2023-08-23
Soldi esteri sospetti e società fantasma per l’affare delle armi curato da D’Alema
La lista delle spese. «Senza i soldi non si possono confermare» gli appuntamenti dei manager Fincantieri e Leonardo a Bogotà. Il cellulare di Giuseppe Mazzotta, l’imprenditore che ha coinvolto Baffino nell’impresa, «canta».Società fantasma, incontri a pagamento da svolgere in Colombia e continue richieste di bonifici. È questo il quadro che emerge grazie ai dati estrapolati dal cellulare di Giancarlo Mazzotta, il politico e imprenditore che ha coinvolto Massimo D’Alema nell’affare delle armi. Nel suo telefonino la Polizia postale ha anche trovato un «riepilogo contabile» dell’8 febbraio 2022 in cui viene citata pure una delle maggiori autorità del Paese sudamericano.Leggiamo: «Colombia vicepresidente Ramirez Sofia Paese Ocse al 31^ posto (su 38, ndr) rischio medio». Non sappiamo a quale rischio si riferisca, forse a quello della corruzione, ma il nome della Ramirez non è secondario. L’ex vicepresidente, che in realtà si chiama Marta Lucia e non Sofia, è citata nel decreto di perquisizione e sequestro consegnato nel giugno scorso agli otto indagati per corruzione internazionale aggravata (tra cui D’Alema, Mazzotta e i broker pugliesi dell’affare, Emanuele Caruso e Francesco Amato). Secondo gli inquirenti sarebbe stata lei uno dei soggetti che la banda era pronta a corrompere, insieme con l’ex paramilitare Edgardo Ignacio Fierro Florez, «nella sua qualità di capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia» e i capitani di fregata German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto, «quali delegati della seconda commissione del Senato della Colombia», che si occupa di questioni legate alle forze armate.La nota di Mazzotta prosegue con un elenco di spese e bonifici per un totale di quasi 24.000 euro, con tanto di riferimento a mezzi di pagamento e destinatari: 4.000 euro «(Forno/Emanuele)», altri 5.000 «Emanuele viaggio» (verosimilmente Caruso), 3.000 «Western Union», 7.000 «bonifico», 2.500 «pranzi, cene, extra», 2.000 «Edgar» (probabilmente Fierro) e 300 euro Francesco (forse Amato). Dalle indagini della Digos della Questura di Napoli «emergono i contrasti» tra Amato e Mazzotta «per questioni legate alla suddivisione di spese di rappresentanza sostenute in Colombia», compresi i versamenti legati a «una società spagnola costituita» da Mazzotta con i due broker e «destinata alla realizzazione di appalti e progetti da sviluppare nel territorio sudamericano». L’informativa della Polizia non riporta il nome della ditta e non ci dice se sia stata effettivamente aperta.Nel suo verbale di sommarie informazioni Mazzotta ha riferito agli inquirenti quale avrebbe dovuto essere il suo premio per aver introdotto nell’affare D’Alema: «Per la mia opera di mediazione, Caruso ed Amato mi avrebbero garantito, attraverso la creazione di una società spagnola, appalti per la realizzazione di opere civili relative a infrastrutture nel campo energetico e fotovoltaico in America Latina […] ho corrisposto delle somme di denaro che mi sono state richieste da Amato e Caruso per la costituzione della società spagnola della quale sarei stato socio al 50 per cento». Agli atti è finita anche la ricevuta di un bonifico da 7.001 euro (forse quello citato nella nota) effettuato per la costituzione della ditta iberica.la fattura Tra le carte del fascicolo giudiziario c’è anche una fattura in lingua spagnola intestata ad Amato («da pagare a»), datata 13 maggio 2021, emessa dalla Nestel corp. di Londra, che attesta «transazioni finanziarie correlate al trasferimento di azioni societarie e spese gestionali del valore complessivo di 18.900 euro», 6.400 relativi alla filiale inglese e 12.500 a quella di Hong Kong. L’iban della Nestel è curiosamente collegato a un money transfer belga anziché a un conto bancario vero e proprio e nell’archivio della Camera di commercio inglese l’azienda non compare. Il documento contabile della misteriosa società era stato inviato da Paride Mazzotta, figlio di Giancarlo, al fratello Hermes.Nell’annotazione della Digos sono molto interessanti anche i passaggi che riguardano i «costi» per gli abboccamenti colombiani. Il 17 gennaio 2022 Amato chiede a Mazzotta senior denaro per organizzare gli appuntamenti dei manager di Fincantieri e Leonardo a Bogotà: «Tieni presente che se non escono i soldi non si possono confermare gli appuntamenti».Il 20 gennaio Amato insiste: «Vedi per la mattinata di fare i 5.000», con causale «quello che vuoi». Lo stesso giorno, in un misto di italiano e spagnolo, ci riprova: «Fai il bonifico di 6.000 por favor che quando si alzano già li abbiamo o dimmi qualcosa in concreto». Il tutto per evitare una «figuraccia».Passano poche ore e Amato ritenta: «Vedi come ti ho detto i 2.000 che mancano dei 7.000 […] che l’appuntamento è costato 19, la differenza l’abbiamo messa noi».La riunione a pagamento è molto probabilmente quella del 27 gennaio 2022 con i due capitani di fregata. Dunque