2022-03-19
Alla scoperta dello stock sport, un curling che non ce l'ha fatta
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A febbraio si sono tenuti sull'Altopiano del Renon i campionati mondiali di birilli sul ghiaccio, un'antica disciplina che oggi riscuote meno clamore rispetto al curling, ma che ha fatto parte del programma olimpico nel 1936 e nel 1964. In Italia si gioca praticamente solo in Trentino Alto Adige, in Germania ci giocano anche d'estate sull'asfalto.Per uno sport di nicchia diventare una disciplina olimpica è tutto. Esserlo è molto difficile, confermarsi nel tempo lo è ancora di più. È il caso dello stock sport o ice stock, conosciuto in Italia con il più pratico nome di birilli sul ghiaccio, antica disciplina nata - si dice nel XIII secolo in Scandinavia - e diffusosi poi nel resto d'Europa continentale, in particolar modo nel sud della Germania, in Bavaria, e che arrivò a ritagliarsi uno spazio nel panorama delle Olimpiadi invernali in due occasioni, nel 1936 a Garmisch-Partenkirchen e nel 1964 a Innsbruck, sebbene in entrambe le circostanze era a scopo dimostrativo.Si tratta di un gioco simile al più conosciuto e rinomato curling, lo sport con i sassi di granito che scivolano sul ghiaccio che torna in auge ogni quattro anni e che ha regalato incredibili e impronosticabili soddisfazioni all'Italia nel corso dell'ultima edizione dei Giochi invernali di Pechino con la medaglia d'oro conquistata dalla coppia formata da Stefania Costantini e Amos Mosaner. A differenza del curling, però, nello stock sport si utilizzano dei birilli speciali di circa 5 chilogrammi con una base circolare a e un manico verticale di circa trenta centimetri, anziché i sassi. Birilli che devono essere fatti scivolare lungo la superficie ghiacciata con l'obiettivo di farli arrivare il più vicino possibile a un bersaglio a forma di disco in gomma rotonda.Recentemente, dal 15 al 27 febbraio, si sono tenuti i campionati del mondo in Italia, in Trentino Alto Adige, regione che ospita la quasi totalità dei praticanti italiani di questo sport. Sull'Altopiano del Renon, in provincia di Bolzano, si sono ritrovati ben 500 atleti provenienti da 26 Paesi per disputare la quattordicesima edizione dei mondiali e dare continuità a un'antichissima tradizione di competizioni a livello internazionale. Si gioca su tre specialità: il tiro di precisione singolo e di squadra e il lancio a distanza. Nella gara di tiro di precisione singolo, ogni atleta ha a disposizione quattro manche durante le quali deve risolvere delle situazioni di gioco rimanendo entro un certo limite di tempo. Nel gioco di squadra, invece, si disputano sempre quattro manche ma ognuna vede impegnato un giocatore diverso per ogni nazionale. La squadra che riesce a posizionare il suo ice stock più vicino al bersaglio ottiene il punto. Se la stessa squadra piazza anche il secondo birillo più vicino al bersaglio conquista un altro punto e questo criterio si applica anche al terzo e al quarto birillo. Dopo sei turni si procede alla somma dei punti individuali e la squadra che ne ha conquistati di più vince la partita. Infine, nel lancio a distanza, ogni atleta ha a disposizione cinque tentativi di lancio del birillo: quello che si avvicina di più determina il punteggio.In Italia questo sport si pratica quasi esclusivamente in Trentino Alto Adige, mentre a livello mondiale, oltre Germania e Austria, considerate le patrie dello stock sport con 35.000 e 86.000 iscritti alle rispettive federazioni (in Italia siamo a quota 750) e che hanno conquistato la maggior parte delle medaglie ai mondiali appena conclusi in Trentino, si gioca con discreta regolarità in Paesi come Canada, Brasile, Australia, India, ma anche Guatemala, Namibia e Gabon.Le similitudini con il curling sono molte, anche se con il passare degli anni le due discipline hanno intrapreso due strade diverse. L'ice stock in Italia, per esempio, è poco conosciuto all'infuori della sfera altoatesina. Eppure è una disciplina affiliata alla Fisg - la Federazione italiana sport del ghiaccio fondata nel 1926 - ma al contrario del curling non gode della cassa di risonanza delle Olimpiadi. E anche come numeri di tesserati, l'ice stock è davanti al curling, avendone più del doppio (750 l'ice stock, 333 il curling). Il sogno e l'obiettivo per i praticanti e gli appassionati dei birilli sul ghiaccio è quello di poter tornare presto a competere anche sul palcoscenico a cinque cerchi, anche se la strada non sarà affatto semplice. Qualcosa in tal senso si è mosso negli ultimi anni, prima nel 2018 quando il Cio riconobbe in via provvisoria l'Ifi, la Federazione internazionale ice stock, poi nel 2021 con il riconoscimento a tutti gli effetti. A Milano-Cortina tra quattro anni non vedremo sicuramente lo stock sport, la speranza è rivolta al 2030.