Dopo liti e trattative, il governo raggiunge l'intesa con Leu e Lega su esonero dei contributi e Durc, ma è costretto a blindare il testo: oggi il voto alla Camera. Spariscono i 30 milioni per i centri per l'impiego nel 2022, ne spuntano 6 per i banchi, compresi quelli a rotelle.
Dopo liti e trattative, il governo raggiunge l'intesa con Leu e Lega su esonero dei contributi e Durc, ma è costretto a blindare il testo: oggi il voto alla Camera. Spariscono i 30 milioni per i centri per l'impiego nel 2022, ne spuntano 6 per i banchi, compresi quelli a rotelle.Oggi si voterà la fiducia al Sostegni bis alla Camera. A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo che ha fissato per le 9.40 l'avvio delle dichiarazioni di voto. Il testo è in prima lettura a Montecitorio e dovrà essere approvato definitivamente entro il 24 luglio. Motivo per cui il governo ha optato per la fiducia, onde evitare sgambetti dell'ultimo minuto. Per l'esecutivo Draghi si tratterebbe però del terzo voto di fiducia, da quando è entrato a regime, nonostante goda di una maggioranza molto ampia, ma allo stesso tempo altrettanto frammentata. E dunque per evitare ripensamenti dell'ultimo minuto anche questa volta il premier ha optato per il voto di fiducia. Il Sostegni bis è tornato sotto esame dato che la Ragioneria generale dello Stato (Rgs) aveva evidenziato dei problemi di coperture e aveva dunque chiesto, tra le altre cose, anche lo stralcio dell'emendamento sul Durc, legato all'esonero contributivo per i lavoratori autonomi (anno bianco contributivo per le partite Iva). Il governo aveva però deciso di riformulare la misura, tenendo conto delle osservazioni fatte dalla Ragioneria generale, e inserendo i controlli prima del 31 ottobre. L'alternativa proposta non era però andata giù alla Lega e a Leu (Stefano Fassina era il fautore dell'emendamento originario bocciato). Uno dei motivi che hanno sollevato criticità e dato vita a un confronto tra governo e maggioranza, risolto ieri mattina, è ruotato proprio attorno alla data dei controlli. Massimo Bitonci, deputato della Lega e membro della commissione Bilancio alla Camera, ha spiegato come «la proposta del governo era inaccettabile». E sulla stessa linea si trovava anche Fassina (Leu) secondo cui: «Lo stralcio era inaccettabile». La riformulazione siglata ieri consente invece ai beneficiari di godere di una pace contributiva per gran parte del 2021. E infatti Bitonci spiega come nella nuova formula l'emendamento vede due commi distinti. Il primo prevede che si abbia tempo fino al 31 ottobre per regolarizzare la propria posizione. E il secondo che solo dal 1° novembre potranno partire i controlli. In questo modo si «consente ai beneficiari dell'esonero contributivo per il 2021 di poterne beneficiare per le prime due rate in scadenza al 16 agosto prossimo, anche in assenza di Durc 2020», spiega Fassina. Soddisfatta della modifica anche la Lega, dato che come spiega Bitonci, era già dal 2020 che il partito guidato da Matteo Salvini chiedeva la pace contributiva in moda da dare sollievo agli autonomi, una delle categorie più colpite durante il primo anno di pandemia. A unirsi al coro c'è anche il Movimento 5 stelle secondo cui «lo stralcio dell'anno bianco per le partite Iva era inaccettabile. È fondamentale dare respiro a partite Iva, autonomi, piccoli imprenditori che hanno subito i danni economici maggiori da questa pandemia», dichiarano i portavoce del movimento in commissione Bilancio alla Camera. Ed è proprio qui che il nuovo emendamento sul Durc ha trovato l'intesa di tutti gli esponenti politici. Unico neo Fassina, che ha deciso di astenersi. Sempre per gli autonomi il Sostegni bis ha previsto uno slittamento delle scadenze fiscali. Tra i versamenti rimandati verso la metà di settembre rientrano anche i pagamenti dell'Iva (il tutto senza scontare la maggiorazione dello 0,4%). Ma non solo, perché l'emendamento votato prevede che i pagamenti (tasse) in scadenza tra il 30 giugno e il 31 agosto siano rinviati a metà settembre anche per i contribuenti che hanno il regime forfettario e per quelli a cui non si applicano le cause di esclusione degli Isa. Nel testo su cui oggi verrà votata la fiducia è stato inoltre anche inserito il passaggio sui licenziamenti. E dunque, per i datori di lavoro delle industrie del tessile, dell'abbigliamento e della pelletteria sono previste altre 17 settimane di cassa integrazione gratuita da usare dal 1° luglio al 31 ° ottobre. Questo significa che fino a fine ottobre in questi settori non si potrà licenziare. A questa misura si affiancano anche le 13 settimane di Cig previste per le imprese del manifatturiero che hanno esaurito gli ammortizzatori. Anche qui vale la stessa «regola»: chi usa gli aiuti non può licenziare. Altre due sono poi le novità da sottolineare. La prima riguarda lo stop al finanziamento permanente di 30 milioni di euro l'anno destinati ai centri per l'impiego dal 2022. Lo ha stabilito la commissione Bilancio alla Camera approvando un emendamento al Sostegni bis dopo i rilievi fatti della Ragioneria di Stato. La norma modificata prevede dunque uno stanziamento di 70 milioni ai centri per l'impiego nel 2021 (che viene confermato) e la cancellazione della seconda parte dove si allocavano altri 30 milioni l'anno dal 2022. Quest'ultimo passaggio è stato cancellato dato che «le occorrenti risorse di copertura vengono attinte dal Fondo per il reddito di cittadinanza, che non reca le occorrenti disponibilità in via permanente», si legge nelle motivazioni dell'emendamento. La seconda novità sono i banchi a rotelle. Nel Sostegni bis c'è infatti uno stanziamento di 6 milioni di euro per le scuole che «necessitano di completare l'acquisizione degli arredi scolastici», compresi i banchi a rotelle. È ironico vedere come a distanza di un anno dalle polemiche ruotate attorno all'ex ministro della scuola, Lucia Azzolina, la misura tanto derisa torni a far capolino proprio all'interno del Sostegni bis.
(Getty Images)
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