2022-11-07
La sinistra sposa le navi che occupano i porti
La Humanity 1 ha ancora clandestini a bordo e non lascia le acque territoriali, disobbedendo al governo. Che ora rischia di trovarsi in un cul de sac. Per Teresa Bellanova, Aboubakar Soumahoro e Giuseppe Provenzano: «Devono scendere», «tutti fragili». Papa all’Ue: «Non lasci sola l’Italia».Vietata la sosta in acque territoriali nazionali anche per la Geo Barents. Dopo le operazioni di soccorso e assistenza per i passeggeri in condizioni d’emergenza e in precarie condizioni di salute, la nave dovrà allontanarsi. Oltre al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e a quello della Difesa Guido Crosetto, il decreto interministeriale è stato firmato anche dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. A chi rimarrà sulla nave verrà comunque assicurata l’assistenza occorrente per l’uscita dalle acque territoriali, confermano dal Viminale. La Geo Barents è stata quindi invitata ad attraccare al molo del Porto di Catania con i suoi 568 passeggeri per le operazioni di verifica.Un triage clinico di tutte le persone a bordo è stato trattato dai medici del ministero della Salute in cui «il discrimine è il sapere scientifico» che permette il «discernimento tra chi ha i requisiti per potere scendere e chi non li ha», ha spiegato Claudio Pulvirenti, direttore in Sicilia dell’Usmaf del ministero della Salute. Per quanto riguarda lo stress dei naufraghi, Pulvirenti sottolinea che si tratta di «un rischio generico. Il problema psicologico è di secondo livello, a meno che il visitato non abbia comportamenti che ci conducono a farlo scendere». E per chi resta a bordo, ricorda Pulvirenti, «ci sono i medici delle Ong».Stesso metodo usato per Humanity 1 di Sos Humanity, la prima invitata a entrare nel Porto di Catania, dalla quale sono scesi 144 dei 179 passeggeri, tra cui 102 minorenni (cento non accompagnati) e donne. L’unico nucleo familiare è composto da due minori e uno zio.Restano a bordo 35 uomini adulti classificati come «non fragili», che, fanno sapere dal Viminale, «hanno ricevuto pasti caldi». Ma proprio quando al taxi del mare è stata indicata la strada per lasciare il porto, il capitano Joachim Ebeling ha rifiutato l’ordine. «La legge marittima», fanno sapere dalle Ong, «lo obbliga a portare in un luogo sicuro tutti coloro che sono stati salvati». Ma per il governo italiano quei 35 dovrà portarseli a casa, ovvero nello Stato che ha concesso alla nave la bandiera.«I migranti sono tutti fragili, fateli scendere», irrompe nel dibattito la presidente di Italia viva Teresa Bellanova. Che ormai non fa più distinzione tra migranti economici, rifugiati o clandestini. Il vicesegretario del Pd, Peppe Provenzano, che ieri è salito sulla Humanity 1, addirittura definisce i 35 rimasti a bordo dei «richiedenti asilo». Pur non avendo questi presentato alcuna richiesta. Al più potrebbero aver confidato all’esponente dem di aver avuto l’intenzione di chiedere asilo. Potranno farlo comunque in Germania, Stato di bandiera del taxi del mare. La posizione del governo italiano è questa.E ora il deputato della Lega Stefano Candiani ricorda ai dem che stanno mettendo in campo una «retorica contraddittoria», visto che solo un anno fa, insieme alle altre forze di maggioranza del governo dei migliori, votarono «una risoluzione in Parlamento in cui si affermava che era fondamentale assicurarsi che gli Stati di bandiera delle navi europee che effettuano operazioni di salvataggio in mare collaborino all’individuazione di un porto di sbarco e si assumano la responsabilità dell’accoglienza».Ed è stato sulla nave anche Aboubakar Soumahoro. Il deputato di Sinistra italiana annuncia che «un pool di avvocati sta seguendo la posizione dei 35 profughi. Non partiranno, perché sarebbe illegale». Stesse argomentazioni usate dalla Ong. La situazione sembra essere in una fase di stallo. Con la nave tedesca che non vuole ripartire l’Italia si ritroverà in un cul de sac? Stando alle valutazioni del ministro Piantedosi, la ferma posizione italiana avrebbe fatto registrare «qualche apertura alla discussione» in Europa sulle ripartizioni. «Finalmente! Dobbiamo un grande ringraziamento a Giorgia Meloni e al nuovo governo italiano per la protezione dei confini dell’Europa», ha commentato su Twitter il primo ministro ungherese Viktor Orban. Per ringraziare il presidente del Consiglio italiano, Orban ha utilizzato l’hashtag #GrazieGiorgia. Mentre papa Francesco, prontamente ringraziato dalla Meloni, sembra aver orientato la sua visione sull’immigrazione in un modo diverso: «Questo governo non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa, la responsabilità è europea», ha detto ieri, aggiungendo: «Ogni governo deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere e l’Unione Europea deve avviare una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge». Il vicepremier Salvini lo ha ringraziato «per le parole di grande saggezza». E ha aggiunto: «L’Italia non può essere lasciata sola e non può accogliere tutti». Ma oltre alla Humanity 1 e alla Geo Barents, altri taxi del mare assediano le coste: la Rise Above della Ong tedesca Mission Lifeline ha a bordo 90 persone e la norvegese Ocean Viking altre 234. Per svuotare l’hotspot di Lampedusa (ora a quota mille), invece, il Viminale ha attivato anche i trasferimenti aerei: 90 sono già partiti con un volo charter e verranno trasferiti nel centro d’accoglienza di Messina. Altri 160 andranno temporaneamente a Cagliari. Poi verranno ricollocati nei Paesi europei che hanno fornito disponibilità.
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