per la prima volta emerge chiaramente un esborso per far incontrare Ramirez e Prieto con quattro dirigenti di Fincantieri, giunti appositamente dall’Italia grazie ai rapporti di D’Alema con i vertici aziendali del colosso triestino. È questa una delle prove che la Digos e la Procura di Napoli hanno trovato per contestare la corruzione internazionale aggravata? Prossimamente lo sapremo. Il 28 gennaio Amato bussa ancora a denari: «Il bonifico sul conto spagnolo oggi per favore di 1.000».Mazzotta, che si trova a Bogotà e sta affrontando molte spese, è in difficoltà: «Io sto sulle spese ancora, bello mio dai! Cene, botte da orbi, 1.000 euro al giorno di pranzi e cene ho speso, 1.000 euro al giorno, porca puttana!». Ma poi assicura che avrebbe effettuato il bonifico entro breve. In risposta, Amato invia le coordinate bancarie su cui effettuare il versamento, un conto di una filiale di Madrid di un istituto tedesco.Il 4 febbraio il giovanotto torna alla carica: «Fammi il bonifico che ancora non hai fatto, con gli interessi 2.000 euro minimo che sto spendendo molto, no in vacanza e fallo oggi por favor». Il 5 digita: «Ricorda il bonifico che è importante gracias». Poi elenca le spese e il proprio contributo alla causa e cita anche un dispendioso «secondo appuntamento»: «Comunque ho fatto i conti con i colombiani. Primo appuntamento: Giancarlo, 5.000 euro, prima 3.000 poi 2.000, con il bonifico di 9.000 della società; Francesco (cioè lui stesso, ndr) 14.000 carte alla mano... secondo appuntamento: dal primo momento si era detto 30.000 mila, poi come arrivavano i contratti si tappava con 7.000, quindi secondo appuntamento 7.000 Giancarlo, più mettiamo 1.000 di ristoranti». Infine ribadisce: «Questi sono i conti, quindi finiamola di dire 50-60.000 euro a Gherardo (Gardo, il commercialista di fiducia di D’Alema e referente per lo studio Usa Robert Allen law scelto da Baffino, ndr), tu per Colombia hai messo solo questo, con carte alle mano ho spesso di più yo, comunque dimmi cosa vuoi fare così mi organizzo». L’8 febbraio salta la call prevista tra i vertici di Leonardo e Fincantieri e il ministro della Difesa Diego Milano Aponte. Subito dopo D’Alema chiama l’ex paramilitare Fierro per provare a scavalcare Amato nei rapporti con il governo di Bogotà, considerando il broker troppo impulsivo e un «ladro di galline». Il giovane pugliese, nelle stesse ore, ricontatta con Mazzotta: «Giancarlo, il bonifico, non ti dimenticare». Dopo dieci ore altro sms: «Yo neanche ho ricevuto il bonifico».Padri e figliLe molteplici richieste di denaro diventano un affare di famiglia a casa Mazzotta, come dimostrano le conversazioni di padre e figli nella chat della loro holding. Il 29 gennaio 2022 Mazzotta senior chiede alla figlia Greta (estranea all’inchiesta), se sia arrivato il link per pagare la camera dell’albergo a Bogotà. La ragazza, annotano gli investigatori, «si inalbera pensando che il padre la stesse prendendo in giro per tutti i soldi che sta spendendo in un Paese considerato da lei povero come la Colombia». Il genitore le risponde «riferendo che 2.300 euro se li è fottuti Amato in contanti» e che «tolti questi 2.300 euro dai 4.000 euro sono rimasti solo 1.700 euro». Alla conversazione prende parte anche Hermes, che «critica il padre per tutte le cene e cenette che stanno facendo». Mazzotta senior racconta che per non offrire da mangiare a tutti si è inventato di avere «appuntamento con un ragazza», salvo poi incontrare Gardo e pagare il pranzo a lui. Per la Digos «le tensioni» tra Amato e Mazzotta sono ascrivibili a pregressi rancori di natura personale maturati nell’ambito di contesti locali pugliesi».In un vocale dell’1 febbraio 2022, a pochi giorni dal naufragio definitivo della trattativa, il broker avverte Mazzotta con un linguaggio che sembra preso da una serie tv: «Le prime donne devono rimanere a casa. Tu mi manchi sempre di rispetto, quando tu a Lecce hai paura di gente come quelli di Monteroni e ancora non hai capito niente veramente, dove posso arrivare, cosa ho fatto yo nella vita mia, se vuoi yo ti faccio il bonifico di quello che hai speso incluso la società». Mazzotta non ci sta e precisa: «Francesco, seconde me tu tieni problemi seri […]. Sei venuto a chiedermi un aiuto per portare Fincantieri e Leonardo e li abbiamo portati e penso di essere stato sempre molto serio […]. A me non mi devi minacciare, ti sbagli forse di persona, perché io sono una persona perbene e non amo parlare di argomenti del genere […]. Mi sono addossato i costi che sono stati, devo dire, importanti fino a oggi perché ci ho creduto in questa operazione». Mazzotta a questo punto tira in ballo D’Alema: «Tu mi avevi chiesto di avere Fincantieri e Leonardo, soprattutto i vertici di Fincantieri e Leonardo, e grazie alla persona che ti ho fatto conoscere li abbiamo portati... li ha portati lui in Colombia, io non sono abituato a prendermi meriti che non sono miei». Ma che sono dell’ex premier. Anche se i risultati non sono stati quelli sperati.