2024-11-19
Socialisti europei pronti a dire sì a Fitto in cambio del voto a favore della Ribera
Pressioni di Madrid per superare i veti incrociati. Domani giorno decisivo: il ministro spagnolo riferirà in Aula sull’alluvione.L’impasse di Bruxelles sulle nomine dei vicecommissari Ue è sempre di più legata al nome della socialista spagnola Teresa Ribera. Più che sul suo nome, al suo ruolo. Con le deleghe che le sono state assegnate, Transizione e Concorrenza, se venisse confermata i socialisti deterrebbero nelle loro mani il portafoglio più importante. Una delega in grado di indirizzare e influenzare i dossier più importanti del Von der Leyen 2. La posta in gioco è altissima ed è per questo che secondo El Mundo, il premier Pedro Sánchez è disposto a fare marcia indietro rispetto al rifiuto di sostenere Raffaele Fitto, il designato vicepresidente italiano. Fonti del governo spagnolo fanno sapere infatti che «non si tratta di nomi ma di prendere una decisione strategica per raggiungere un consenso che tuteli l’Europa in uno scenario internazionale particolarmente pericoloso». Si dice questo e anche di più. Assicurano infatti che «l’Ue non può precipitare nell’instabilità con miopi veti incrociati» perché «per proteggere l’Europa è essenziale una Commissione funzionante, che non dipenda dalle manovre di Trump e dell’estrema destra». Dal Ppe fanno sapere che ci sono stati contatti tra i due partiti e che i socialisti hanno mostrato la volontà di non rovesciare il candidato italiano a patto che il Partito popolare faccia lo stesso con la Ribera. Ma sostengono, almeno per il momento, che in ogni caso la candidata spagnola dovrà prima presentarsi al Congresso dei deputati per rispondere della sua gestione del Dana (acronimo spagnolo che si può tradurre in «depressione isolata ad alta quota») che ha provocato l’alluvione di Valencia. L’attesa è tutta per domani quandola Ribera si presenterà al Congresso. Lo stesso giorno, a Bruxelles, ci sarà la riunione dei capigruppo dell’Eurocamera che dovrebbe chiudere i giochi.Nel frattempo nel Pd c’è cauto silenzio. La scusa, eccellente, sono i risultati delle elezioni regionali. A esprimersi pubblicamente tra i socialisti solo l’ex premier belga ed europarlamentare Elio Di Rupo, intervistato su Rai Radio 1 a Un Giorno da Pecora ha detto: «L’ideale sarebbe passasse Ribera e non Fitto», ma se dovesse passare c’è il rischio che il Pse non voti la Commissione per intero «perché molti socialisti non sono d’accordo». E su un’ipotesi Mario Draghi al posto di Ursula Von der Leyen (sollevata da qualcuno in questi giorni), spiega: «Non siamo ancora a quel livello». Insomma a convincere il gruppo dei socialisti dovrà pensarci Sánchez. Intanto, dall’altro lato del Parlamento, in Italia si mostra chiaro Antonio Tajani. Per il vicepremier e vicesegretario Ppe «perdere tempo per dei capricci politici sarebbe un grave errore». Perché «sarebbe dannosissimo, per mezzo miliardo di cittadini europei impedire alla Commissione europea di poter cominciare a lavorare. C’è una situazione internazionale molto complicata: guerra in Ucraina, in Medio Oriente, la situazione nel Mar Rosso, tensioni in tante parti del mondo, un nuovo presidente degli Stati Uniti», è il monito di Tajani. «Aspettiamo l’audizione della signora Ribera davanti a las Cortes e poi bisognerà procedere. Noi siamo assolutamente convinti che Fitto abbia tutti i requisiti per fare non solo il commissario, ma anche il vice presidente esecutivo. Non far votare Fitto significa poi bloccare anche la nomina della signora Ribera, che ha problemi diversi da quelli di Fitto».«Raffaele Fitto è persona che ha una storia, un percorso, che garantisce da tutti i punti di vista. Al di là dei dibattiti strumentali, io spero che nei prossimi giorni questa vicenda si chiarisca anche perché prima la Commissione si attiva e prima saremo in grado di affrontare le vicende proprie dell’Ue al suo interno, ma soprattutto anche le grandi vicende», ha detto il nostro ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Fonti di Bruxelles parlano di un probabile accordo che possa salvare la faccia a tutti. Una delle possibilità potrebbe essere di permettere ai socialisti di votare contro Fitto nella commissione Regi, quella che deve valutarne l’audizione con i due terzi. Per poi, in seconda battuta con la maggioranza semplice, far passare il commissario designato italiano grazie al voto segreto. Stessa procedura avverrebbe con il voto della Ribera. In questo modo la Commissione si salverebbe e nessuno sarebbe costretto a dichiarare la sconfitta. Resta un ultimo nodo, considerato meno rilevante perché non si tratta di una vicepresidenza esecutiva. Ad attendere il via libera infatti ci sarebbe che la nomina di Olivér Várhelyi, commissario designato dall’Ungheria per la Salute e il benessere degli animali. Alcune responsabilità del suo portafoglio potrebbero ora essere riassegnate ad altri commissari per spianare la strada alla sua conferma. A lui alcuni eurodeputati hanno chiesto, vista la posizione del governo ungherese sull’aborto, se considerasse la salute sessuale e riproduttiva una parte fondamentale dell’Unione sanitaria dell’Ue. Várhelyi ha risposto che l’aborto è più legato a questioni costituzionali e di diritti umani che alla salute e che, in quanto tale, rientra nella giurisdizione dei singoli Stati membri.