2023-10-23
Stellantis si rinnova, Melfi si ferma
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Il gruppo franco-italiano annuncia i nuovi modelli commerciali «green» ad Atessa. Mentre c’è un altro stop alle produzioni in Basilicata e continuano gli scioperi americani.Stellantis annuncia l’arrivo di una nuova gamma di veicoli commerciali elettrificati, ma gli scioperi dei lavoratori in Italia e all’estero non si placano. Giusto ieri, infatti, il gruppo italo francese ha annunciato l’arrivo di mezzi commerciali a batteria in tutti i segmenti: compatti, medi e grandi, per i marchi Citroën, Fiat Professional, Opel, Peugeot e Vauxhall. Il gruppo nato dall’unione tra Psa e Fca li ha presentati ieri nell’ambito dell’offensiva strategica Pro One per la divisione dei veicoli commerciali. Tutti i modelli verranno prodotti nel grande stabilimento di Atessa in provincia di Chieti. Si tratta dei nuovi Citroën Berlingo, Jumpy, Jumper; i nuovi Fiat Professional Doblò, Scudo, Ducato; i nuovi Opel/Vauxhall Combo, Vivaro, Movano; i nuovi Peugeot Partner, Expert, Boxer e il nuovo Ram ProMaster Ev entro la fine del 2023. Come fa notare il gruppo guidato dall’ad Carlos Tavares, tutti i modelli presentano una maggiore autonomia (fino a 420 km). Previsti anche furgoni medi con celle a combustibile a idrogeno (nel 2024). Tutti i nuovi modelli saranno connessi a Internet e prevedono aggiornamenti del software e servizi aggiuntivi attraverso la rete telefonica cellulare a partire dal 2026: l’obiettivo è raggiungere i cinque miliardi di euro di ricavi da servizi connessi. Si tratta di una delle sette attività con forte potenziale di redditività presente all’interno del piano strategico Dare Forward 2030.Ma, a fronte di notizie che farebbero ben sperare per il futuro dei lavoratori, c’è da dire che i dissidi non mancano. Oltreoceano, in Michigan i professionisti di Stellantis hanno incrociato le braccia. Lo United auto workers, il principale sindacato americano del settore automotive, ha annunciato l’estensione dello sciopero dei lavoratori alla fabbrica di Stellantis. In particolare, alla Sterling heights assembly plant, lavorano circa 6.800 persone. Il sito produttivo è attivo nell’assemblaggio del pickup Ram 1500, il modello più venduto dell’intera gamma del produttore automobilistico. «Attualmente, Stellantis ha la peggiore proposta sul tavolo per quanto riguarda la progressione salariale, la retribuzione dei lavoratori temporanei e la loro conversione a tempo pieno, gli adeguamenti al costo della vita e altro ancora», ha fatto sapere l’Uaw in un comunicato. In dettaglio, l’interruzione del lavoro presso lo stabilimento di Sterling Heights porta a oltre 40.000 il numero totale degli iscritti all’Uaw in sciopero presso le case automobilistiche di Detroit. Si tratta della prima escalation dello sciopero in quasi due settimane e della prima nuova interruzione del lavoro in Stellantis da oltre un mese.«Abbiamo cercato di fare le cose nel modo giusto. Abbiamo preso tempo, siamo stati pazienti con queste aziende. È arrivato il momento di aumentare la pressione e la alla Sterling Heights Assembly Plant ci è sembrata il bersaglio giusto in questo momento», ha dichiarato lunedì il presidente dell’Uaw, Shawn Fain, fuori dallo stabilimento, definendo l’impianto «la macchina da soldi» di Stellantis.Secondo Cox Automotive, la più grande organizzazione di servizi automobilistici al mondo, al 17 ottobre l’azienda aveva una scorta di 114 giorni per il Ram 1500, rispetto ai 100 giorni di GM per il Chevrolet Silverado 1500 e ai 99 giorni di Ford per l'F-150. La media del settore è di circa 62 giorni, secondo Cox.Intanto, ieri si è di nuovo fermata la produzione nello stabilimento Melfi di Stellantis. Il motivo fornito dall’azienda è la mancanza di componentistica. Nel frattempo, i sindacati sono in attesa della riapertura delle trattative sul futuro degli stabilimenti dell’azienda in Italia. Il gruppo automobilistico sta infatti passando alla produzione di auto elettriche e questo comporta un importante taglio di posti di lavoro su cui è iniziato un braccio di ferro con le unioni di lavoratori.
Tyler Robinson dal carcere dello Utah (Ansa)
Tedros Ghebreyesus (Ansa)