2023-12-02
Spazi aerei troppo complessi, i piloti lanciano l'allarme
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Aumentano incidenti e violazioni. L'associazione piloti chiede un tavolo urgente ai regolatori. Gli spazi aerei italiani sono tra i più complicati al mondo, un vero incubo per i piloti di aeroplani di aviazione generale, ultraleggeri, per le flotte delle scuole (che sono anch'esse aziende), per gli operatori dilavoro aereo e gli elicotteristi. Ovvero che per chi vola a vista e non su velivoli commerciali o di linea. Lodicono i numeri dell'agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, che ogni anno riporta un crescente numero di “Upa”, ovvero di sconfinamenti del traffico aereo “leggero” negli spazi riservati a quello commerciale, circa 300 eventi e un crescente numero di incidenti. Spazi “chiusi” che però sono enormi e con differenti classificazioni (ognuna con limitazioni e livelli di impenetrabilità diversi), rispetto a quelli di altre nazioni e impongono ai piloti che non ci possono entrare traiettorie e rotte per aggirarli spesso ai limiti della pericolosità. E a quel punto i piloti devono decidere se essere rispettosi delle regole, oppure volare in sicurezza. E questa non può essere una scelta. “Meglio un brutto processo che un bel funerale” sirecita negli aeroclub italiani, del resto se per un volo tra Roma Urbe e l'isola d'Elba a bordo di un piccolo monomotore a pistoni si viene “schiacciati” sul il mare, anche se a bordo tutto funziona, la pressione psicologica sul pilota - che può anche non essere un professionista ma un diportista – è enorme. E pilotando sotto pressione, si sa, si fanno più errori e questi producono incidenti. Un pessimo esempio è la neo istituita area Ctr (controllata), dell'aeroporto di Cuneo Levaldigi, grande più di quella di MilanoLinate a fronte di un traffico commerciale sullo scalo molto limitato, talvolta sei voli settimanali e a orariprestabiliti con molto anticipo, quindi un'area che per i piccoli aeroplani sarebbe sorvolabile a vantaggio della sicurezza e invece preclusa. Dimensioni che un tempo erano giustificate dalle prestazioni dei grandiaeroplani, oggi enormemente migliorate. Soltanto in Italia sono state concesse limitazioni al sorvolo per oltre 170.000 km quadrati di parchi, una cosa che sorprende i piloti stranieri, ci sono centinaia di aree definite “regolamentate”, pericolose o vietate la cui ragione di esistenza è superata da decenni. Di fatto, l'architettura generale degli spazi aerei italiani stessa deriva ancora da quella definita dai controllori militari nel Dopoguerra, ed anche le procedure per la loro regolazione sono poco trasparenti, non prevedono infatti alcun confronto di esigenze con l'utenza dell'aviazione generale. A portare le istanze ci sono gli operatori commerciali, i militari, le associazioni di categoria dei controllori, non chi deve poi utilizzare quello spazio aereo per lavorare, i soggetti più vulnerabili perché su mezzi aerei piccoli dalle prestazioni limitate. Per questo l'Associazione Aopa Italia, che riunisce piloti privati e proprietari di piccoli aerei, ha chiesto con urgenza un tavolo di lavoro permanente insieme con Enac, Enav (gestore degli spazi aerei) e l'Aeronautica Militare. Il presidente, Rinaldo Gaspari, raggiunto al telefono ci conferma: “Da oltre 13 anni ci occupiamo della riorganizzazione degli spazi aerei fruibili secondo le regole del volo a vista; i risultati conseguiti in questi anni si sono però limitati a fronteggiare la crescita vertiginosa della complessità delle aree regolamentate; siamo già intervenuti molte volte e in alcuni casi migliorando situazioni pericolose come nel Nordest e nel caso della riduzione del Ctr di Milano Linate, che si estendeva oltre Pavia imponendo a chi volava sulla direttrice est-ovest di circumnavigare laLombardia.” Riguardo la sicurezza, Gaspari conferma: “Nello spazio aereo nazionale le altitudini medie a cui è costretto a volare un traffico che vola a vista sono mediamente di 2.000ft (700 metri), a questa quota in caso di avaria motore, un piccolo aereo impatta il terreno in circa 4 minuti, lasciando al malcapitato pilota soltanto qualche decina di secondi per reagire, impostare l'emergenza e cercare un'area idonea, anche tenendo conto dell'urbanistica selvaggia e dell'orografia italiane. Si tratta dell'ipoteca su un numero di vite umane in aumento, non più tollerabile. Bisogna fare investimenti urgenti in tecnologia esemplificazione. Sulle frequenze radio riservate alle comunicazioni con i controllori, chi vola a vista soffre una situazione di scarsa copertura e di grande affollamento. Tutto ciò porta a una pericolosità crescente”.
Jose Mourinho (Getty Images)