2023-09-11
I soldati cubani al fronte russo-ucraino
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Con le sue truppe esauste, Vladimir Putin sta ora cercando soldati cubani per combattere in Ucraina. È l'ultimo contributo dell'alleanza politica tra L'Avana e Mosca. La Ong Prisoners Defenders denuncia che si tratta di una semplice spedizione di «mercenari». Il Cremlino offre uno stipendio e la possibilità di accedere alla cittadinanza russa. I soldati dell'isola caraibica si addestrano in Bielorussia e poi vengono mandati al fronte.A più di un anno e mezzo da quel 24 febbraio 2022 in cui Vladimir Putin diede il via libera all’esercito russo per invadere la vicina Ucraina, le previsioni dell’intelligence russa che prevedeva che Kiev sarebbe caduta in tre giorni sono ormai carta straccia. Lo stesso vale per il numero dei soldati russi caduti in battaglia che potrebbero essere più di duecentomila mentre quelli ucraini sarebbero almeno 70.000. Nel giugno 2022 l’esercito russo iniziò a lamentare una carenza di effettivi sul campo e così anche attraverso la Compagnia militare privata Wagner iniziò a reclutare nuove reclute dalle carceri russe. Poi il ministro della Difesa Sergei Shoigu diede l’ordine di ampliare l’operazione alla Siria, al Libano e ai Paesi africani nell’orbita di Mosca vedi Mali e Burkina Faso. L’operazione ha prodotto risultati modesti in termini numerici (600-700 effettivi) e molte difficoltà logistiche visto che questi uomini non abituati alle rigidissime temperature dell’inverno russo-ucraino hanno dato un contributo modesto. Diverso discorso invece vale per le milizie cecene inviate dal dittatore Razman Kadyrov che continuano a combattere per i russi e che si sono rese protagoniste di efferati crimini di guerra. I «kadirowsky» però stanno diventando una vera spina nel fianco dei russi perché in alcune aree giocano una partita tutta loro (saccheggi e altri crimini) spesso ignorando gli ordini dello Stato maggiore russo. A questo proposito si dice (ma mancano conferme) che russi e ceceni siano anche arrivati allo scontro armato nella zona di Melitopol, città dell'Ucraina sud-orientale nell'oblast' di Zaporizhia. Dopo la morte di Yevgeny Prigozhin e lo smantellamento di fatto della Wagner servono nuovi mercenari da integrare con le truppe esauste che in questi giorni si trovano ad affrontare una brutale controffensiva da parte delle forze ucraine per riconquistare il terreno perduto. In questo panorama a dir poco complesso, il Governo russo approfitta ora della sua storica alleanza con Cuba per reclutare militari. Il mese scorso i media della regione di Kazan hanno riferito che gli immigrati cubani hanno cominciato ad unirsi ai ranghi dell’esercito russo. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, i richiedenti stanno cercando di beneficiare della legislazione emanata dal Cremlino che consente agli stranieri che prestano servizio militare la possibilità di ricevere la cittadinanza russa in tempi rapidi. Una legge che Putin è stato costretto a promuovere dopo il massiccio esodo dei giovani russi con il decreto firmato dal capo dello Stato per obbligare i cittadini di età compresa tra i 18 e i 27 anni ad arruolarsi nell'esercito per combattere in Ucraina. Inoltre, sempre secondo fonti locali, i cittadini stranieri che hanno firmato un contratto con l'Esercito riceveranno un pagamento una tantum di 195.000 rubli (2.419 dollari), mentre i residenti nella regione di Rjazan altri 200.000 (2.482 dollari). Coloro che parteciperanno alla guerra in Ucraina, invece, avranno diritto a un pagamento di 204.000 rubli (2.531 dollari) al mese.Il quotidiano Ryazan Vedomosti lo scorso 24 maggio ha riferito che «i cubani sono stati inviati nella zona dell'operazione militare speciale», termine con cui il Cremlino come noto si riferisce all'invasione dell'Ucraina. La stampa russa ha citato il maggiore Dmitry Zaitsev, capo della selezione per il servizio militare, che ha fatto riferimento a questi casi: «Le spedizioni di reclute vengono effettuate