2025-03-13
Sondrio sfida Unipol per non farsi mangiare
Mario Alberto Pedranzini (Imagoeconomica)
L’ad Mario Alberto Pedranzini presenta il nuovo piano industriale per arginare l’offerta di Bper: «Resteremo da soli». Agli azionisti promessi 1,5 miliardi di cedole. Attacco al primo socio: «Cimbri aveva smentito l’ipotesi fusione e poi all’improvviso ha cambiato idea».Mario Alberto Pedranzini presenta il piano industriale 2025-2027 che potrebbe rappresentare il canto del cigno della Banca Popolare di Sondrio. Promette 1,5 miliardi di dividendi, 400 milioni di investimenti e 250 assunzioni, oltre a diversi percorsi di efficienza. Pedranzini ricorda più volte la figura di Piero Melazzini, che per 40 anni ha diretto la banca e di cui è stato il collaboratore più stretto. L’incontro si tiene nella filiale di Santa Maria Fulcorina a Milano, la prima aperta fuori dalla Valtellina. Il gioco degli specchi: la partita del mercato finisce a poche centinaia di metri da Piazza Affari dove tutto era cominciato molti anni fa con la quotazione in Borsa. Il piano presentato ieri è l’ultimo tentativo di intralciare l’avanzata di Bper che il 6 febbraio ha lanciato un’Ops per prendere la maggioranza. In alternativa servirà a vendere cara la pelle costringendo il gruppo modenese al rilancio. L’offerta è fin qui avara: già al momento dell’annuncio il premio era basso fermandosi al 6,6%. Con il passare delle settimane si è praticamente azzerato. Ora i due titoli camminano paralleli per effetto degli arbitraggi di Borsa: ieri Sondrio ha guadagnato il 3% a 11,8 euro e Bper l’1,7% a 7,38 euro. In base ai rapporti di concambio dell’Ops siamo alla parità. Insomma per i soci dell’istituto valtellinese a questo punto vale tutto: possono vendere sul mercato, o attendere il possibile rilancio (se mai ci sarà). Il piano è funzionale a tutte le opzioni: «Abbiamo voluto dire quello che siamo» spiega Pedranzini «Poi il mercato ha le sue regole e saranno gli azionisti a decidere». La banca è piccola e ben gestita. Perfetta per i tanti predatori che si aggirano nel sistema. Sondrio, infatti, è stata l’ultima delle grandi popolari a resistere alla riforma Renzi. Le ha tentate tutte pur di mantenere la governance di cooperativa dove una testa vale un voto. Tre anni fa la resa e adesso la possibile capitolazione diventando un’articolazione di Bper: «Con loro», dice l’amministratore delegato, «abbiamo una matrice comune, cooperativa, ma con linee di sviluppo ben diverse. Quando noi crescevamo da soli , Bper lo faceva per aggregazione. E il modello era quello della banca federata, ma poi lo ha smontato per fare il “bancone”».Il piano mostra una banca particolarmente efficiente che nella sua storia ha sempre dato il dividendo (tranne ai tempi del Covid per ordine Bce) e, tutte le volte che è stato possibile non ha lesinato soddisfazioni ai soci. Piero Melazzini, nei quarant’anni di gestione, era solito aggiungere una distribuzione di azioni gratis per aumentare la fedeltà dei soci. Ed è proprio questa la leva su cui giocherà Pedranzini per mantenere l’indipendenza della banca. La base azionaria, come sempre nelle vecchie popolari, è formata in buona parte dai 3.700 impiegati e dai clienti. Vuol dire che il loro interesse non è legato solo ai vantaggi economici dell’Ops. In particolare il mantenimento dell’indipendenza è importante per i dipendenti e il loro posto di lavoro («Dalla banca non abbiamo mai mandato via nessuno», rivendica Pedranzini). Tuttavia fermare Bper sarà difficile. La soglia minima di Ops è stata fissata al 35%. L’offerta può già contare sul 20% del capitale di Popolare Sondrio che verrà reso disponibile da Unipol azionista di entrambe le banche. Per raccattare il resto all’istituto modenese non resta che rendere più generosa la proposta. Ma proprio perché ancora c’è un margine d’incertezza Pedranzini evita di accendere i toni contro Unipol. Comunque finisca l’Ops, la compagnia bolognese resterà azionista di riferimento con il quale fare i conti. Certo non è piaciuta per niente la giravolta di Carlo Cimbri, presidente dell’assicurazione bolognese che prima ha definito un «pasticcio» eventuali nozze fra Sondrio e Modena. Poi «le idee cambiano». Però «siamo persone molto leali e a Bormio, dove sono nato, si dice: a parlare ci si intende». L’ad di Sondrio definisce «inusuale» la soglia del 35% dell’Ops. «E su questo», afferma, «non ci resta che attendere la Consob». Così come sul tema della lista del consiglio che la banca non presenterà alla prossima assemblea del 30 aprile, perché si è in attesa dei regolamenti dell’Autorità per la Borsa per attuare la Legge Capitali.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)