2024-03-19
Speranza braccato dalle vittime dei vaccini
Ancora contestazioni a Forlì, San Benedetto e ieri a Perugia contro l’ex titolare della Salute, impegnato nel tour per il suo libro. I danneggiati, tra cui un uomo paralizzato, continuano a chiedergli risposte. Ma lui scappa o li liquida: «Non sono più ministro».«In galera, in galera», scandiva un nutrito gruppo di persone, mentre Roberto Speranza provava a raccontare in Umbria il suo libro Perché guariremo. Nella giornata che ricorda le vittime del Covid, ieri c’erano anche i danneggiati dal vaccino a far sentire la loro presenza che tanto irrita e atterrisce l’ex ministro della Salute nei governi Conte II e Draghi. Dopo le presentazioni nel Piceno durante il fine settimana, a San Benedetto del Tronto e ad Ascoli dove è stato contestato come in ogni altra parte d’Italia, anche per il protocollo «vigile attesa e paracetamolo», e in Romagna a Forlì, Speranza ieri ha proseguito il suo tour politico letterario a Perugia e a Terni. L’ingresso secondario per evitare il confronto diretto con cittadini che gli manifestavano disistima e rabbia, e l’uscita defilata non gli hanno impedito di udire i numerosi epiteti con i quali veniva accolto, amplificati a dovere. «Speranza vai via, sei tu la pandemia», era delle frasi più carine che venivano urlate fuori da Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio regionale dell’Umbria. Gli insulti non li riportiamo, nemmeno le offese, ma certo il politico dem deve avere una gran faccia tosta per promuovere il suo libercolo Perché guariremo, invece di chiedere scusa per gli errori commessi durante la pandemia. «Speranza, ministro Pfizer della Sanità ai tempi del Covid, sei colpevole. Colpevole per avere causato un crollo economico e sociale più grave di quello della seconda guerra mondiale», ripeteva in strada il Fronte del dissenso dell’Umbria, che raccoglie associazioni, gruppi, singoli individui indignati dalla continua presenza sulla scena nazionale dell’ex ministro. «Colpevole, per aver istituto un regime psicotico di terrore politico e liberticida e per aver generato con il green pass un sistema di segregazione a danno dei lavoratori, degli studenti, dei cittadini. È un’offesa all’intelligenza e alla dignità degli italiani che un soggetto simile se ne vada a spasso a presentare un libro di menzogne», dichiarava a nome di tutti Daniela Di Marco, che assieme a Moreno Pasquinelli aveva organizzato il sit in di accoglienza. Nella Sala Brugnoli, lo show di Speranza era stato introdotto dal segretario regionale del Pd, Tommaso Bori, e da Vittoria Ferdinandi, candidato sindaco del centrosinistra per le amministrative di giugno a Perugia, mentre alla discussione con l’autore partecipava pure Marina Sereni, responsabile nazionale Salute e Sanità del Partito democratico. «Chiediamoci se l’ex ministro sta girando per l’Italia a spese sue, o nostre, con tanto di sicurezza al seguito e mentre è ancora indagato dalla Procura di Roma», protestava Floriano Innocenzi di Foligno. C’erano danneggiati dal vaccino anti Covid, pronti a fare domande a Speranza, ma temevano di essere ignorati o presi a male parole come accaduto nelle precedenti tappe della campagna per «il diritto alla salute», sponsorizzata dai dem. A febbraio, a Potenza, il giovane veneto Andrea Sillo, che 24 ore dopo la prima dose era diventato disabile, aveva provato a protestare. «Sono stato ridotto così dal vaccino», disse a Speranza durante uno degli eventi letterari promosso dal carrozzone dem, ma venne schernito. «Hai firmato la liberatoria», ebbe il coraggio di dirgli l’ex ministro della Salute. Per poi lamentarsi: «C’è un pezzo di stampa che pensa di poter lucrare su questo, ma i decisori politici hanno fatto affidamento esclusivamente su quello che la scienza consigliava di fare e nulla mi farà cambiare pensiero».«Ieri a Perugia sono riuscita chiedergli dov’è andato a finire il mio diritto alla salute. Dal 2021 non ho più salute», commenta amareggiata Daniela, 58 anni, insegnante. «Ero sana, sportiva, mi sono vaccinata quando non c’era l’obbligo per noi professori e una dose di Astrazeneca mi ha stravolto la vita. Speranza mi ha risposto: “Non sono più ministro”». La signora è stata per due anni sotto dosi massicce di cortisone, cercando di controllare tremori, astenia, problemi agli occhi che ancora la tormentano e le rendono complicato lavorare. Aggiunge: «La sanità pubblica mi ha sbattuto porte in faccia, per curarmi sono dovuta andare da medici privati girando il Paese. Negli ospedali i dottori sono visibilmente spaventati, non prendono posizione certificando correlazioni di patologie con il vaccino anti Covid».Speranza ama ripetere che «i vaccini anti Covid hanno salvato, solo in Italia, almeno 1,4 milioni di persone, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità», e rimane sordo al grido dei tanti che soffrono di venti avversi. Ritiene che siano tutte invenzioni, strumentalizzazioni dei no vax. «Ma io sono per il vaccino, ho fatto due dosi di Pfizer e il richiamo con Moderna perché ne ero convinto. Mi sono fidato e a 23 anni ho un elenco di disturbi impressionanti», racconta con voce pacata Niccolò Conti, che assieme a Daniela era riuscito a entrare nella sala della presentazione del libro. Studente di economia aziendale a Perugia, figlio di un noto cardiologo, soffre di neuropatia delle piccole fibre, una patologia che provoca bruciori, dolori articolari, stanchezza cronica, disturbi intestinali, acufeni. «Neurologo e infettivologo hanno riconosciuto il possibile nesso con i vaccini, devo convivere pure con squilibri ormonali e non riesco a fare sforzi fisici. Prima, praticavo ogni genere di sport». Anche Niccolò è riuscito a fare una domanda a Speranza, mentre già lasciava Palazzo Cesaroni. «Perché non si prende la responsabilità di ammettere che l’anti Covid ha provocato danni molto gravi, invece di irridere chi soffre sostenendo che “è andato tutto bene”? Abbiamo ascoltato le raccomandazioni o sottostato agli obblighi vaccinali, eppure la sanità pubblica ci ignora». L’ex ministro ha risposto: «Capisco, mi dispiace».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)