2023-07-12
Spunta pure l’«etichetta sul suolo». Influirà sui prezzi di campi e alimenti
Il progetto di Ursula Von der Leyen prevede una certificazione della salute dei terreni.Potrebbe arrivare una nuova tegola sulla testa degli agricoltori europei. La commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen sarebbe infatti intenzionata a creare una certificazione mirata a misurare la salute dei suoli, in modo da offrire un parametro in più in termini di valore di mercato, come ha scritto ItaliaOggi. L’obiettivo dichiarato da Bruxelles è quello di attrarre finanziamenti verso i terreni più virtuosi. Peccato che, così facendo, chi dovesse essere in possesso di un terreno non da «10 e lode» finirebbe per perdere denaro perché i suoi campi varrebbero meno. Lo stesso peraltro potrebbe valere per le derrate agricole coltivate su un terreno considerato migliore rispetto a un altro. La certificazione dovrebbe partire su base volontaria e dovrebbe prevedere un vero e proprio bollino che attesti la salubrità del suolo analizzato. In particolare, il terreno verrebbe analizzato per capire se è in grado o meno di stoccare il carbonio promettendo ai potenziali acquirenti una gestione sostenibile del terreno e degli alimenti da esso ricavati.Proprio su questo tema, inoltre, l’Ue avrebbe avviato dei negoziati con pubblico, privati e istituzioni anche per capire come sostenere sotto il profilo finanziario il degrado dei terreni e le potenzialità per rigenerare quelli usurati. Tutto questo fa parte di un insieme di norme volute dalla squadra della von der Leyen pensato per promuovere un uso sostenibile delle risorse naturali del Vecchio continente e che è stato presentato nei giorni scorsi a Bruxelles. Tre le diverse misure, si pensa anche a nuove tecniche genomiche che interessano le sementi e la massima riduzione degli sprechi. Per quanto riguarda la proposta sui terreni, più precisamente la 416 del 5 luglio 2023, ci potrebbe essere la seria possibilità che si abbatta sul mercato dei terreni lo stesso tsunami previsto per le rilevazioni energetiche degli immobili, creando anche un ulteriore ostacolo nel caso si voglia accedere a eventuali incentivi agricoli proposti dall’Ue. Il sistema prevederebbe l’istituzione di veri e propri crediti in carbonio in possesso degli agricoltori che possono vantare un portafoglio di terreni in grado ci immagazzinare il carbonio evitandone la dispersione nell’atmosfera. Ci potrebbe essere un ulteriore passo: la creazione di interi distretti di terreni in salute il cui valore sarebbe più alto della media proprio per le loro peculiarità ambientali. Bruxelles, nella sua proposta, scrive nero su bianco che questo stimolerà i finanziamenti privati a partire da quelli dell’industria alimentare. La proposta parla chiaro: «Un suolo certificato come sano è suscettibile di aumentare il valore del terreno, a fini di garanzia, vendita o successione».Non è un caso, insomma, se l’esecutivo Ue sta esortando gli Stati membri a «predisporre un sistema di monitoraggio degli stock di carbonio nel suolo», spronandoli a «istituire meccanismi di riconoscimento degli sforzi di proprietari e gestori dei terreni nel mantenere i terreni sani. Anche sotto forma di certificazioni del suolo, complementari a quella dell’Ue». Intanto, dall’esecutivo di Bruxelles c’è la chiara volontà di «sostenere il processo attraverso lo scambio di informazioni e la promozione migliori pratiche» annunciando l’adozione di «atti di esecuzione per giungere a un format unico di certificazione dei terreni».
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