2024-05-04
Lo spot negli Usa scimmiotta l’Italia per risollevare le vendite della 500e
Un frame dello spot della Fiat 500e con Spike Lee e Giancarlo Esposito
Spike Lee e l’attore Giancarlo Esposito parlano di «Dolce vita», ma il modello è un flop.Ma allora l’Italia esiste anche senza incentivi. E guarda un po’ che sorpresa, è il paradiso del gelato, degli abiti fashion, della dolce vita e della 500 elettrica. Ce lo racconta l’ultimo spot di Stellantis, che per sbarcare negli Stati Uniti con la city car «total electric» ha esibito una collezione di luoghi comuni del nostro Paese che neanche una canzone di Toto Cotugno. E per convincere gli americani modaioli delle downtown stile Parioli a comprare il gioiellino Fiat, l’azienda francese sopra ci ha messo il regista Spike Lee (che firma le scene) e il suo attore preferito, Giancarlo Esposito, entrambi alla scoperta dell’«italiano che c’è in noi».La campagna è massiccia, attorno al filmato principale da 60 secondi ci sono 12 contenuti creativi destinati a Tv, web e social network, impegnati a esaltare le virtù della 500 elettrica che sbarca da New York a Los Angeles con la sua «missione di mobilità sostenibile», parola del responsabile marketing Olivier François. Poiché con l’ausilio delle sole batterie, fuori da Manhattan arriverebbe al massimo a Brooklyn, il messaggio è concentrato sul valore della praticità «per gli spostamenti settimanali in città». E quali sono le caratteristiche vincenti della 500 Bev (battery electric vehicle) che Spike Lee e il geniale Gus della serie Breaking Bad guidano in un set senza traffico? Non la comodità, non l’autonomia, non il prezzo conveniente, ma «la capacità di catturare l’essenza dello stile di vita italiano». Non per niente lo spot s’intitola «L’Italia in America».Non potendo puntare sull’auto in sé, l’azienda e il regista giocano la partita del successo concentrandosi sullo spaghetti-mandolino 2.0, sui baci rubati di Hollywood sul Tevere, su fragola e pistacchio, sull’immaginario da cineteca neorealista che il nostro Paese evoca sempre presso il pubblico oltreoceano. È come se Stellantis, inglobando la Fiat, non avesse comprato una fabbrica di auto ma la narrazione classica dell’Italia. Per questo voleva chiamare «Milano» l’ultima Alfa Romeo. E forse aveva già pronti gli scorci del City Life e dei Navigli prima che le venisse fatto notare che era stata costruita in Polonia.Qui l’ambiguità fa pure tenerezza perché la campagna pubblicitaria arriva nei giorni successivi al blocco di Mirafiori, con 2.260 addetti a casa e problemi di cassa integrazione che meriterebbero un altro spot, magari diretto da Ken Loach. L’operazione è furba ma molto cabriolet: l’Italia è importante non per il suo valore industriale ma per il fascino dello stile. Puro marketing per la upper class con già due Suv e un pick-up in garage.La verità è che, seguendo la tendenza negativa di un mercato mai decollato, la 500 full electric è un buco nell’acqua. E l’America, più che l’ultima frontiera, sembra l’ultima spiaggia. In Italia il centro studi Promotor su un campione di concessionari ha evidenziato che il 56% degli interpellati giudica basso il livello delle consegne in aprile e il 25% si attende un andamento deprimente degli affari nei prossimi tre mesi. Il mese scorso, in generale, sono state immatricolate 3.173 nuove vetture con una quota di mercato al 2,3%, fanalino di coda in Europa rispetto al già basso 3,2% di un anno fa. Nei primi due mesi del 2024 sono state vendute in Italia 479 Fiat elettriche, troppo poche per alimentare sogni di gloria.Eppure Stellantis punta sull’Italia per l’elettrico e solo l’elettrico, con un azzardo utopistico che mette a rischio il futuro dell’intero comparto automotive, indotto compreso. Mentre negli altri stabilimenti europei si lavora su modelli ibridi e benzina, nel Paese della dolce vita si concretizzano strategie da riso amaro e si fa appello ai buoni vecchi aiuti di Stato per rimanere a galla. Tutto ciò con il sindacato silente, anzi concentrato sulla lotta al premierato e al fascismo marziano. Per questo è fondamentale lo sbarco negli Stati Uniti con tutto l’ armamentario iconico del Made in Italy. Con questa prospettiva, se ci fosse bisogno di una speciale 500e operaista in Pennsylvania, sarebbe utile farla guidare a Maurizio Landini. «That’s amore», se la ride alla fine Spike Lee. Sì ma a pagamento, e con gli incentivi.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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