2022-03-26
Stop alla gogna dei non vaccinati a scuola
Dal 1° aprile nuove regole sulle quarantene degli studenti: a casa solo i positivi. Per gli universitari ancora un mese di pass. Roberto Speranza spende 3 milioni per la sua task force al ministero e lascia senza lavoro i medici che hanno salvato gli ospedali.Da venerdì prossimo, basta obbligo di quarantena in caso di positività a scuola. Le nuove regole, pubblicate ieri in Gazzetta Ufficiale, liberano i genitori dall’incubo contatto stretto con alunno che ha il Covid, uguale figlio a casa. Era stata una strage di assenze forzate dall’aula, con tortuose e discriminanti disposizioni che prevedevano didattica a distanza di dieci giorni per l’intera classe delle primarie con due positivi, mentre con due casi nelle scuole secondarie di primo e secondo grado venivano allontanati solo i non vaccinati, costretti alla didattica a distanza. Per gli inoculati, bastava l’autosorveglianza e potevano frequentare le lezioni in presenza. Una differenziazione del regime didattico in base all’avvenuta o meno vaccinazione, altro capitolo vergognoso della gestione Covid operata dai ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e della Salute Roberto Speranza. Dal 1 aprile, a casa restano unicamente gli studenti positivi. Fino a quattro casi nella stessa sezione o classe, nelle scuole per l’infanzia le attività proseguono in presenza. Se ancora sintomatici, dopo cinque giorni dall’ultimo contatto gli alunni devono effettuare un test antigenico rapido o molecolare, oppure un test antigenico eseguito in casa con apposito kit e conseguente autocertificazione della negatività del tampone. Identiche modalità anche nella scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado e istituti di formazione professionale, dove gli alunni con più di sei anni e i docenti devono però indossare mascherine Ffp2 per dieci giorni dall’ultimo contatto con un soggetto positivo. Tutti quanti, dalle primarie in poi, se in isolamento per infezione da Covid possono seguire la didattica a distanza su richiesta della famiglia o dello studente, se maggiorenne, dopo aver presentato una certificazione medica che attesti la loro condizioni di salute. Per essere riammessi in classe serve l’esito negativo di un tampone, rapido o molecolare, effettuato anche in un centro privato abilitato. Nelle università, gli studenti dovranno essere in possesso del green pass ancora per un altro mese, fino al 30 aprile, anche se la situazione sanitaria è in continuo miglioramento pur con leggera crescita dei contagi. Ieri sono stati comunicati i dati del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore della Sanità, che attestano 848 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 725 della precedente rilevazione e l’indice Rt passato da 0,94 a 1,12. Il commento del presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, è incoraggiante. «La curva in questi giorni comincia leggermente a piegare e questo probabilmente può essere un segnale positivo rispetto all’andamento» della pandemia, ha dichiarato durante l’incontro di studio promosso a Firenze della fondazione Neodemos. La cabina di regia ha rilevato un aumento, non significativo, dell’occupazione dei posti letto in area non critica (13,9% rispetto al 12,9% della scorsa settimana), ma un calo nelle terapie intensive passate da 4,8% a 4,5%.Tornando al decreto, ieri nella Gazzetta Ufficiale comparivano anche le nuove disposizioni «per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19», una volta messo a riposo il generale Francesco Paolo Figliuolo dall’incarico di commissario straordinario. Viene istituita un’Unità, operativa fino al prossimo 31 dicembre quando tutte le funzioni passeranno al ministero della Salute. Oltre a un direttore e al suo vicario, serve «rafforzare l’efficienza operativa» di questa struttura, si legge. Così Speranza, dal prossimo 1 ottobre potrà farsi la sua task force assumendo sei dirigenti e una cinquantina di persone con ruolo non dirigenziale, alle quali garantirà un contratto a tempo indeterminato. Il tutto con una copertura finanziaria di 760.837 euro per l’anno in corso, ma che salirà a 3.043.347 euro l’anno a partire dal 2023. Non è finita. Per assumere il personale ci saranno dei concorsi pubblici, che costeranno poco meno di 330.000 euro. Mentre il ministro della Salute si fa il suo contingente, ci sono medici arruolati per l’emergenza Covid che si vedranno non prorogato il loro contratto. Pochissimi sono stati assunti a tempo indeterminato e per le aziende sanitarie, non poter più contare su questi medici e infermieri sarà un problema enorme. Il decreto legge, inoltre, aggiunge nuove funzioni al ministero della Salute. Oltre ad occuparsi di tutela della salute umana, di coordinamento del Sistema sanitario nazionale, di sanità veterinaria, di tutela della salute nei luoghi di lavoro, di igiene e sicurezza degli alimenti, avrà competenze in materia «di contrasto a ogni emergenza sanitaria» e potrà prendere «ogni iniziativa volta alla cura delle patologie epidemico pandemiche emergenti». Sulla incapacità di Speranza e dei suoi tecnici di gestire l’emergenza Covid, La Verità sta scrivendo da due anni, ma preoccupa parecchio quel sottolineare «ogni iniziativa» sulla cura. Prelude a carta bianca su vaccinazioni a oltranza?