2022-05-20
Speranza gioca alla fattoria pandemica
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
I ministri della Salute del G7 si sono riuniti per esercitarsi contro un fantomatico virus trasmesso dal morso di un leopardo. Come se le vittime della fiera potessero andare in giro a infettare. Ma l’ex assessore, anziché occuparsi dei nostri ospedali, si diverte così. Che cosa succede se ti morde un leopardo? Probabilmente muori dissanguato, risponderebbe una persona normale. Invece il primo pensiero dei ministri della Salute del G7 è che se uno viene morsicato da un leopardo può prendere un virus. Non scherzo: l’hanno ipotizzato davvero. Proprio così: secondo quanto riportato dalla Bild, i ministri della Salute del G7 hanno passato l’intero pomeriggio di ieri a Berlino a studiare le possibili conseguenze di una pandemia nata dal morso del leopardo. Non è geniale? Poi dicono che non dovremmo fidarci di Speranza & C.: avrebbero potuto immaginare il morso di un barboncino, quello di un’oca o quello di un criceto. Invece no: per essere più realistici hanno previsto la diffusione del virus dal morso del feroce felino. Che, evidentemente, avrebbe il merito di portare un Covid ancora più aggressivo e sicuramente alla moda. Oserei dire, una pandemia leopardata. Se quanto raccontato dalla Bild è vero, basterebbe per capire come stanno messi coloro che dovrebbero vigilare sulla nostra salute. Capisco che, indaffarati come sono a prevedere nuovi divieti e nuovi lockdown, non abbiano il tempo di pensare ad altro. Ma sarebbe sufficiente leggere l’Enciclopedia degli Animali per sapere che i leopardi sono noti come «mangiatori di uomini», specializzati nella cattura di esseri umani, e che la storia è piena di esemplari che si sono fatti assai rispettare, dai «mangiauomini di Seoni» al «diavolo maculato di Gummalapur». Voi capirete (voi capirete, i ministri della Salute non lo so) che se una persona finisce nella bocca di uno di questi animali, il virus è l’ultimo dei suoi problemi. Anche perché è piuttosto improbabile che egli riesca a raggiungere la farmacia per farsi il tampone. E dunque fa un po’ sorridere pensare che i massimi responsabili della salute dei Paesi più industrializzati del mondo abbiano passato un intero pomeriggio (ovviamente da noi pagati) a esercitarsi su una simile minchiata. Vorrei quasi sperare che sia un errore del quotidiano tedesco. Perché già è piuttosto imbarazzante pensare che, mentre in Italia i pronto soccorso sono nel caos e le liste d’attesa per avere una visita si allungano a dismisura, il ministro della Salute Roberto Speranza passi il suo tempo a giocare a Indovina la Pandemia. Così come è imbarazzante sapere che, invece di preoccuparsi della carenza di medici e infermieri e dei malati abbandonati nei nostri ospedali, il medesimo ministro stia a Berlino a dilettarsi con la Vecchia Fattoria Pandemica (nella vecchia fattoria ya ya ho, quanti virus ha zio Tobia ya ya oh). Ma almeno tutto ciò avesse un po’ di senso, non vi pare? Preoccuparsi del virus del leopardo quando si è morsi da un leopardo è come preoccuparsi dell’alitosi del cobra quando si è morsi da un cobra. O del dente cariato della balena quando si è inghiottiti dalla balena. O dell’unghia incarnita dell’elefante che vi sta calpestando. Una cosa che possono immaginare solo delle menti bacate. O dei ministri della Salute. Che poi, scusatemi, anche questa abitudine di fare esercitazioni dappertutto ha un po’ rotto le scatole. E va beh che siamo in mobilitazione permanente e se non ti cali un elmetto sugli occhi non sei nessuno: ma possibile vivere costantemente in modalità Nato? Anche quando bisogna curare le persone? Con le siringhe innestate come baionette e i vaccini finanziati come missili Stinger? Riporta la Bild che il «vaiolo del leopardo» si diffonderebbe rapidamente: la persona morsicata, incredibilmente sopravvissuta, ne contagerebbe altre, l’infezione si diffonderebbe, molte persone morirebbero e «inoltre la malattia causerebbe molti danni a lungo termine e colpirebbe in modo sproporzionato i giovani». Tutto molto brutto. Pare anche che, per non perdere tempo, siano già state diffuse le tracce per le prossime esercitazioni del G7 della Salute, fra cui spiccano «la peste dello squalo tigre» e il «colera dell’alligatore». Vuoi mettere la pandemia che si scatena quando un uomo viene inghiottito dal coccodrillo gigante? Nel frattempo ci dobbiamo accontentare del «vaiolo delle scimmie». Questa, purtroppo, non è un’esercitazione ma un allarme vero e proprio che ha subito eccitato gli animi dei virologi in astinenza da misure restrittive. Matteo Bassetti, per esempio, che nelle ultime settimane aveva provato a trasformarsi nel paladino dei no-terrore criticando il regime delle mascherine, scivola alla prima curva. Non appena intravvede la strada che ci riporta al regno della paura, non riesce a trattenersi: «Finita l’emergenza Covid» scrive su un post, «ecco un’altra infezione mai vista. Sono già segnalati decine di casi». Tanto che sui social c’è subito qualche medico che lo sbertuccia: «Perché collega lanciare questi allarmi? Cui prodest? Forse non sai che un medico dovrebbe rassicurare e non spaventare?». Vuol dire che la prossima volta mandiamo anche lui all’esercitazione dei ministri della Salute del G7. Così, terrore per terrore, si prepara al morso del leopardo. Quello vero, però.