2025-01-08
Il contentino di Starmer sui pedofili. Pene anti omertà e gruppo consultivo
Il primo ministro britannico Keir Starmer (Ansa)
Il premier laburista ribadisce il no all’inchiesta sulle bimbe violentate da pakistani e vara due blande iniziative sperando di cavarsela. Ai conservatori non basta: «Serve indagare». Pure Farage sbotta: «Faremo da soli».L’inchiesta nazionale sugli abusi di minori, fortemente richiesta dal Partito conservatore e dal Reform party di Nigel Farage, non si farà. I laburisti pensano di cavarsela semplicemente implementando alcune delle raccomandazioni avanzate dalla professoressa Alexis Jay nell’indagine da lei condotta dal 2015 al 2022.In particolare, il ministro dell’Interno britannico, Yvette Cooper, ha annunciato l’introduzione di sanzioni penali o professionali per coloro che coprono o non denunciano violenze su minori. La misura, ha spiegato, sarà inclusa nel Crime and policing bill entro la prossima primavera. In aggiunta, l’esecutivo guidato da Keir Starmer, per pararsi dalle richieste di istituire una vera e propria commissione d’inchiesta, si è limitato a dar vita a un nuovo «victim and survivors panel», un comitato consultivo composto da vittime di violenza sessuale.L’Independent inquiry into child sexual abuse (Iicsa), l’indagine nazionale circa gli abusi su minori commissionata nel 2015 dal governo dei Tories ad Alexis Jay, è durata sette anni. Nel rapporto conclusivo, datato ottobre 2022, la professoressa ha formulato 20 raccomandazioni e, tra queste, la già citata necessità dell’obbligo di denuncia. Ecco perché il mantra del governo laburista, in questi giorni, è: non serve una nuova inchiesta, è già stata fatta ed è sufficiente implementare le misure lì indicate (anche se il ministro della Giustizia, Alex Davies-Jones, ha dichiarato a Times Radio che il governo non istituirà un ministro specifico per l’infanzia, benché sia proprio una delle raccomandazioni contenute nel rapporto).A sostenerlo, d’altra parte, è la stessa Jay, la quale, intervenendo a Bbc Radio 4, ha dichiarato che il «tempo per ulteriori indagini è passato». «Abbiamo avuto abbastanza indagini, consultazioni e discussioni, soprattutto per quelle vittime e quei sopravvissuti che hanno avuto il coraggio di farsi avanti», ha spiegato, aggiungendo che ora ci vogliono «azioni concrete». «Noi abbiamo delineato quali sono quelle necessarie. Le persone dovrebbero semplicemente procedere, sia a livello locale sia nazionale».A queste parole si è appigliato anche il premier Starmer, non avvedendosi della critica che, seppur con garbo, la professoressa ha rifilato al suo esecutivo. «Sono contenta che l’argomento e le raccomandazioni dell’inchiesta stiano finalmente ricevendo l’attenzione che meritano», ha affermato nell’intervista, «ma questo non è certamente il modo che avrei scelto perché ciò accadesse. Tuttavia, ha avuto l’effetto di far avanzare l’agenda». Insomma: i modi non mi sono piaciuti, ma almeno ora sono costretti a fare qualcosa.La sua inchiesta, va però sottolineato, non è esente da critiche. Il ministro ombra conservatore per gli affari interni, Chris Philp, ha rimarcato come l’Iicsa si fosse concentrata su solo sei città nello «scandalo degli stupri di gruppo». Qualche giorno fa, invece, Guy Dampier, ricercatore presso il think tank The legatum institute, sul Telegraph rilevava come «cinque delle sei aree scelte» fossero «a maggioranza bianca, mentre le zone dove le gang erano già state individuate» fossero state «deliberatamente escluse». «Il rapporto finale», concludeva sulla questione, «menziona Rotherham (uno degli epicentri dello scandalo, con 1.400 bambine abusate nell’arco di 16 anni, ndr) una sola volta e si limita a raccomandare la creazione di un ministro per l’Infanzia». Proprio per questo, Philp ha sostenuto la necessità di un’inchiesta con il potere di obbligare i testimoni a comparire e a deporre sotto giuramento.I conservatori hanno annunciato che intendono cercare di forzare il governo a istituire un’indagine nazionale presentando oggi un «emendamento motivato» (reasoned amendment) - viene proposto in seconda lettura in Parlamento e, se approvato, blocca l’intero iter legislativo - al Children’s wellbeing and schools bill. Nigel Farage, invece, ha affermato che il suo partito è pronto a dar vita a un’inchiesta non ufficiale se il governo non agirà entro poche settimane. «Credo onestamente che ci sia stato un tentativo concertato di minimizzare la questione, per paura delle reazioni e di essere accusati di razzismo», ha ribadito ancora una volta il leader del Reform party.Ieri, inoltre, i Tories sono stati investiti da un polverone per alcune dichiarazioni avanzate dal ministro ombra della Giustizia, Robert Jenrick, secondo cui lo scandalo delle bande di stupratori «è iniziato con l’avvento della migrazione di massa». «Abbiamo visto milioni di persone entrare nel Regno Unito negli ultimi anni e alcuni di loro hanno atteggiamenti arretrati, francamente medievali, verso le donne», ha affermato. Successivamente, i Liberali democratici hanno chiesto al leader dei conservatori, Kemi Badenoch, di licenziarlo. In tutta risposta, la Badenoch ha difeso Jenrick e il suo appello a limitare l’immigrazione in Uk di quelle che ha definito «culture straniere».
Jose Mourinho (Getty Images)