Arriva «Speechless 2» che insegna a esorcizzare la malattia con una risata

Ridere della disabilità così da normalizzarla. Speechless, la cui seconda stagione debutta su Fox alle 21.50 del 25 maggio, ha tentato un'impresa coraggiosa. E, al centro del proprio intreccio comico, ha infilato un ragazzino arguto. Un ometto simpatico, ironico. Disabile.

J.J. Di Meo, protagonista della serie, è un adolescente affetto da paralisi cerebrale. Nessuna finzione, nessun trucco. Di Meo, come l'attore che gli presta il volto (Micah Fowler), è un liceale costretto sulla sedia a rotelle. Muto, paralitico, la testa ben funzionante attaccata alle spalle. Comunica attraverso un puntatore laser e una tastierina, Di Meo. E non c'è pietismo nelle sue parole, né toni drammatici ad accompagnarne i (pochi) gesti.

Il ragazzo, attorno alla cui stramba famiglia ruota la sit-com, è cinico, ironico e, per fare il medio, solleva tutta la mano. Nessuno piange, molti ridono. Speechless finisce per raccontare la malattia senza il filtro della compassione, la distanza che questa impone.

I veicoli elettrici non fanno calare la CO2
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.

Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.

«Sulla droga sentenze stupefacenti»
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Terminata la due giorni della Conferenza nazionale sulle dipendenze nella capitale. Mantovano: «Per certi giudici qualche chilo di sostanza è per uso personale».
La sola ansia dell’Oms in pieno Covid: coprire il governo per tenersi i fondi
Ranieri Guerra (Imagoeconomica). Nel riquadro, Cristiana Salvi
Nelle carte di Zambon alla Procura gli scambi di opinioni tra i funzionari Cristiana Salvi e Ranieri Guerra: «Mitighiamo le critiche, Roma deve rifinanziare il nostro centro a Venezia e non vogliamo contrattacchi».

Un rapporto tecnico, destinato a spiegare al mondo come l’Italia aveva reagito alla pandemia da Covid 19, si è trasformato in un dossier da riscrivere per «mitigare le parti più problematiche». Le correzioni da apportare misurano la distanza tra ciò che l’Organizzazione mondiale della sanità dovrebbe essere e ciò che era diventata: un organismo che, di fronte a una crisi globale, ha scelto la prudenza diplomatica invece della verità. A leggere i documenti depositati alla Procura di Bergamo da Francesco Zambon, funzionario senior per le emergenze sanitarie dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms, il confine tra verità scientifica e volontà politica è stato superato.

La discriminazione al contrario: «Qui si affitta solo a donne e gay»
iStock
L’annuncio per un’abitazione a Roma. La padrona di casa: «Non dovete polemizzare».

La teoria di origine statunitense della «discriminazione positiva» ha almeno questo di buono: è chiara e limpida nei suoi intenti non egualitari, un po’ come le quote rosa o il bagno (solo) per trans. Ma se non si fa attenzione, ci vuole un attimo affinché la presunta e buonista «inclusione» si trasformi in una clava che esclude e mortifica qualcuno di «meno gradito».

Su Facebook, la piattaforma di Mark Zuckerberg che ha fatto dell’inclusività uno dei principali «valori della community», è appena apparso un post che rappresenta al meglio l’ipocrisia in salsa arcobaleno.

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