Straniera senza lavoro e reddito. E il giudice fa arrivare anche il marito

Se sei un italiano emigrato in Germania e, dopo aver perso il lavoro, gravi sulla casse statali tedesche, l'accogliente Merkel ci metterà dai 3 ai 6 mesi per dirti «Auf Wiedersehen!». In Gran Bretagna, invece, potrebbero dirti «Goodbye!» prima ancora di entrare: il primo ministro Theresa May sta infatti pensando di introdurre un blocco per gli immigrati Ue che vogliono trasferirsi nel Regno Unito ma non hanno un lavoro. Per le stesse ragioni, il Belgio ogni anno dice a qualche migliaio di cittadini Ue «Au revoir!» (o l'equivalente in fiammingo).

Se invece sei un albanese senza lavoro e te ne stai in Italia a fare nulla, ci sarà sempre un giudice pronto a dirti: «Prego, si accomodi, e porti pure chi vuole». Sì, è ufficiale, siamo davvero la terra dei cachi, il posto dove ognuno, arrivato da chissà dove, può fare quello che gli pare. La fessura che rischia di far crollare il già fragile muro che ci separa da un'invasione totale e e incondizionata lo ha aperto un magistrato di Modena, che per la prima volta in Italia ha sdoganato la possibilità del ricongiungimento familiare anche per gli immigrati senza lavoro che vogliano farsi raggiungere da parenti, anch'essi senza reddito. La notizia viene dalla Gazzetta di Modena e racconta di una 22enne albanese, studentessa e figlia di immigrati regolari, che ha pensato bene di farsi raggiungere in Italia dal suo fresco sposino, albanese anch'egli. L'uomo, però, non ha lavoro e non ha possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, quindi può restare in Italia solo per un periodo limitato. Mossa dal sacro fuoco dell'amore, tuttavia, la ragazza ha presentato alla questura di Modena la pratica «per coesione familiare», in modo da far restare in Italia il marito e così regolarizzarlo. Richiesta respinta, perché lui non ha un lavoro e lei neanche, visto che studia e non ha entrate. Da qui il ricorso al tribunale civile, inaspettatamente vinto dagli sposini albanesi.

Ma come è possibile, dato che la legge prevede la certezza di un mantenimento? Secondo il magistrato, la legge prevede di considerare «anche il reddito annuo complessivo dei familiari». Non ce ne vogliano i due piccioncini albanesi che, grazie al cuore tenero del solito magistrato, hanno potuto coronare il proprio sogno d'amore, ma il problema è il principio che in questo modo viene affermato: le già ridicole norme italiane sull'espulsione e sulla selezione all'ingresso dei nuovi arrivati vengono in questo modo bellamente aggirate. Un vero e proprio invito all'invasione. E anche una generosa pacca sulla spalla a tutti quegli stranieri che, secondo una certa retorica, starebbero qui per pagarci le pensioni e fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare, ma che sempre più spesso vediamo invece bighellonare nelle nostre città.

Secondo dati del ministero del Lavoro risalenti a un anno fa, gli immigrati disoccupati in Italia sarebbero 466mila, tra comunitari (139mila) ed extra-Ue (327mila). Quasi mezzo milione di persone a cui è davvero difficile applicare gli stereotipi buonisti sulle «risorse» indispensabili per la nostra economia. Persone che fino a oggi rischiavano almeno l'espulsione, sia pur nei termini ridicoli con cui avviene in Italia l'allontanamento degli immigrati senza requisiti. Di questo passo, però, le cose cambieranno presto, basterà trovare un parente che lavori o faccia finta di farlo. E ancora una volta, a trasformare la società italiana ci penserà la decisione arbitraria di un magistrato e la sua interpretazione creativa del codice.

«Forza Italia non fa favori a Mediolanum»
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.


Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».

«Oggi nell’Ue non ci sono le condizioni per togliere l’unanimità in Consiglio»
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».


Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».

La sinistra si batte per dare gli appartamenti popolari agli stranieri senza lavoro
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.


In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.

Henry Winkler racconta le follie del passato in «Una storia pericolosa»
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.

Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.

Le Firme

Scopri La Verità

Registrati per leggere gratuitamente per 30 minuti i nostri contenuti.
Leggi gratis per 30 minuti
Nuove storie
Preferenze Privacy