quotidianamente e dall'inizio dell'anno sono state trasferite più di 450 persone». Pur ammettendo che la molla è il beneficio economico Dmitry Zaitsev ha affermato: «I giovani hanno espresso il desiderio di partecipare al Nuovo Ordine Mondiale sul territorio dell’Ucraina. Vale la pena notare che, successivamente, i residenti di Cuba potranno ottenere la cittadinanza della Federazione Russa». In realtà dietro a questo reclutamento di soldati cubani i sentimenti di amore e fedeltà verso la «Patria» russa, c’entrano ben poco visto che si tratta di una alleanza tra due regimi. Sempre nel maggio l’addetta militare cubana, Mónica Gómez, ha firmato una serie di accordi con i suoi omologhi in Bielorussia, un paese alleato di Putin che ospita addirittura armi nucleari russe ai suoi confini. L'asse principale di questi accordi si concentra, secondo quanto riferito da Minsk: «Nella formazione del personale militare cubano nella Repubblica di Bielorussia e nella promozione della cooperazione militare tra i due paesi». Secondo l’ultimo report dell’Ong Prisoners Defenders: «L’esercito cubano è uno dei pochi al mondo che forse non ha bisogno di ricevere addestramento dalle truppe di Alexander Lukashenko, a meno che l'addestramento non sia finalizzato ad entrare in combattimento con armi moderne fornite dalla Russia e ha tutto senso nella situazione attuale, e dopo che gli stessi media russi hanno fatto eco all'esercito cubano inviato a combattere in Ucraina». Ma Prisoners Defenders fa notare un aspetto molto interessante: «Basta avere la Legge cubana a portata di mano per sapere che nessun soldato cubano può lasciare l'isola ed entrare in questo conflitto senza essere stato inviato dal suo governo con un passaporto 'ufficiale'. Si tratta cioè di soldati ‘affittati’ alla Russia dal governo cubano, altrimenti per legge non possono lasciare l'isola». Javier Larrondo, attivista cubano-spagnolo che è presidente della Ong Prisoners Defenders, ha rilasciato un’intervista a Infobae nella quale ha spiegato: «Non vedremo formalizzato né riconosciuto da Cuba l'invio di mercenari nel conflitto in Ucraina, perché nel momento in cui diventasse ufficiale per Cuba significherebbe la rottura delle relazioni con molti Paesi». Poi ha proseguito spegnando come la legge cubana prevede che un soldato non possa lasciare l’isola: «Se non ha il permesso esplicito dei suoi superiori. Allora, cosa fanno i giovani soldati cubani, arruolandosi se in teoria non potrebbero lasciare Cuba? Secondo: chi paga il biglietto? Come faranno quei soldati che chiedono 50 dollari a pagare improvvisamente un biglietto di 1500 dollari? Dovrebbero vendere le loro case per andare a combattere in Ucraina». Infine, l’attivista ha rivelato che i soldati cubani vedranno poco dei lori soldi guadagnati al fronte russo-ucraino perché il governo cubano tratterrà dal 75 al 95% di quegli stipendi esattamente come succede ai medici cubani inviati in giro per il mondo Italia compresa. A proposito di Italia l’attivista italo-cubana Yuraimy Machado, figlia di un prigioniero politico torturato dalla dittatura, commenta così l’invio dei soldati cubani nella guerra russo-ucraina: «Fidel Castro e suo fratello Raul e oggi il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez hanno distrutto Cuba. Questi criminali hanno annientato i sogni e le vite di milioni di cubani ai quali è stato rubato tutto. L’invio di militari cubani in una guerra nella quale Cuba non c’entra nulla e della quale il popolo non ha nessuna informazione, è l’ennesima prova che la dittatura cubana vuole trascinare il Paese sempre più nel baratro. A Cuba la gente non ha più nulla, manca il cibo, medicinali, la corrente elettrica e anche la benzina. Invece di pensare al popolo la dittatura manda dei ragazzi a farsi ammazzare in una guerra della quale non sanno nulla. I soldati non si possono rifiutare perché se lo facessero il prezzo lo pagherebbero anche le loro famiglie che verrebbero arrestate e torturate».
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