2021-01-25
Caro Speranza, lei dirige un porto delle nebbie?
Gentile ministro Bob Hope, come la chiamava Matteo Renzi, ma lei è sicuro di essere ministro della Salute? Perché qui si allungano ombre sul piano pandemico che non c'era, su quello che c'è (in bozza), sui vaccini (dei cui contratti non sappiamo nulla), sulle primule. Perché lei non dice nulla? Perché permette questi sospetti? Lei sembra come il suo libro: sparito.Caro Roberto Speranza, ma perché permette tutto ciò? Perché non fa chiarezza? Perché lascia che tante ombre si allunghino sulla gestione della salute nel nostro Paese? Dal piano pandemico al piano vaccinale, dalla composizione del Cts all'ultimo pasticcio sui dati della regione Lombardia, non c'è attività che riguardi il suo dicastero, in questa fase così delicata, che non trascini con sé il sospetto di qualche mancanza grave. E lei ogni volta lascia correre, fa finta di niente, si gira dall'altra parte nella speranza (nomen omen) che i sospetti di colpo svaniscano nel nulla. Un po' come il suo libro.Quando è arrivato al ministero, dopo il primo ribaltone di Conte nell'estate del 2019, non poteva immaginare di trovarsi a gestire una pandemia. Allora, del resto, nessuno poteva immaginarlo. E così, sulle prime, quando ha cominciato ad apparire in tv con quella sua aria da ripetente volonteroso, quell'aspetto da ragazzo scappato dalla Casa del popolo, quel tono dimesso e la grisaglia che pare ereditata dal nonno, fummo persino tentati di darle un po' di fiducia. Per lo meno, a differenza del suo capo di governo, non sventolava arroganza e pochette davanti agli occhi degli italiani impauriti. A volte ci si accontenta di poco.Però poi deve essersi montato la testa anche lei. A parte la vicenda del libro pubblicato e subito ritirato dalle librerie in ottobre, anche perché ci spiegava come era stato bravo a vincere il Covid proprio mentre l'Italia anche per colpa sua tornava prigioniera del Covid, non capisco come possa un politico giovane e sedicente di sinistra come lei, accettare che il suo ministero sia diventato un porto delle nebbie, dove spariscono i documenti, non si trova traccia dei verbali, si confondono i numeri e si lasciano passare piani vaccinali basati su numeri che tutti sanno fittizi.Non le sto a fare l'elenco, caro ministro. Ma possibile che non abbia nulla da dire sul piano pandemico sparito? Sul fatto che non fu applicato neppure quello del 2006? Sul ruolo del Ccm e del segretario Giuseppe Ruocco? Sui ritardi nelle assunzioni degli infermieri per le vaccinazioni? Sulle primule che dovremmo comprare in un numero variabile da 21 a 1.200 (un range che è già un assurdo) a prezzi stratosferici? Possibile che tutto questo (e tanto altro ancora) passi sotto il suo sguardo da san bernardo triste senza che lei abbia nulla da dire? Per questo mi rivolgo a lei, caro ministro; non so se lei ha qualche colpa. Ma di sicuro così facendo copre i responsabili di questo disastro. E dunque ne diventa complice.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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