsione ricevuto nei giorni scorsi con l’ordine di lasciare il Paese. «Un uomo bloccato a Roma per l’incendio doloso all’aeroporto di Ciampino», scrive in una nota il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), guidato dal vicepremier Matteo Salvini, «mentre nelle ultime ore sono stati rinvenuti degli oggetti sui binari sulla Sassari-Porto Torres. Dopo l’esposto del gruppo Fs per segnalare problemi anomali sulla rete ferroviaria, altri episodi preoccupanti che coinvolgono i trasporti. L’attenzione resta massima». Lo stesso segretario della Lega ha commentato l’accaduto anche sui suoi canali social: «Dopo i fatti che hanno colpito le ferrovie nelle scorse settimane», scrive il ministro, «questa mattina all’aeroporto di Ciampino un altro gravissimo episodio di danneggiamento: un incendio alla torre di controllo appiccato da un immigrato senza fissa dimora arrivato pochi giorni fa nel nostro Paese, con pesanti disagi per tutto il sistema italiano dei trasporti e migliaia di lavoratori e passeggeri danneggiati. Il responsabile è stato fermato, ora serve che venga fatta chiarezza al più presto».Quanto accaduto all’aeroporto romano pare un’azione isolata e non riconducibile ai presunti atti di sabotaggio che il Mit denuncia da un po’ di tempo e che riguardano in particolar modo le ferrovie. A confermarlo è lo stesso Salvini, che ha commentato la vicenda anche a margine dell’evento «AirPort Day - Aeroporti in pista per il Paese», organizzato da Assaeroporti e società di gestione associate, cui ha partecipato ieri: «Questo di Ciampino pare sia un immigrato irregolare e quindi non penso ci siano rivendicazioni ma è solo un atto criminale». «Spero che non ci siano ulteriori eventi che bloccano treni, porti o aeroporti per dolo, per battaglia politica o sindacale», ha anche detto il capo del Carroccio. «Conto», ha aggiunto, «che vadano avanti i dossier su tutte le stranezze segnalate lungo le vie ferroviarie italiane nelle ultime settimane». La polemica riguarda le interruzioni e i conseguenti disagi che continuamente si presentano sulla linea ferroviaria italiana, episodi che l’opposizione sfrutta per attaccare Salvini ma che, secondo quest’ultimo, rientrano in un intenzionale tentativo di sabotaggio. Per altro, la vicenda di ieri non riguarda lo scalo di una piccola città (cosa che comunque rimarrebbe altrettanto grave), bensì uno dei due aeroporti della capitale, i quali insieme costituiscono il secondo polo italiano per numero di passeggeri. Secondo i dati forniti da Youtrend, nel 2024 il sistema aeroportuale milanese (Malpensa, Bergamo e Linate) ha segnato il passaggio di 56,9 milioni di passeggeri, mentre quello romano (Fiumicino e Ciampino) 53,1. Se si sommano i cinque aeroporti, stiamo parlando di quasi metà dell’intero traffico aereo che ha interessato l’Italia nel corso dell’anno.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
Nonostante i dazi e un rafforzamento dell’euro, a settembre è boom di esportazioni negli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, meglio di Francia (+8%) e Germania (+11%). Confimprenditori: «I rischi non arrivano da Washington ma dalle politiche miopi europee».
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Parla Gaetano Trivelli, uno dei leader del team Recap, il gruppo che dà la caccia ai trafficanti che cercano di fuggire dalla legge.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Su un testo riservato appare il nome del partito creato da Grillo. Dietro a questi finanziamenti una vera internazionale di sinistra.
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Nel 1937 l’archeologo francese Fernand Benoit fece una scoperta clamorosa. Durante gli scavi archeologici nei pressi dell’acquedotto romano di Arles, la sua città, riportò alla luce un sito straordinario. Lungo un crinale ripido e roccioso, scoprì quello che probabilmente è stato il primo impianto industriale della storia, un complesso che anticipò di oltre un millennio la prima rivoluzione industriale, quella della forza idraulica.
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Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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