2020-03-10
Ecco il Conte da pagare
La situazione che viviamo non ha precedenti dalla Seconda guerra mondiale. Anche Chernobyl e Fukushima impallidiscono di fronte agli effetti devastanti dell'epidemia. In questi casi se ne esce con una guida risoluta e forte. Noi invece abbiamo Giuseppi.Un amico mi scrive: «Penso che si tratti dell'evento più traumatico dalla Seconda guerra mondiale in poi». Credo abbia ragione. Quello che sta succedendo non ha paragoni negli ultimi 75 anni di storia. Sì, dal 1945 a oggi abbiamo assistito a un'infinità di eventi tragici, di conflitti o di choc economici, ma nessuno ha minato così in profondità le nostre sicurezze e il nostro stile di vita. Perfino la stagione delle stragi, quella degli anni di piombo e del terrorismo islamico, non è riuscita a farci chiudere in casa, impauriti alla sola idea di incontrare qualcuno e di finire vittime di un nemico invisibile. Chernobyl e Fukushima ci avevano spaventato per i pericoli di una contaminazione nucleare, ma mai con la rapidità e la virulenza del coronavirus. L'epidemia colpisce al cuore le certezze con cui noi ci affidiamo alla scienza e alla medicina e dà una mazzata devastante alla stabilità economica e al sistema di welfare conquistato nei Paesi occidentali, perché a prescindere dalla crisi tutto sembra più fragile e insufficiente a fermare quello che sta succedendo.Fatte queste debite e purtroppo non confortanti premesse, stupisce ogni giorno di più il comportamento del governo. Nell'«ora più buia», come l'ha definita ieri il presidente del Consiglio in un'intervista a Repubblica, l'esecutivo sembra procedere non con la determinazione necessaria, ma con l'esitazione e l'incoscienza tipici di chi non ha nerbo. Già mi era apparso incredibile come un provvedimento tipo quello di sigillare la Lombardia e 14 province, vale a dire un'area popolata da 16 milioni di abitanti, un quarto dell'intera Italia, fosse stato frutto non di una decisione tranchant, ma di una discussione durata giorni, prima con i governatori poi con i ministri. La guerra è guerra, e quella in corso non può che essere considerata tale e dunque chi sta al vertice, chi ha l'onere di essere il comandante in capo, non può essere un signor tentenna. Significa che, come hanno detto autorevoli esperti, i provvedimenti non solo sono confusi e poco efficaci, ma addirittura arrivano in ritardo.Come si può far circolare in anticipo la bozza di un decreto che istituisce la quarantena di una zona in cui vivono milioni di italiani senza pensare alle conseguenze? Era ovvio che facendo trapelare la decisione migliaia di persone si sarebbero allarmate e si sarebbero sottratte alla «reclusione» obbligatoria. Il premier, nel tentativo di scaricare su altri le colpe della fuga di notizie, dice che l'anticipazione ai giornali è stata un comportamento da irresponsabili. Ma il primo irresponsabile è proprio colui che non sa prendere una misura del genere nel più stretto riserbo. Un po' come se Giuliano Amato avesse discusso per due giorni se e quando applicare la tassa sui conti correnti. Una decisione, soprattutto se impopolare o preoccupante, si prende nel silenzio più assoluto e poi la si fa rispettare, con l'esercito o la polizia. Invece, davanti alle stazioni della Lombardia prese d'assalto da gente impaurita, non c'era nessuno, e così pure ai caselli autostradali. Sigillare vuol dire sigillare, non invitare a non andarsene.Che il governo non abbia ben chiaro ciò che sta accadendo lo dimostra anche la gestione del mercato azionario. Invece di chiudere la Borsa, sospendendo le contrattazioni, oppure vietando tramite la Consob le vendite allo scoperto, Conte e compagni se ne sono stati a guardare un disastro annunciato. Anzi, al ministero dell'Economia hanno fatto di peggio: mentre le azioni vanno giù a rotta di collo e le fabbriche boccheggiano, Roberto Gualtieri e i suoi consegnano ai giornali un comunicato per ribadire la linea di rigore in politica economica. In pratica, invece di infondere fiducia, annunciando interventi a favore delle imprese e del mercato, l'esecutivo ha voluto far sapere che le misure saranno limitate nel tempo e non si abbandonerà la politica della riduzione del rapporto debito Pil. Se c'era un modo per dire a tutti che non si allenterà la cinghia, beh, il governo lo ha trovato. A ciò si aggiunge la notizia che l'Europa si appresta a varare le nuove regole del Mes, il fondo salva Stati che invece di salvarci potrebbe affondarci.Così, alla situazione sanitaria già grave, rischia di aggiungersi dunque anche un'emergenza economica, perché proprio come è stato fatto con il coronavirus, più che combattere la malattia si ricorre ai pannicelli caldi.Rinnovo perciò l'appello alle forze politiche, ma più ancora al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché sia nominato un commissario con pieni poteri. Il comandante in capo «nell'ora più buia» non può essere Giuseppe Conte, cioè un signor nessuno, che gli italiani si sono ritrovati ai vertici delle istituzioni, ma non hanno eletto. Si lasci il presidente del Consiglio a stringere le mani, ma poi si metta qualcuno che abbia il coraggio e la determinazione per salvare il Paese.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)