2020-09-03
Sinodo alla deriva. Le diocesi tedesche fanno le prediche gender al Vaticano
Sul canale Youtube della comunità di Essen una serie di video condanna la morale cattolica sulla sessualità e sul sacerdozio.Che l'anticlericalismo e perfino uno certo anticristianesimo radicale siano sempre più invasivi, specie nell'Europa del Nord, è una verità fattuale, innegabile e palmare. Ed è tutto un mondo di simboli e di secolari radici che viene rigettato: chiese colpite, statue infangate, croci rimosse. Non più in nome del Sol dell'Avvenire, ma del relativismo etico, del nichilismo valoriale e del libertarismo anarchico. Ma sempre più spesso è la Chiesa stessa, nell'agire di molti suoi rappresentanti, che pare complice se non artefice di questo brodo di cultura, ateo o almeno ipo-religioso.Così, nel quadro del cammino sinodale della Chiesa tedesca (Synodaler Weg), che si avvia a diventare una dimensione permanente della cristianità germanica, tutta protesa in avanti e con la fobia del proprio passato, la diocesi di Essen, ha proposto quattro video sul proprio canale Youtube. In essi dei cattolici, tutti ben inseriti nelle strutture ufficiali della Chiesa, criticano la morale e la teologia della cattolicità presente, rigettano il catechismo e perfino il Concilio, in nome di una avanzata Chiesa del futuro. La quale dovrebbe essere, secondo i loro auspici, più libera e pastorale. E altresì lontana da dogmi, tradizione, riti, morale e gerarchia.Il motto che fa da sfondo ai video è «Sistema Chiesa: indagare e cambiare». Si trattano così quattro temi importanti che una parte cospicua dei cattolici tedeschi vorrebbe rivoluzionare in senso laicista. I temi in questione sono: la parità dei sessi nella Chiesa, il sacerdozio, il potere e la partecipazione nella Chiesa, e da ultimo la morale, specie per quel che riguarda il sesto comandamento del Decalogo.Ascoltiamo la viva voce di questi cattolici di base, e così ci renderemo conto tutti quanti dove sta andando il cattolicesimo tedesco - e non solo tedesco - agli albori del XXI secolo dell'era cristiana. Secondo la responsabile giovanile Marie Krücke, «le condizioni di lavoro non sono uguali nella Chiesa», e una donna si sente in difficoltà quando dice oggi in Germania di lavorare per una diocesi. Dal canto suo, il sacerdote don Maximilian Strozik (che sfoggia una coloratissima t-shirt) afferma netto: «Noi vogliamo una Chiesa che non si interessi al sesso biologico delle persone, ma alla chiamata di Dio. Indipendentemente dal fatto che uno sia un uomo, una donna o un diverso». Per la religiosa Ulrike Fendrich, «secondo la legge dello Stato uomini e donne sono uguali, ma nella Chiesa non è così. Gli uomini hanno più diritti. E addirittura decidono loro sui diritti che le donne possono avere nella Chiesa».Martina Stodt-Serve, assistente pastorale, è delusa perché «delle famiglie mi chiedono spesso di battezzare i loro figli. E io devo sempre dire di no, sentendomi piccola, impotente, e umiliata nella mia vocazione». «Vorrei una Chiesa», conclude, «in cui non ti danno gli incarichi in base al sesso, ma alla chiamata di Dio e nel mio caso vorrei poter amministrare il battesimo».Rainer Teuber, impiegato della diocesi di Essen, dichiara puntuale: «Sono gay, cattolico e dal 2004 sposato con mio marito. Dal 1996 lavoro nella Chiesa. Molti dei nostri amici ci chiedono: come è possibile? E certe volte mi si spezza il cuore pensando di lavorare in una struttura che rifiuta la mia sessualità e il nostro matrimonio. E mi auguro che la Chiesa in futuro capisca che le varie tendenze sessuali sono una ricchezza e non un male». Da parte sua Claudia Fockenberg, altra impiegata diocesana, afferma: «Da tanti anni sono lesbica e convivo con una donna […]. E immagino una Chiesa futura che si distacchi dal suo insegnamento morale e guardi al valore del singolo».Anche noi ci rivolgiamo, umilmente, ai responsabili ecclesiali. La Chiesa infatti dovrebbe essere chiara e in Germania, come in Italia e altrove, far capire bene il suo pensiero su questi ed altri temi di fondo. La domanda che tantissimi cattolici si pongono oggi è più o meno la seguente. In nome della svolta pastorale e della teologia della misericordia, bisogna cambiare il Vangelo - o se si preferisce capirlo in modo diverso ed opposto al passato - oppure qui si tratta di una mera questione di disobbedienza e di abusi non approvati dall'alto? Ma se è quest'ultima la risposta giusta, come mai questi abusi e la disobbedienza che evidenziano alla gerarchia e al Santo Padre, vengono messi, in modo propagandistico, su un canale di una importante diocesi tedesca? Del resto, se a queste minoranze progressiste è lecito opporsi al magistero sui temi morali, perché non sarebbe lecito ad altri cattolici opporsi alla gerarchia nei temi politici e sociali, come per esempio sull'accoglienza dei migranti e il sostegno all'Unione europea?