2018-08-19
Stop alle trimestrali Trump chiede alla Sec una visione più lunga per le società quotate
Questo l'obiettivo della Casa Bianca: con una frequenza semestrale di comunicazioni al mercato non ci si concentrerebbe soltanto su obbiettivi a corto raggio.È una proposta che divide quella che il presidente americano Donald Trump ha fatto alla Sec: eliminare, per le aziende quotate a Wall Street, l'obbligo di rendere pubblici i dati ogni trimestre, passando a una comunicazione semestrale. Da un lato c'è chi ha accusato Trump di fare l'ennesimo regalo alle corporation a stelle e strisce, dall'altro c'è chi appoggia la proposta perché avrebbe il merito di snellire queste comunicazioni che di solito tolgono fiato alle quotate nella Grande Mela. Va detto che «The Donald» in materia non ha voce in capitolo. Queste decisioni possono essere prese solo dalla Sec, l'Autorità indipendente omologa della nostra Consob. Il numero uno di Pennsylvania Avenue però, proprio durante le vacanze all'interno del suo golf club privato a Bedminster nel New Jersey, avrebbe raccolto le considerazioni di alcuni top manager che avrebbe incontrato tra una buca e l'altra. I pezzi grossi di Apple, Fca, Boeing, FedEx e Honeywell gliel'avrebbero chiesto a gran voce, come lui stesso ha spiegato su Twitter. «Ho chiesto cosa renderebbe il business ulteriormente migliore in Usa. Mettere fine alla pubblicazione trimestrale e passare a un sistema semestrale, ha detto uno. Ciò permetterebbe una maggiore flessibilità e risparmi. Ho chiesto alla Sec di studiare» questa possibilità, ha cinguettato.Del resto anche la candidata alle ultime presidenziali contro Trump, Hillary Clinton, in più di una occasione aveva fatto sapere di voler battere su questo tema. Vorrei «aiutare gli amministratori delegati e gli azionisti a concentrarsi sul prossimo decennio e non solo sul giorno successivo», diceva.L'idea dunque non è nemmeno troppo originale. Fino al 1970 le aziende quotate a Wall Street avevano l'obbligo di comunicare i dati due volte l'anno e non quattro. La legge a riguardo venne scritta nel 1955 e poi stracciata. Da un punto di vista strategico, però, l'amministrazione Trump con questa novità non rischia certo di farsi nuovi amici. Non manca infatti chi sostiene che con questa mossa l'attuale presidente tenti ancora una volta di annacquare i controlli americani su certe big quotate vicine alla sua amministrazione. Fu proprio «The Donald» a modificare il Dodd Frank act, la riforma di Wall Street voluta dall'amministrazione di Barack Obama per promuovere una più stretta e completa regolazione della finanza statunitense. Trump, va ricordato, decise di aumentare da 50 a 250 miliardi di dollari la soglia che definisce una banca cruciale per il sistema finanziario, rendendola quindi obbligata a sottoporsi a stress test.Ora la proposta di Trump potrebbe allentare i controlli sulle società quotate a Wall Street, offrendo potenzialmente meno garanzie agli investitori. In realtà, al momento è difficile capire le vere intenzioni di Trump a riguardo, visto che per ora non c'è nulla di ufficiale. In linea di principio, però, l'obbligo di una comunicazione trimestrale costringe sempre le aziende quotate ad avere obbiettivi a corto raggio. Ogni volta che si avvicina una trimestrale le corporation sono sempre orientare a tirare un po' il freno per evitare guai. Proprio sul tema, in passato si erano già espressi il numero uno di Jp Morgan, James Dimon, e l'oracolo di Omaha nonché il fondatore del colosso americano Berkshre Hathaway, Warren Buffet.Secondo i due guru della finanza, il continuo appuntamento con le trimestrali e dunque le frequenti attese sugli utili, costringerebbero le aziende a tenere a freno spese, assunzioni e ricerca e sviluppo, «ingredienti» di cui le società hanno bisogno per crescere. Inoltre, l'obbligo d un costante confronto con azionisti e analisti sarebbe la causa che ha portato molte aziende a lasciare Wall Street. Va detto che in realtà la protezione verso i risparmiatori non verrebbe intaccata più di tanto. Non solo le aziende non falliscono in tre o sei mesi, ma soprattutto i «giochi» di bilancio cui le aziende possono ricorrere per la trimestrale sono gli stessi che si potrebbero utilizzare per le semestrali.Se mai, viene da chiedersi se l'amministrazione Trump e la Borsa più importante al mondo possano fare da apripista anche per le altre piazze finanziarie come Piazza Affari. Quello milanese è un mercato per lo più composto da aziende piccole e medie e c'è da scommettere che molti imprenditori sarebbero più che felici di sapere che la Consob ha intrapreso un percorso simile. Ad ogni modo, quella di Trump, resta per ora solo una proposta indirizzata alla Sec. Non si sa nemmeno se verrà accettata o respinta dalla commissione. In caso affermativo, però, molti imprenditori ne sarebbero felici.
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